♤Gatto, topo, cane (2)

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《Qualcosa lampeggiò negli occhi cupi di Black.
«Stenditi» disse piano a Ron. «Hai la gamba rotta».
«Mi hai sentito?» disse Ron debolmente, aggrappandosi a fatica a Harry
per non cadere. «Dovrai ucciderci tutti e tre!»
«Qui morirà una sola persona questa notte» disse Black, e il suo ghigno
si allargò.
«Perché?» esplose Harry, cercando di liberarsi dalla presa di Ron e
Hermione. «L'ultima volta non ci hai badato, vero? Non ti è importato
niente di uccidere tutti quei Babbani per arrivare a Minus... che cosa suc-
cede, Azkaban ti ha rammollito?»
«Harry!» protestò Hermione. «Stai zitto!»
«HA UCCISO MIA MADRE E MIO PADRE!» ruggì Harry, e con
grande sforzo si liberò dalla stretta di Ron e Hermione e balzò in avanti...
Si era dimenticato della magia... si era dimenticato di essere piccolo,
magro e di avere solo tredici anni, mentre Black era un uomo fatto, e molto
alto, anche. Harry sapeva solo che voleva fargli più male che poteva e che non gli importava se veniva a sua volta ferito...
Forse fu lo stupore nel veder fare a Harry una cosa così sciocca, ma
Black non alzò le bacchette in tempo. Una delle mani di Harry si strinse at-
torno al suo polso ossuto, deviando le bacchette; l'altra colpì la testa di
Black e caddero tutti e due all'indietro, verso il muro.》

Sirius strinse di più Harry, il corvino lo lasciò fare.

《Hermione strillò; Ron urlò; ci fu un lampo accecante mentre le bacchette
nella mano di Black sparavano in aria un getto di scintille che mancò per
un soffio il viso di Harry; quest'ultimo sentì il braccio rattrappito agitarsi
follemente sotto le sue dita, ma non mollò la presa, mentre con l'altra mano
colpiva tutte le parti di Black che gli capitavano a tiro...
Ma la mano libera di Black afferrò Harry per la gola...
«No» ringhiò. «Ho aspettato troppo...»
Le dita si strinsero, Harry si sentì soffocare, gli occhiali di traverso.
Poi vide il piede di Hermione scattar fuori dal nulla. Black lasciò andare
Harry con un grugnito di dolore. Ron si gettò sulla mano armata di bac-
chette di Black, e Harry udì un lieve rumore...
Si liberò dal groviglio di corpi e vide la sua bacchetta che rotolava sul
pavimento; si tuffò per prenderla, ma...
«Argh!»
Grattastinchi si era tuffato nella mischia e aveva affondato gli artigli nel
braccio di Harry, che se lo scrollò di dosso. Ma Grattastinchi scattò verso
la bacchetta...
«NON FARLO!» urlò Harry sferrando al gatto un calcio che lo fece bal-
zare da una parte soffiando; Harry afferrò la bacchetta e si voltò...
«Toglietevi di mezzo!» gridò a Ron e Hermione.》

I malandrini, Harry, Ron, Hermione e Lily ringraziarono che tutto quello non successe.

《Non se lo fecero dire due volte. Hermione, cercando di riprendere fiato,
il labbro sanguinante, scattò di lato, recuperando la sua bacchetta e quella
di Ron. Ron strisciò fino al letto a baldacchino, e vi si lasciò cadere, ansan-
te, la faccia pallida ora quasi verdastra, le mani che stringevano la gamba
rotta.
Black giaceva scompostamente vicino al muro. Il suo petto si alzava e si
abbassava in fretta mentre lui osservava Harry avvicinarsi lentamente, la
bacchetta puntata dritta al suo cuore.
«Vuoi uccidermi, Harry?» sussurrò.
Harry si fermò sopra Black, la bacchetta ancora contro il suo petto, e lo
guardò. Un livido scuro gli si stava allargando sotto l'occhio sinistro e per-
deva sangue dal naso.
«Hai ucciso i miei genitori» disse Harry con voce appena tremante, ma la mano che reggeva la bacchetta rimase immobile.
Black lo guardò di sotto in su con i suoi occhi infossati.
«Non lo nego» disse molto piano. «Ma se sapessi com'è andata...»
«Com'è andata?» ripeté Harry, con le orecchie che gli pulsavano furio-
samente. «Tu li hai venduti a Voldemort, è tutto quello che devo sapere!»
«Devi ascoltarmi» disse Black, con una nota di urgenza nella voce. «Al-
trimenti lo rimpiangerai... non capisci...»
«Capisco molte più cose di quello che credi tu» esclamò Harry, con voce
più tremante che mai. «Non l'hai mai sentita, vero? Mia madre... che cerca
di impedire a Voldemort di uccidermi... e sei stato tu... sei stato tu...»
Prima che uno dei due potesse aggiungere altro, qualcosa di rosso sfrec-
ciò davanti a Harry; un attimo dopo, Grattastinchi balzò su Black e si si-
stemò sul suo petto. Black batté le palpebre e guardò il gatto.
«Scendi» mormorò, cercando di spingerlo via.
Ma Grattastinchi affondò gli artigli negli abiti di Black e non si mosse.
Voltò il brutto muso schiacciato verso Harry e lo guardò con gli occhioni
gialli. Alla sua destra, Hermione ruppe in un singhiozzo.
Harry guardò Black e Grattastinchi, la presa sempre più salda sulla bac-
chetta. E allora, che cosa gli importava di dover uccidere anche il gatto?
Era alleato di Black... se era pronto a morire per cercare di proteggerlo,
non erano affari di Harry... se Black voleva salvarlo, era solo la prova che
gli importava più di Grattastinchi che dei genitori di Harry...
Harry alzò la bacchetta. Era il momento di agire. Era il momento di ven-
dicare suo padre e sua madre. Stava per uccidere Black. Doveva uccidere
Black. Era la sua occasione...
I secondi si allungarono, e Harry era ancora lì paralizzato, la bacchetta a
mezz'aria, mentre Black lo guardava tenendo Grattastinchi sul petto. Dal
baldacchino arrivava il respiro affannoso di Ron; Hermione taceva.
E poi si udì un nuovo rumore...
Passi attutiti echeggiarono attraverso il pavimento... qualcuno cammina-
va al piano di sotto.
«SIAMO QUASSÙ!» urlò Hermione all'improvviso. «SIAMO QUAS-
SÙ... C'È SIRIUS BLACK... PRESTO!»》

The story of Harry Potter -The boy who lived-Where stories live. Discover now