♤Il dissenatore (3)

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Poi la lettura riprese. Silente pensava alle parole del giovane Malfoy, chiedendosi se il padre gli avesse in qualche modo affidato qualche compito. Lo avrebbe tenuto d'occhio.

《Harry e Ron si risedettero. Ron si massaggiò le nocche.
«Non ho intenzione di farmi insultare da Malfoy quest'anno» disse rab-
bioso. «Nessuna intenzione. Se fa un'altra battuta sulla mia famiglia, gli
prendo la testa e...»
Ron fece un gesto violento a mezz'aria.
«Ron» sibilò Hermione, indicando il professor Lupin, «attento...»
Ma il professor Lupin era ancora profondamente addormentato.
La pioggia s'infittì mentre il treno filava verso nord; i finestrini ora erano
di un grigio compatto e luccicante, che s'incupì gradualmente finché le luci
non si accesero lungo i corridoi e sopra le reticelle. Il treno sferragliava, la
pioggia tamburellava, il vento ululava, ma il professor Lupin continuò a
dormire.
«Dovremmo esserci ormai» disse Ron, sporgendosi per guardare, oltre il
professor Lupin, il finestrino ormai completamente nero.
In quel momento il treno prese a rallentare.
«Magnifico» disse Ron alzandosi e scavalcando con cautela l'insegnante
addormentato per cercare di vedere fuori. «Ho una fame da lupi. Voglio
andare al banchetto...»
«Non è possibile che ci siamo già» disse Hermione guardando l'orolo-
gio.》

《Cos'era successo》chiese il padre. 《Ora vedrai》 rispose Harry.

《«E allora perché ci fermiamo?»
Il treno perdeva velocità. Mentre il rumore degli stantuffi cessava, il
vento e la pioggia urlavano ancora più forte oltre i vetri.
Harry, che era il più vicino alla porta, si alzò e dette un'occhiata in corri-
doio. In tutto il vagone teste curiose spuntavano dagli scompartimenti.
Il treno si arrestò con uno scossone e una serie di tonfi lontani annunciò
loro che i bagagli erano caduti dalle reticelle. Poi, senza alcun preavviso,
tutte le luci si spensero e cadde la più completa oscurità.
«Che cosa succede?» La voce di Ron risuonò alle spalle di Harry.
«Ahia!» strillò Hermione. «Ron, quello era il mio piede!»
Harry cercò il suo sedile a tentoni.
«Credete che ci sia un guasto?»
«Non so...»
Si udì un rumore stridente, e Harry vide la scura sagoma di Ron che pu-
liva un pezzetto di finestrino e cercava di guardare fuori.
«C'è qualcosa che si muove laggiù» disse Ron. «Credo che qualcuno stia
salendo...»
La porta dello scompartimento si aprì all'improvviso e qualcuno inciam-
pò nelle gambe di Harry.
«Scusa... sapete che cosa succede? Ahia... scusate...»
«Ciao, Neville» disse Harry, tendendo le mani nel buio fino ad afferrare
Neville per il mantello.
«Harry? Sei tu? Che cosa succede?»
«Non lo so... siediti...»
Ci fu un sibilo acuto e un gemito di dolore. Neville aveva cercato di se-
dersi su Grattastinchi.
«Vado a chiedere al macchinista che cosa succede» disse Hermione.
Harry la sentì passare, udì la porta aprirsi di nuovo, e poi un tonfo e due
strilli.
«Chi è là?»
«Chi sei tu?»
«Ginny?»
«Hermione?»
«Che cosa fai?»
«Stavo cercando Ron...»
«Entra e siediti...»
«Non qui!» disse Harry in fretta. «Qui ci sono io!»
«Ahia!» gemette Neville.》

Quella scena fece ridere qualche studente.

《«Silenzio!» disse all'improvviso una voce roca.
A quanto pareva il professor Lupin si era finalmente svegliato. Harry lo
sentì muoversi nel suo angolo. Nessuno parlò.
Si udì un basso crepitio e una luce tremolante riempi lo scompartimento.
Il professor Lupin teneva in mano una manciata di fiammelle. Gli illumi-
navano il viso grigio e stanco, ma gli occhi erano attenti e guardinghi.
«Restate dove siete» disse con la stessa voce roca, e si alzò lentamente
tenendo davanti a sé la manciata di fiammelle.
Ma la porta si aprì piano piano prima che Lupin potesse raggiungerla.
In piedi sulla soglia, illuminata dalle fiammelle danzanti nella mano di
Lupin, c'era una figura ammantata che torreggiava fino al soffitto. Aveva il
volto completamente nascosto dal cappuccio. Gli occhi di Harry sfreccia-
rono in basso, e quello che vide gli diede una stretta allo stomaco. Una
mano spuntava dal mantello, ed era scintillante, grigiastra, viscida e rugo-
sa, come una cosa morta rimasta troppo a lungo nell'acqua...
Ma fu visibile solo per un attimo. Come se la creatura sotto il mantello
avesse avvertito lo sguardo di Harry, la mano si ritrasse all'improvviso nel-
le pieghe nere della stoffa.
Poi la cosa, quale che fosse, trasse un lungo, lento, incerto sospiro, come
se cercasse di respirare qualcosa di più dell'aria.
Un freddo intenso calò su di loro. Harry sentì il respiro mozzarsi nel pet-
to. Il freddo penetrò fin sotto la pelle. Era dentro di lui, s'insinuava fino al
cuore...
Gli occhi di Harry si rovesciarono. Non vedeva più niente. Annegava nel
gelo. Senti un rumore come uno scroscio d'acqua, e poi fu trascinato verso
il basso, e il rombo diventava più forte...
E poi, da molto lontano, sentì urlare. Urla terribili, di orrore, di supplica.》

The story of Harry Potter -The boy who lived-Where stories live. Discover now