18.

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Quando il giorno dopo raggiungo il campo i ragazzi sono già tutti disposti in cerchio; Mike insieme a loro.
"Scusate, ma c'erano lavori in corso lungo il tragitto e ho perso più tempo". Dico affannandomi.
Ovviamente avevo già avvisato Mike telefonicamente dall'auto.
I ragazzi si stanno riscaldando come gli ho insegnato, mentre con Mike discutono sulla partita che si terrà oggi. Apprezzo che nessuno di loro stia cercando di compatirmi dopo l'accaduto.
"Vedi di arrivare puntuale sta sera". Mi ammonisce subito Brad. I ragazzi ci tengono che io sia presente ad ogni incontro, ad ogni allenamento, ad ogni attività che fanno. E questo mi fa estremamente piacere.
Faccio l'occhiolino a Brad sorridendo.
Neymar è esattamente accanto a lui, mi viene quasi di fronte, un po' più a destra.
Questa mattina è uscito di casa presto, non l'ho nemmeno sentito andar via.
Ieri sera dopo essersi fatto la doccia, ha trascorso più di venti minuti a coccolare Olimpia. Quei due ormai sono una cosa sola.
Poi con fare imbarazzato è venuto ad aiutarmi in cucina.
Ha dimostrato da subito che non ha mai messo mano ai fornelli, ma il bello è arrivato quando si è messo ad affettare la cipolla. Ha iniziato a piangere e a tirare su con il naso.
Il tutto mentre rideva di se stesso.
Ripensandoci sorrido.
"Sei di buon umore sta mattina." Mi dice Mike.
Intanto mi tolgo la felpa e me la lego ai fianchi.
"Normale". Dico riscaldandomi con loro.
Mike mi lancia un'occhiata maliziosa.
"Ultimamente sei spesso si buon umore". Aggiunge.
"È vero. Concordo" aggiunge Said.
"Cosa c'è di male?" Chiedo alzando un sopracciglio.
"Ci nascondi qualcosa?" Mi incalza Alex.
Credo che le mie guance siano diventate color peperone.
"Pensavo che saresti stata scossa oggi dopo la storia di quel pazzo.. ma sono felice di vedere che stai bene." dice Brad.
"Vic per qualunque cosa conta su di noi. Se vuoi trasferirti a casa di uno di noi finché non dimentichi questa brutta storia, non hai che scegliere". Dice Mike.
"Oh mia moglie sarebbe felice di avere un'amica in casa". Aggiunge Said.
"Anche a casa mia saresti la benvenuta! Anche Olimpia ovviamente." Si accoda Brad.
All'improvviso la maggior parte degli sguardi si rivolgono verso Neymar, come aspettando qualcosa.
Lui li guarda allargando le braccia.
"A proposito. Come mai ti trovavi vicino casa di Victoria ieri mattina?" Chiede Alex.
Neymar è spaesato ed agitato.
"Passavo di lì." Dice infine liquidando il discorso.
"Una bella coincidenza". Dice Mike portandosi un dito sulla barba.
"Già.. è stata proprio fortunata Victoria." Continua Brad.
Neymar mi guarda e nei suoi occhi intravedo il panico.
È così che si vive mentendo, vorrei dirgli.
Ma gli faccio solo un sorrisetto sghembo.
"Viky comunque dico sul serio, sentiti libera di venire a stare per un po' da ognuno di noi". Dice Said.
I ragazzi mi rendono felice. Non ho mai avuto veri amici, salvo Bianca, e averne così tanti tutti ad una volta mi colpisce molto emotivamente.
"Ormai Luis è in mano a chi di dovere. Victoria può stare tranquilla nel suo appartamento". Si sblocca finalmente Neymar.
I ragazzi lo fulminano.
"Neymar sei il solito insensibile." Lo ammonisce Said.
Lui alza gli occhi scocciato.
"Ragazzi vi ringrazio tutti. Davvero, non mi aspettavo un tale supporto. Grazie di cuore. Ma sto bene. Posso cavarmela da sola. Io ed Olly siamo tranquillissime a casa". Dichiaro alla fine cercando di chiudere l'argomento.
"Ok però sappi che la proposta è valida a tempo indeterminato." Mi dice Mike.
Gli sorrido e lo ringrazio.
Mi sento bene con loro. Mi sento amata con loro. Sono felice.
Non me lo sarei mai aspettata visti gli inizi.

