•Malocchio Moody.(1)

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I genitori di Harry avevano assistito a quel piccolo scenario e guardarono Fred che non guardava nemmeno più Harry, che cercava la sua mano. 《Problemi in vista?》chiese a bassa voce Sirius. 《Speriamo di no》sussurrò Lily.

《La mattina dopo la tempesta si era esaurita, anche se il soffitto
della Sala Grande era ancora coperto; pesanti nuvole grigio peltro
vorticavano in alto mentre Harry, Ron e Hermione studiavano i nuovi
orari scolastici a colazione. Qualche sedia più in là, Fred, George e
Lee Jordan discutevano i metodi magici per invecchiarsi e riuscire a
essere ammessi di straforo al Torneo Tremaghi.
‘Oggi non è male... siamo fuori tutta la mattina’ disse Ron, che
scorreva col dito la colonna dell'orario dedicata al lunedì.
‘Erbologia con quelli di Tassorosso e Cura delle Creature Magiche...
accidenti, siamo ancora con i Serpeverde’.
‘Due ore di Divinazione oggi pomeriggio’ gemette Harry leggendo più
avanti. Divinazione era la materia che amava di meno, dopo Pozioni.
La professoressa Cooman non faceva che predire la morte di Harry,
cosa che lui trovava estremamente seccante.
‘Avreste dovuto mollarla come ho fatto io’ disse Hermione
impaziente, imburrandosi una fetta di pane tostato. ‘Così fareste
qualcosa di sensato come Aritmanzia’.
‘Vedo che hai ripreso a mangiare’ disse Ron, osservando Hermione
stendere una dose generosa di marmellata sul pane imburrato.
‘Ho deciso che ci sono modi migliori per prendere posizione sui
diritti degli elfi’ disse Hermione altezzosa.
‘Sì... e poi avevi fame’ disse Ron con un ghigno.》

《Non si può vivere senza cibo》disse la riccia.

Sopra di loro si udì un improvviso fruscio, e un centinaio di gufi
planarono dalle finestre aperte, carichi della posta del mattino.
D'istinto Harry guardò in su, ma non c'era traccia di qualcosa di
bianco nella massa di bruno e grigio. Possibile che fosse successo qualcosa a Edvige, e che
Sirius non avesse nemmeno ricevuto la sua lettera?
Questo cupo pensiero lo accompagnò per tutto il sentiero inzuppato
dell'orto finché non raggiunsero la serra numero tre, e lì venne
distratto dalla professoressa Sprite che mostrò alla classe le piante
più brutte che Harry avesse mai visto. Più che piante sembravano
lumache nere giganti, e spuntavano in verticale dal terriccio.
Ciascuna si contorceva ed era ricoperta di bozzi grossi e lucenti che
sembravano pieni di liquido.
‘Bubotuberi’ disse loro in tono sbrigativo la professoressa Sprite.
‘Devono essere strizzati. Dovete raccogliere il pus...’
‘Che cosa?’ esclamò Seamus Finnigan, disgustato.
‘Pus, Finnigan, pus’ ripeté la professoressa Sprite, ‘ed è
estremamente prezioso, quindi non sprecatelo. Dovete raccogliere il
pus, dicevo, in queste bottiglie. Mettetevi i guanti di pelle di
drago, può fare strane cose alla pelle se non è diluito, il pus di
Bubotubero’.
Strizzare i Bubotuberi era rivoltante, ma dava anche una strana soddisfazione. Quando le bolle esplodevano, ne schizzava una grossa
quantità di un liquido denso gialloverde, che aveva un forte odore di
benzina. Lo misero nelle bottiglie come aveva detto la professoressa
Sprite, e per la fine della lezione ne avevano raccolti parecchi
litri.
‘Questo farà felice Madama Chips’ disse la professoressa Sprite,
chiudendo l'ultima bottiglia con un tappo. ‘E' un ottimo rimedio per
le forme più ostinate di acne, il pus di Bubotubero. Dovrebbe
impedire agli studenti di ricorrere a misure disperate per liberarsi
dei foruncoli’.
‘Come la povera Eloise Midgen’ disse Hannah Abbott, una di
Tassorosso, in un sussurro. ‘Ha cercato di far sparire via i suoi con
una maledizione’.
‘Che sciocca ragazza’ commentò la professoressa Sprite scuotendo la
testa. ‘Ma Madama Chips alla fine le ha riattaccato il naso’.
Il rimbombo di una campana echeggiò dal castello attraverso i prati
umidi, segnalando la fine della lezione, e la classe si divise; i
Tassorosso rientrarono per andare a Trasfigurazione, e i Grifondoro
presero la direzione opposta e percorsero il prato in discesa verso
la piccola capanna di legno di Hagrid, che si trovava al limitare
della Foresta Proibita.
Hagrid li aspettava fuori, la mano sul collare del suo enorme cane
nero, Thor. Per terra ai suoi piedi c'erano parecchie casse di legno,
e Thor uggiolava e tirava il collare, chiaramente impaziente di
indagare più da vicino sul contenuto. Mentre si avvicinavano, udirono
uno strano rumore di sonagli, punteggiato da quelle che sembravano
piccole esplosioni.
‘'giorno!’ disse Hagrid, con un gran sorriso rivolto a Harry, Ron e
Hermione. ‘Aspetto i Serpeverde, non vorranno perdersi questa roba:
Schiopodi Sparacoda!’
‘Puoi ripetere?’ disse Ron.
Hagrid indicò il contenuto delle casse.
‘Bleah!’ strillò Lavanda Brown, facendo un balzo indietro.
‘Bleah’ era una descrizione perfetta per gli Schiopodi, secondo
Harry》

The story of Harry Potter -The boy who lived-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora