■Il diario segretissimo (2)

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《Forse l'erede di Serpeverde si era scoraggiato, pensò Harry. Doveva es-
sere sempre più rischioso aprire la Camera dei Segreti, con la scuola così
allertata e sospettosa. Chissà, forse in quello stesso momento il mostro - di
qualsiasi cosa si trattasse - si stava preparando ad andare in letargo per altri
cinquant'anni...
Ernie Macmillan del Tassorosso non condivideva questa visione ottimi-
stica. Era ancora convinto che il colpevole fosse Harry, che si era svelato
durante il Duello. Pix non contribuiva certo a sdrammatizzare la situazio-
ne: continuava a spuntare nei corridoi affollati cantando «È Potter cana-
glia che infuria e si scaglia...», e per di più accompagnava la canzone con
un balletto.
Gilderoy Allock sembrava convinto di essere stato lui a metter fine agli
attentati. Harry glielo sentì dire alla professoressa McGranitt, una volta che
i Grifondoro si stavano preparando per la lezione di Trasfigurazione.
«Non credo che ci saranno altri disordini, Minerva» disse battendosi un
dito sul naso con l'aria di chi la sa lunga e ammiccando. «Credo proprio
che stavolta la Camera sia stata chiusa per sempre. Il colpevole deve esser-
si reso conto che io l'avrei stanato: era solo questione di tempo. Ragione-
vole, direi, a essersi fermato ora, prima che lo massacrassi.
«Vede, quello di cui la scuola ha bisogno in questo momento è un soste-
gno morale. Cancellare i ricordi dell'ultimo trimestre! Ora non voglio anticipare niente, ma credo di sapere esattamente di che cosa...»
Si picchiò di nuovo la punta del naso e si allontanò a gran passi.》

《Idiota》disse come al solito James.

《Quel che intendesse Allock quando parlava di sostegno morale fu chiaro
la mattina del 14 febbraio, a colazione. La notte prima Harry non aveva
dormito molto per via di un allenamento notturno di Quidditch e quando
arrivò trafelato al tavolo dei Grifondoro era in leggero ritardo. Per un attimo credette di avere varcato la porta sbagliata.
Le pareti erano coperte di grossi fiori di un rosa acceso. Come se non
bastasse, dal soffitto color azzurro pallido piovevano coriandoli a forma di
cuore. Harry si avvicinò al tavolo dei Grifondoro, dove Ron sembrava in
preda a un attacco di nausea e Hermione rideva in maniera insulsa.
«Che cosa succede?» chiese Harry sedendosi e togliendo i coriandoli dal
bacon.
Ron indicò il tavolo degli insegnanti, troppo disgustato per parlare. Al-
lock, che indossava un abito dello stesso colore rosa acceso delle decora-
zioni, stava agitando le braccia per chiedere silenzio. Gli insegnanti che
sedevano al suo fianco erano impassibili, come pietrificati. Dal punto dove
si trovava, Harry vedeva un muscolo contrarsi sulla guancia della McGra-
nitt. Quanto a Piton, pareva gli avessero propinato un bel bicchierone di
Ossofast.
«Buon San Valentino!» esclamò Allock. «E il mio grazie alle quaranta-
sei persone che mi hanno mandato una cartolina di auguri! Si, mi sono pre-
so la libertà di farvi una piccola sorpresa... e non finisce qui!»
Così dicendo batté le mani e dalle porte della Sala d'Ingresso entrarono
una dozzina di nani dall'aria arcigna. Ma non erano nani qualsiasi. Allock
li aveva dotati tutti di ali dorate e di un'arpa.
«I miei amici cupidi, postini d'amore!» annunciò raggiante Allock. «Og-
gi andranno in giro per tutta la scuola, consegnando i vostri auguri di San
Valentino! E il bello non finisce qui. Sono sicuro che i miei colleghi vor-
ranno condividere lo spirito della festa! Perché non chiedete al professor
Piton di mostrarvi in quattro e quattr'otto come si prepara una Pozione
d'Amore? E già che ci siamo, il professor Vitious, quel vecchio furbac-
chione, di Incantesimi Incantevoli ne sa più di qualsiasi mago io abbia mai
conosciuto!»
Il professor Vitious si nascose la faccia tra le mani. Quanto a Piton, la
prima persona che si fosse azzardata a chiedergli una Pozione d'Amore ri-
schiava l'avvelenamento.》

The story of Harry Potter -The boy who lived-Where stories live. Discover now