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"Oh Bianca, avresti dovuto esserci. Sono così .. sbruffoni." Commento mandando giù un bel sorso dal mio calice di vino rosso.
Bianca è di fronte a me.
Ha i capelli perfettamente pettinati, come sempre. Gli occhi azzurrissimi splendono sulla pelle chiara, contrastati solo dal rosa vivo delle sue labbra.
"Tesoro.. sono calciatori. Cosa ti aspettavi?" Dice.
"Eddai... non vogliamo pregiudizi, però li abbiamo sugli altri?" La ammonisco.
Sbuffa ridacchiando.
"Ok, ok... ma invece dimmi di quanto sono sexy!" Dice con voce bassa e sexy.
Faccio spallucce e sollevo lo sguardo pensierosa.
"Non ci ho fatto caso". Dico.
Alza una mano rivolgendomi un cenno derisorio.
"Ma chi vuoi prendere in giro?" Mi chiede.
"Non sai quanto ti invidio Viky.. lavorerai circondata da strafighi. A strettissimo contatto". Dice con enfasi.
"Anche troppo." Rispondo ripensando al tocco di Neymar sul mio corpo.
Le racconto dell'accaduto, e lei mi guarda con gli occhi spalancati.
"Neymar hai detto?" Mi chiede.
Annuisco.
"Questo Neymar?" Continua, digitando qualcosa sul cellulare.
Rivolge lo schermo verso di me ed una foto del ragazzo dagli occhi misteriosi mi spunta davanti.
Sorride, indossa tanti orecchini, ed è vestito con la maglia della squadra.
Annuisco.
"Tu, hai flirtato con lui?" Mi chiede.
Si mette una mano davanti la bocca e lancia un urletto stridulo.
"Shhh". Cerco di zittirla. Qualche testa dagli altri tavoli si gira verso di noi.
"Da quando giocare a pallone si chiama flirtare Bianca?" Le chiedo a bassa voce.
Lei sta continuando a scorrere le foto del profilo di lui, mostrandomele di volta in volta.
"Viky, ti ha messo le mani addosso". Dice mimando la scena.
"Si, che sleale". Rispondo sbattendo la forchetta sul tavolo.
"No, che sexy." Mi corregge.
"Sexy?" Chiedo mettendo in bocca un pezzo di zucchina grigliata.
Effettivamente lo è lui. Esteticamente. Ma è anche un gran presuntuoso.
Bevo un po' di vino.
"Senti, ti prometto che appena potrò ti porterò a qualche partita con me". Le dico, toccata dalla luce che i suoi occhi emettono quando guarda le foto di questo Neymar.
"Grazie, grazie, grazie". Dice alzandosi dal tavolo e abbracciandomi.
"Però mi spieghi perché sei così brava a calcio, lo ami come sport, ma non ti informi o interessi del mondo che lo circonda?" Chiede mettendo il telefono di nuovo in borsa.
"Beh perché è un mondo sporco e corrotto". Ammetto.
Rimane con la posata a mezz'aria.
"Si ma ora ne sei entrata a far parte". Dice.
"Non mi interessa il mercato o le strategie di gioco.. mi importa solo che i miei giocatori siano in perfetta forma fisica". Rispondo.
"Oh lo sono.. fidati." Dice.

