■L'avvertimento di Dobby (3)

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Dopo un lungo volo, tornò giù e vide i due amici avvicinarsi. 《Harry, cos'hai?》chiese la riccia aiutandolo con la scopa. 《Nulla, avevo voglia di fare due giri》disse e Ron lo guardò. 《Sicuro?》chiese e Harry annuì.

I tre vennero raggiunti dai malandrini. 《Però sei bravo a volare》disse Andromeda al corvino che annuì. 《Grazie signora Black》ringraziò. 《Chiamami anche Andromeda. Non mi sono mai rispecchiata come una Black》rispose la donna. 《Vedi Harry, sia io che mia cugina siamo stati diseredati dalla nostra famiglia quando non abbiamo deciso di condividere i loro ideali. La famiglia Black è una delle sacre 28, la più antica e il motto è 'Per sempre puri', erano quasi tutti sostenitori di Voldemort, e convinti del sangue puro》disse Sirius sedendosi.

《Già, io sono stata diseredata quando ho sposato Ted, un nato babbano. Mia madre e mio padre furono innoriditi dalla mia scelta e cui mandata via di casa.》disse la donna sedendosi accanto al cugino. 《Anche Regulus?》chiese curioso. 《No, io non sono riuscito a ribellarmi. Non ero forte come Sirius o Meda.》rispose il ragazzo. 《Ero convinto di servire la mia famiglia a lungo, poi venendo qui, ho cambiato idea. Soprattutto nel aver sentito la lettura, mi ha aiutato a capire da che parte stare.》finì e sorrise al fratello.

《Anche la famiglia di tuo padre era imparentata con i Black. Anche tu e Draco siate parenti alla lontana.》disse Sirius. 《Davvero?》chiese 《Si, anche mio. Dovremo essere tipo cugini di qualche grado》disse Ron. Harry scoprì cose che non aveva mai saputo prima.

《Wow, quindi si spostavano tra cugini?》《Si, Harry. Io dovevo sposare Narcisa, ma poi sono andato via e si è sposata con Lucius.》disse Sirius. 《Tu e tua cugina? Ma è legale?》《Si, e i miei genitori a loro volta erano cugini. Dovevano portare avanti il segue puro》disse sempre Sirius. 《Ma è da malati》esclamò. 《Già.》rispose Ron.

Harry passò altro tempo con tutti loro e quando vide arrivare anche i genitori, inventò la scusa di doversi vedere con Fred ed entrò nel castello. Girovagò per il castello e si fermò qusndo senti due voci provenire dall'aula docenti.

《Quindi Severus hai fatto il doppio gioco》sentì parlare Lucius. 《Sono fedele al Signore oscuro, Lucius. Se ricordi bene, faccio la spia per lui, e non per Silente.》rispose la voce atona del pipistrello. 《Davvero? Dove è riposta la tua lealtà? Cosa dirà il Signore oscuro quando tornerà?》Harry sentì lo stomaco chiudersi in una morsa mortale. 《Lui si fidava di me, e devo ricordarti che sei stato Tu a fallire l'anno scorso. Se avessi giocato bene le tue carte, ora il Signore oscuro sarebbe tornato da noi》lo sentì dire.

《Quel Potter sta sempre in mezzo》sputò con rabbia Lucius. 《I problemi vanno eliminati dalla radice.》《Ma Severus, ora che ha anche i genitori, sarà difficile ucciderlo.》disse Lucius. 《Trova un modo, o il Signore oscuro quando tornerà, non sarà felice.》E poi si nascose quando li vide uscire dall'aula.

Una volta solo si sedette per terra. Piton voleva ucciderlo, o meglio voleva che lo facesse Lucius prima che tornasse Voldemort. Ma come poteva tornare Voldemort? 《Harry》si sentì chiamare e saltò sul posto. Alzò poi lo sguardo e vide Ginny guardarlo curiosa. 《Ginny》disse alzandosi. 《Tutto bene?》chiese la rossa. 《Si, pensavo. A te?》《Tutto bene...solo che ho paura di quello che potrà esserci nel libro》confessò e Harry sorrise. 《Tranquilla, andrà bene》la tranquillizzò e insieme andarono in sala grande.

《Harry, non dovevi vederti con Fred?》chiese la madre non appena si sedette. 《Ho incrociato Ginny e ci siamo messi a parlare.》rispose e vide la cena apparire sul tavolo. Con essa, anche  la lettura iniziò.

《Il capolavoro di pasticceria di zia Petunia, la montagna di panna cospar-
sa di violette di zucchero, stava galleggiando in aria, vicino al soffitto. In
cima a un armadio, nell'angolo, stava accovacciato Dobby.
«No!» supplicò Harry con voce rauca. «Te ne prego... mi ammazzeran-
no...»
«Harry Potter deve dire che non tornerà a scuola...»
«Dobby... ti prego...»
«Lo dica, signore...»
«Non posso!»
Dobby gli lanciò un'occhiata tragica.
«Allora Dobby deve farlo, signore, per il bene di Harry Potter».
Il dolce cadde a terra con uno schianto da infarto. La panna imbrattò fi-
nestre e muri e il piatto andò in frantumi. Con uno schiocco come una fru-
stata Dobby svanì nel nulla.
Si udirono delle grida provenire dalla sala da pranzo. Zio Vernon irruppe
in cucina dove trovò Harry, impalato, coperto da capo a piedi di panna e
violette. All'inizio sembrò che riuscisse a trovare una buona scusa per quel disa-
stro («È soltanto nostro nipote... un ragazzo molto disturbato... vedere e-
stranei lo mette a disagio, per questo lo abbiamo tenuto di sopra...»). Ri-
spedì i Mason, sconvolti, nella sala da pranzo, promise a Harry che quando
gli ospiti fossero andati via lo avrebbe scorticato vivo e gli allungò uno
straccio. Zia Petunia ripescò un gelato dal freezer e Harry, ancora tre-
mante, cominciò a darsi da fare per pulire la cucina.
Zio Vernon avrebbe ancora potuto concludere il suo affare se non fosse
stato per il gufo.
Zia Petunia stava facendo girare un cestino di cioccolatini digestivi alla
menta, quando un immenso gufo entrò dalla finestra, lasciò cadere una let-
tera sulla testa della signora Mason e volò via. La signora Mason gridò
come un'ossessa e fuggì dalla casa urlando qualcosa sui matti. Il signor
Mason rimase il tempo necessario a spiegare ai Dursley che sua moglie
aveva un terrore mortale degli uccelli di ogni forma e dimensione e a chie-
dere se avevano pensato di essere divertenti.》

The story of Harry Potter -The boy who lived-Where stories live. Discover now