Conclusi gli allenamenti, i ragazzi si avviano verso casa. La partita sarà alle 20:00 quindi hanno tutto il pomeriggio libero.
Di Neymar pomeriggio non c'è nemmeno l'ombra a casa mia, così porto Olimpia al parco a correre un po'.
Quando torniamo a casa vado subito a farmi una doccia e a vestirmi per la partita.
Questo campionato è iniziato bene, i ragazzi sono in forma smagliante. Io e Mike confidiamo in loro.

Quando parcheggio l'auto nel sotterraneo vedo qualcuno lampeggiarmi con i fari.
Scendo e mi avvicino al veicolo in questione.
Alex apre la portiera raggiungendomi.
"Vic, saliamo insieme?" Mi chiede.
"Certo" dico indicando gli ascensori.
Entriamo e premo il tasto del primo piano, quando una mano si infila in mezzo alla porta prima che si chiuda.
Neymar entra dentro e si mette alla mia sinistra. Alex è alla mia destra.
"Ehi Ney." Dice salutandolo. Lui ricambia con una pacca sulla spalla.
Il mio cuore batte veloce. Avrei voluto stare un po' con lui oggi pomeriggio. Ormai sono totalmente dipendente da quest'uomo. E dovrei preoccuparmene.
"Siete pronti?" Chiedo ad entrambi.
"Assolutamente". Risponde Alex.
Neymar non fa in tempo a dire nulla, che l'ascensore sobbalza fermandosi. Poi emette un suono e le porte si aprono.
Alex esce subito, ed io faccio per seguirlo.
Ad un tratto però Neymar mi afferra dal polso trattenendomi dentro.
"Ho scordato una cosa in macchina". Dice mentre le porte si chiudono.
Alex ci guarda e l'ultima cosa che vedo è il suo sguardo confuso mentre io cerco di uscire.
"Ma sei scemo?" Gli chiedo girandomi a guardarlo.
Solo ora i miei occhi si concedono di deliziarsi della sua presenza.
Indossa la tuta ufficiale, scarpe da ginnastica ed il solito borsone del club.
In testa un cappellino, anche se ormai il sole è inoffensivo.
I suoi occhi sono vispi come sempre, lo sguardo attento e malizioso.
Preme dei tasti a caso a nel quadrante elettronico, e si avvicina a me facendomi toccare la parete specchiata alle mie spalle. Poggia le mani ai lati della mia testa.
Il mio cuore intanto minaccia di cedere.
"Volevo che mi augurassi buona fortuna". Dice inclinando la testa di fronte le mie labbra.
Me le sfiora appena con le sue, e brividi si spargono su tutto il mio corpo.
"Buona fortuna". Dico quasi balbettando.
"Non così". Mi risponde, dopo di che si china a baciarmi.
Le sue labbra sono gentili, morbide, cariche di tante promesse. Ed io vorrei solo rimanere chiusa qui dentro.
Le porte dell'ascensore si aprono di nuovo sui garage, ma lui preme altri tasti senza guardare e senza staccarsi da me.
Porto le mani ai suoi capelli che amo, per poi riascendere sul suo collo.
Lui intanto continua a tenersi dallo specchio con una mano, mentre l'altra la tiene poggiata attorno alla mia vita attraendomi di più a se.
Sento seduta stante la sua erezione premermi contro.
Mi sfugge un fremito mentre con una mano la sfioro.
Lui sorride sulle mie labbra.
L'ascensore raggiunge ora la palestra; le porte si aprono ancora e per fortuna nessuno si trova li davanti.
Il prossimo piano è il nostro, noto.
Gli do un ultimo bacio, mentre le porte si chiudono ancora.
"Fai il tifo per me". Mi dice.
"Sempre". Rispondo mentre usciamo.
Davanti a noi ci sono Brad, Alex e Lucas, che non appena sentono il suono dell'ascensore si girano.
"Ehi ma dove eravate finiti?" Chiede Alex.
"Avevo lasciato la maglia della divisa in auto". Li liquida Neymar raggiungendoli.
Noto da dietro che i suoi ricci sono scomposti, la pettinatura rovinata dalle mie mani.
Brad osserva dentro l'ascensore con sguardo inquisitore, così mi affretto ad uscire.
"Ci vediamo dentro." Dico avviandomi.
Solo quando mi volto indietro noto che le luci dell' ascensore mettono in risalto le impronte delle mani di Neymar sullo specchio. All'altezza del mio viso, proprio dove ero poggiata. Accidenti.