Sono nel mio spogliatoio personale, e ripeto, personale. Cioè qui, è dove mi cambierò io e solo io. Niente più palestre comunali con spogliatoi condivisi con cento persone.
Sistemo le mie cose e metto subito la tuta che mi ha fatto avere Mike ieri.
Allaccio le scarpe e lo raggiungo sul campo.
Il mio lavoro prevede di stare a strettissimo contatto con l'allenatore. Praticamente è la nostra coordinazione a garantire la forma fisica della squadra.
Inquadro Neymar infondo al campo con altri tre, tra cui Brad, intento a fare stretching.
"Mike". Lo chiamo.
"Mi serve qualche giorno per osservare la forma fisica dei ragazzi. Devo capire come suddividere i gruppi di lavoro; qualcuno potrebbe aver bisogno di lavoro individuale. Mi fai avere le schede degli infortuni appena riesci?" Chiedo.
"Certo, fai pure con calma. Magari lunedì prossimo potremmo vederci per porci degli obiettivi comuni. È un'ottima squadra, ma hanno bisogno di essere più concentrati." Risponde.
"Vorrei lavorare con loro in modo da individuare i loro punti deboli e trasformarli in punti di forza. Voglio preparare il loro corpo a dare il meglio." Dico con sincerità.
"Direi che iniziamo con il piede giusto." Risponde Mike.
"Se posso permettermi.. perché ognuno fa il riscaldamento come preferisce? Il riscaldamento, gli allungamenti muscolari, sono fondamentali per preparare il corpo allo sforzo fisico." Chiedo.
"Loro lo prendono più come un momento di condivisione,si preparano all'allenamento...con serenità". Risponde.
"Posso?" Chiedo indicandoli.
"Fai pure." Mi dice.
Avanzo verso i ragazzi che sono divisi in due gruppetti.
Mi osservano curiosi.
Brad alza una mano verso di me.
Accanto a lui Neymar mi fissa masticando una gomma. Ma non proferisce parola.
"Ragazzi, credete che il riscaldamento sia un aperitivo tra amici?" Chiedo sarcastica.
"Se vuoi possiamo farlo insieme io e te il riscaldamento." Dice un ragazzo alla mia sinistra.
Sto per fulminarlo, quando Neymar lancia duramente il pallone verso di lui.
Lo afferra giusto in tempo prima di essere colpito allo stomaco.
Il ragazzo scocca a Neymar un'occhiata arrabbiata e confusa.
Faccio tabula rasa nella mia mente.
Impiego dieci minuti abbondanti a spiegar loro l'importanza del riscaldamento nella resa in campo.
Porto loro qualche esempio pratico; mi piego sulle gambe illustrando come tendere correttamente un muscolo.
Loro sono in piedi davanti a me che mi osservano. I più realmente interessati.
"Da questa prospettiva sei ancora più interessante". Mi interrompe un ragazzo biondo.
Dovrò imparare tutti i loro nomi prima o poi.
Mi da fastidio che il mio lavoro non venga preso sul serio.
Qualcuno degli altri lo rimprovera.
Ma ormai ho perso la voglia.
"Sentite, avete voglia di lavorare seriamente o no? Continuare a lanciare commenti sessisti non gioverà al mio lavoro, e a risentirne ne sarà solo il vostro rendimento fisico." Dico gesticolando.
"Mi dispiace, sono un branco di idioti". Dice uno di loro avanzando verso di me.
"Io sono Said, il capitano". Gli stringo la mano.
"Vi prego di essere più maturi e seri quando lavoreremo insieme. Nient'altro." Dico rivolgendomi a tutti.
"Oh a me puoi chiedere tutto quello che vuoi principessina". Continua il ragazzo biondo.
Adesso si alzano suoni di dissenso.
Prima che intervengano altri, li anticipo.
"Senti tu, ma credi veramente che uscirei mai con uno di voi, o che butterei il mio tempo con voi fuori da questo dannato campo?" Dico nervosa.
Ho esagerato forse.
Lui non risponde. Ma lo fa Neymar al posto suo.
"Ah no? E perché?" Chiede.
Lo guardo negli occhi. Mi chiedo ancora di che colore esatto siano. Vorrei avvicinarmi. Ma non posso.
"Perché quello che avete dimostrato ieri ed oggi non mi porta a considerarvi persone che mi piacciono". Rispondo.
"Quindi noi non ti piacciamo?" Chiede avvicinandosi di qualche passo.
Non indietreggio, sembrerei debole.
Siamo a mezzo metro di distanza.
"Perché, io vi piaccio forse?" Dico punzecchiandolo, retorica.
"Beh io posso parlare solo per me.." inizia.
Il suo sguardo ora si sposta sul mio corpo. Dai miei piedi sale lentamente fino al mio viso.
È uno sguardo che mi agita.
"... e no, non mi piaci." Conclude secco.
Mi da le spalle e torna al suo posto.
Bene, ottimo direi.
"È questo il punto. Non dobbiamo piacerci. Io non devo piacervi e voi non dovete piacere a me. Dobbiamo solo lavorare insieme, pacificamente spero". Dico guardando tutti.
La risposta di Neymar però mi brucia ancora dentro.
"Senti Victoria, è dura per alcuni accettare che una donna sia più capace ed atleticamente più preparata di loro." Dice Said.
Faccio per rispondere, ma mi blocca con una mano.
"Ma ti assicuro che abbiamo la piena intenzione di collaborare. Ho visto la tua scheda ed ho parlato con il coach; sei preparatissima. Faremo un ottimo lavoro insieme". Dice.
Sorrido, sentendomi un po' più a mio agio.
Se non fosse che gli occhi di Neymar mi stanno penetrando fino alle ossa.
Ma cosa cavolo vuole da me?!

