27.

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Il giorno dopo Neymar non si presenta all'allenamento.
A quanto pare i ragazzi non sanno nulla. Mike dice che ha avvisato di non stare bene.
Forse è meglio così.
Devo anche valutare questa situazione. Riuscirò a continuare a lavorare con lui? O devo mettere in dubbio anche la mia professione?
Quella sera dopo l'allenamento mi concedo un'ora di palestra.
Quando finisco e torno a casa la prima cosa che faccio è buttarmi in doccia.
Mentre chiudo il getto dell'acqua il mio telefono inizia a segnalare l'arrivo di messaggi.
Mi avvolgo in un asciugamano di cotone ed esco dal box senza far grondare acqua ovunque.
E Bianca.
Come sempre mi manda decine di notifiche tutte a raffica.
Apro la chat con lei e scorro.
Sono articoli.
"Quando pensavi di dirmi che ti sposi?!" Dice il primo messaggio.
"E Neymar??" Il secondo.
"Chi è questo Jonah?!" Il terzo.
Apro il primo di una serie di link e file vari, con il cuore che va a mille.
"L'ereditiera della Thorne Global Corporation, Victoria Thorne, convolerà a nozze alla fine di questo mese. Chi è il fortunato?! Un possibile futuro socio in affari del padre, Randy Thorne. Sará un matrimonio di convenienza o i due sono davvero innamorati? Per il momento nessuna foto è trapelata che ritrae la coppia insieme".
La vista mi si annebbia a causa delle lacrime.
Apro il secondo articolo.
"Randy Thorne sembra finalmente interessarsi alla figlia Victoria, che seppur avendo intrapreso una carriera distante dal padre, decide di sposarsi con il suo benestare. Randy lo annuncia alla stampa con gli occhi pieni d'orgoglio." "Non vedo l'ora di vedere mia figlia felice, e spero di diventare nonno al più presto".
Recita l'articolo tra virgolette.
Mi asciugo le lacrime. Altri articoli che in modo diverso parlano tutti della stessa cosa: Victoria Thorne si sposa con Jonah Brown.
"Ti spiegherò tutto. È andata così.." digito a Bianca.
Lei cerca subito di telefonarmi, ma non sono nelle condizioni di parlare, così rifiuto la chiamata.
Gli articoli sono di sta mattina, li avrà visti anche Neymar?
Un piccolo gruppo di giornalisti è radunato sotto casa mia. Spengo le luci della cucina per non dare nell'occhio, e mi vado a sedere rannicchiata sul divano.
Olimpia mi raggiunge accoccolandosi ai miei piedi.
La accarezzo calmandomi un po'.
Apro la chat con Neymar e rileggo i nostri ultimi sms scambiati. Niente di che, solo frasi per organizzarci su dove e come vederci.
È passato solo un giorno, e lui mi manca terribilmente.
A questo punto posso ammetterlo serenamente, sono passata dal "mi piace" a "lo amo". Sto distruggendo la mia vita per lui. Credo che sia chiaro quali siano i miei sentimenti.
Ho paura. Paura di non dimenticarlo mai.
Digito sulla barra di ricerca Jonah Brown e centinaia di articoli mi appaiono in ordine cronologico. Salto tutti quelli relativi al matrimonio con me, ed apro una sia biografia riassunta.
Jonah è un bell'uomo; ha i capelli castani pettinati ordinatamente, gli occhi vispi ed il sorriso sereno. Avrà più o meno la mia età, ma a differenza mia si è tuffato negli affari di famiglia già da giovanissimo.
È stato classificato al secondo posto tra gli uomini con la carriera più brillante dell'anno corrente. È uno sviluppatore, si occupa di tecnologia. A cosa servirà a mio padre?! È solo un'ennesima pedina nella scacchiera della sua vita.
Bianca prova ancora a chiamarmi ma rifiuto la chiamata.
"Scusa Bia. Mi serve un po' di tempo. Ti prego di capire". Le scrivo.
"Sono sicura che c'entra quel mostro di tuo padre. Non permettergli di controllarti Vic". Mi risponde.
Magari potessi.
Mi verso un bicchiere di vino rosso e ne bevo qualche sorso cercando conforto.
Fuori è buio, le luci della città illuminano le vetrate del mio appartamento.
Se solo potessi trovare il modo di impedire a mio padre di fare del male a Neymar.
Tormentata da questi pensieri mi sposto in camera da letto con Olimpia che si lamenta.