Mike è agitato anche se non lo da a vedere. I ragazzi stanno entrando in campo.
Credo che lui oltre che a livello professionale, li abbia a cuore a livello umano.
È sempre in pensiero per loro, cerca sempre di spronarli a fare il meglio.. è un ottimo allenatore.
Anche se io sono ancora alle prime armi mi tratta con stima e rispetto.
Sono proprio soddisfatta e felice del mio lavoro.
La curva della nostra tifoseria si fa sentire. I ragazzi salutano e si fanno caricare dai cori.
"Avrò quest'ansia ad ogni singola partita?" Chiedo a Mike sorridendo.
"Se tieni davvero a loro, si. Vorrei dirti che migliora.. ma non è così." Mi risponde.
Gli poggio una mano sul braccio rigido per incoraggiarlo.
L'arbitro fischia, e i ragazzi inizino a correre.
Gli scambi sono veloci e precisi, ma gli avversari sono molto bravi e riescono a prendergli palla parecchie volte.
Per quasi tutto il primo tempo nessuna delle due squadre riesce a fare un'azione diretta e pericolosa. Ma quando manca qualche minuto Neymar ha il pallone ai piedi. Attorno a se ha due avversari, ed uno poco più avanti. È praticamente impossibile riuscire a smarcarsi e segnare o fare un assist.
Ma lui ci riesce.
Con i piedi si alza la palla da dietro, facendole scavalcare gli avversarsi. Poi la raggiunge velocemente.
Mike è in piedi con le mani sul viso.
Neymar è faccia a faccia con il portiere, nessun fuorigioco niente di niente, calcia la palla che diventa praticamente in siluro e segna.
Goal. 1 a 0.
L'arbitro fischia la fine del primo tempo.
"Quel ragazzo mi farà morire". Dice Mike esultando.
"Già anche a me". Rispondo.
Mike mi sorride, complice. Non so bene di cosa.
I ragazzi festeggiano. Sono felici.
Io cerco continuamente Neymar con lo sguardo; vorrei sorridergli, dirgli che è stato bravissimo.. ma sarebbe meglio di no.

Rientriamo negli spogliatoi e Mike li sprona il più possibile. Fa anche qualche correzione.
Quando torniamo in campo i ragazzi sono carichi, e nonostante gli avversari tentano in tutti i modi di pareggiare il risultato non ci riescono.
La partita finisce 1 a 0, è stato fatto un gioco pulito. Nessun fallo particolarmente brutto, nessuna lite. Dopo i fischi dell'arbitro i ragazzi si abbracciano e vanno sotto la curva.
Alex si stacca dal gruppo e mi raggiunge.
Mi prende dalle cosce e mi solleva facendomi girare.
Per istinto di sopravvivenza mi aggrappo alle sue spalle.
Penso che sto per toccare terra, quando invece di lasciarmi andare decide di farmi girare ancora.
Quando si ferma per riprendere fiato, vedo Neymar sotto la curva guardare verso di noi. Ha le mani sui fianchi, si è tolto la maglietta e perciò la sua pelle è esposta in tutta la sua bellezza.
Alex mi poggia a terra finalmente, ma mi mette una mano sulla testa e mi spettina i capelli.
Lo rimprovero.
"Alex. Vieni stiamo festeggiando". La voce di Neymar arriva dalle mie spalle.
"Vado". Mi dice Alex, ma prima di scappare via si toglie la maglietta e me la da.
Rimango con quella  in mano e cerco di rimettermi i capelli in ordine.
Neymar intanto si avvicina, i suoi occhi mi guardano con intensità.
Senza dire una parola mi sfila dalle mani la maglia di Alex, e mi da la sua.
Il tutto mantenendo il contatto visivo. Quest'uomo potrebbe farmi sciogliere all'istante. Il viso è sudato, come il resto del suo corpo statuario. Dai pantaloncini della divisa vedo uscire il bordo dei boxer. Cerco di non fantasticare, quindi distolgo lo sguardo, ma con lui è impossibile. Mi prende con un dito dal mento e mi riporta a guardarlo negli occhi.
Le sue labbra non accennano a sorridere, ed io sto faticando ad interpretare la sua espressione.
Poi senza dire nulla si gira e se ne va.
Voleva solo marcare il territorio?
Bene Neymar, ben ti sta. Giuro su me stessa che farò di tutto per farti ingelosire. Oh si, ti porterò a riconsiderare l'idea di stare insieme alla luce del sole.
Voglio farti urlare al mondo intero che sono tua.

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