Decido di far fare loro un riscaldamento preciso e scandito dal tempo. Alcuni lavorano in maniera diversa a causa di qualche vecchio infortunio. Riesco comunque a trovare una soluzione ottimale per loro.
Mi ascoltano, ed eseguono gli esercizi bene e senza fiatare o ridere.
Le parole di Said hanno fatto il loro effetto.

Insieme al coach conduciamo l'allenamento. Per lo più io mi attengo ad osservarli, salvo proporre qualche piccola correzione o accorgimento che Mike accetta con entusiasmo.
A fine allenamento ci avviamo insieme verso gli spogliatoi. Brad mi affianca all'improvviso.
"Devo dire che ha fatto la differenza un buon riscaldamento. Avevi ragione Vic". Dice.
Vic? Chi gli ha dato la confidenza di chiamarmi Vic?
Lo guardo di sbieco.
"Sabato sera facciamo una piccola festa." Si avvicina anche Said.
"Dovresti unirti a noi.. ti farebbe bene per integrarti." Dice.
"Siete voi ad avere problemi con la mia integrazione. Non io." Rispondo.
"Touché". Dice Said.
"Scherzi a parte. Dovresti venire. I ragazzi legano tanto sopratutto fuori dal campo. Farebbe bene a tutti noi. E poi andiamo, sei giovane, più giovane di tanti di noi. Quanti anni hai? 20?" Continua.
Rido sonoramente.
"Mi lusinghi". Rispondo senza rispondere.
"Ci penserò.. siamo solo a martedì." Dico.
"Quindi quanti anni hai?" Si inserisce Brad.
"Vi serve altro materiale per discriminarmi ed offendermi?" Chiedo.
Mi fermo al mio spogliatoio. Estraggo la chiave ed apro la porta.
Un braccio si piazza di fronte a me bloccandomi il passaggio.
Giro il volto e mi trovo faccia a faccia con Neymar.
Le sue parole che mi bruciano ancora nel petto.
"Non mi piaci." Le sento rimbombare.
Ci osserviamo a lungo. I suoi occhi sono fissi nei miei. Li vedo scrutare prima il mio occhio destro e poi il sinistro.
Cosa vuole da me quest'uomo?
"Non dovresti venire". Dice lentamente, con voce bassa.
Sono confusa, non so se per i suoi occhi o per la sua vicinanza. Anche da qui non riesco a decifrarne il colore esatto. Mi incantano.
"Dove?" Chiedo deglutendo.
Sono nervosa vicino a lui. Così vicino a lui.
"Sabato. Alla festa. Non venire". Dice.
Non gli piaccio, e lo ha messo in chiaro.. ma non pensavo così tanto da non volermi intorno.
"Perché?" Chiedo serrando la stretta sulle chiavi del mio spogliatoio.
Lui, se possibile, si avvicina ancora di più.
Non ho il coraggio di respirare nemmeno.
Nonostante si sia allenato per due ore, profuma. Profuma di buono; è un profumo avvolgente, morbido, gentile. Tutto il contrario di lui.
Le sue labbra sono ad un millimetro dal mio orecchio, di nuovo.
"Perché di solito do il peggio di me a queste feste". Dice.
Poi prende e va via senza darmi il tempo di rispondere.
Mi infilo subito nello spogliatoio e mi chiudo la porta alle spalle.
Questo cosa dovrebbe significare?

Faccio una doccia e mentre aspetto che il mio caffè si freddi cerco di capire qualcosa di più su Neymar.
Digito il suo nome sulla barra di ricerca, seguito dal nome del club. Anche se non ce ne sarebbe stato bisogno.
Ci sono migliaia di notizie. Il suo nome è ovunque.
Scandali vari, foto in situazioni compromettenti con modelle stupende... scorro velocemente.
Non mi sarei aspettata di meno da lui.
Apro qualche video a caso; migliaia di ragazze impazziscono per i suoi balletti. Piccoli pezzi di coreografie che mette in scena per esultare dopo i goal.
Ridicolo.
Eppure vedendolo dal web, sembra addirittura simpatico.. esattamente che problema ha con me? Sarà uno di quelli di cui parlava Said?
Non accetta che io sia brava perché sono una donna?
Continuo a scorrere altri video.
Mi ritrovo a pensare che sia bello. Ma non rimango colpita da questo mio pensiero. Lo è. È evidente che Neymar sia bello. Quasi tutti loro lo sono. Lo sapevo quando ho deciso di entrare in questo mondo.
Ragazzi bellocci convinti di essere i numeri uno.
Ma se pensa di intimorirmi o mettermi a disagio, ha sbagliato persona.

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