Ovviamente il giorno dopo sono un mostro. Le occhiaie mi arrivano al mento a momenti; il mio viso scarno e pallido mi guarda dallo specchio.
Mi rimetto in sesto, e dopo essere uscita con Olimpia da un'uscita secondaria mi avvio verso il lavoro.
Quando arrivo i ragazzi sono radunati in campo, sono l'ultima ad arrivare,ma anche oggi manca Neymar.
"Vic.. come stai?" Mi chiedono.
Annuisco.
"Non hai una bella cera". Dice Brad schietto.
"Sicuramente non la cera di una donna che deve sposarsi." Aggiunge Joel.
Deglutisco e mentre gli occhi mi si bagnano di lacrime, sentiamo dei rumori strani. Ci giriamo tutti a guardare verso l'ingresso.
Neymar sta entrando, o meglio ci sta provando.
Barcolla e cammina fermandosi ed inciampando. Sta dicendo qualcosa ma non lo sentiamo.
"È ubriaco". Dice Mike staccandosi dal gruppo e raggiungendolo seguito da tutti noi.
Ubriaco di prima mattina?
Quando ci avviciniamo, Neymar cerca di guardarci tutti.
Indossa un pantalone nero, ed una t-shirt arancione. I capelli sono in disordine, e il suo viso è stravolto. Sembra non dormire da giorni.
La puzza d'alcol si sente fin qui.
Quando i suoi occhi mi raggiungono indugia su di me, per poi sorpassarmi.
"Non puoi farti vedere così o riceverai una sanzione come minimo". Sta sibilando Mike a denti stretti.
"Ieri non sei venuto. Oggi vieni in queste condizioni. Cosa devo dire alla direzione?" Continua lui.
Neymar non gli risponde nemmeno.
"Eccomi. Alleniamoci". Dice con tono impastato.
Mike fa cenno ad Alex e Brad con la testa. I ragazzi si sperano dal gruppo, prendono Neymar sotto braccio e quasi di peso lo scortano fino all'uscita.
Tutti e tre spariscono dietro la porta che conduce agli spogliatoi.
"Victoria, che cazzo succede?" Mi chiede Said in tono aggressivo.
Lo guardo confusa, cosa vuole da me?!
"Neymar non si è mai ridotto così prima d'ora. Non è mai venuto ubriaco ad un allenamento. Mi dici cosa è successo?" Insiste.
"Non ero con lui, non so". Rispondo.
"No, voglio capire cosa è successo per portarti a sposare un altro uomo così all'improvviso." Continua.
Distolgo lo sguardo mentre gli occhi mi diventano lucidi.
"Io e Neymar non eravamo fidanzati." Spiego.
Mike mi guarda in apprensione.
"Si non lo eravate ufficialmente. Ma mi stai mentendo se dici che non c'è stato niente tra voi." Risponde.
Lo guardo negli occhi mentre mi asciugo una lacrima sfuggita.
"Non ho avuto altra scelta". Confesso.
"In che senso?" Si inserisce Mike nella conversazione.
Mi guardo intorno cercando di capire se qualche scagnozzo di mio padre possa essere nei dintorni.
"La carriera.. di Neymar.. dipende da questo.." tento di dire rimanendo vaga.
Mi guardano perplessi, poi Mike ha un'illuminazione.
"Tuo padre sa di voi?" Mi chiede.
Mi limito ad annuire.
Si passa una mano sul viso.
"Cazzo." Dice calciando un pallone alle sue spalle.
"Che ti ha detto Victoria?" Mi chiede.
"Se non avessi smesso subito di parlare con Neymar, lo avrebbe fatto trasferire in qualche campionato sconosciuto rovinando la sua carriera". Dico a voce molto bassa.
Mi stanno guardando con espressione scioccata.
"Figlio di puttana..." si lascia sfuggire Said.
"Mike, posso chiederti qualche giorno di tempo? Darò le dimissioni. Dammi solo il tempo di controllare se c'è qualche altro posto vacante altrove." Dico.
Mike mi guarda interrogativo.
"Hai visto, no? Tutto quello che posso fare per lui è sparire". Continuo riferendomi a Neymar.
"Fammi parlare con i dirigenti.. loro.." inizia Mike ma lo blocco.
"Mio padre ha le conoscenze ed i soldi per ottenere sempre ciò che vuole. Non posso mettere a rischio il futuro di Neymar così. Spero tu possa capire." Dico indietreggiando.
Do le spalle a tutti e vado via.
Fa male, tanto male.

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