♤Il segreto di Hermione (3)

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《Guardarono i quattro uomini salire le scale del castello e sparire. Per
qualche minuto la scena rimase deserta. Poi...
«Ecco Lupin!» disse Harry, mentre un'altra sagoma sfrecciava giù e cor-
reva verso il Platano. Harry guardò il cielo. Le nuvole oscuravano comple-
tamente la luna.
Osservarono Lupin che raccoglieva un ramo spezzato e premeva il nodo
sul tronco. L'albero cessò di lottare, e anche Lupin scomparve nella fessura
tra le radici.
«Se solo avesse preso il Mantello» disse Harry. «È lì per terra...»
Si voltò verso Hermione. «Se corressi a prenderlo adesso, Piton non potrebbe mai impadronirsene
e...»
«Harry, non dobbiamo farci vedere!»
«Come fai a sopportarlo?» chiese Harry aspramente. «Come fai a star lì
a guardare e basta?» Esitò. «Vado a prendere il Mantello!»
«Harry, no!»
Hermione riuscì a trattenere Harry per i vestiti appena in tempo. Proprio
in quel momento sentirono una canzone. Era Hagrid che saliva al castello,
cantando a squarciagola e barcollando un po'. Aveva con sé una grossa
bottiglia.
«Visto?» sussurrò Hermione. «Visto che cosa sarebbe successo? Dob-
biamo stare nascosti! No, Fierobecco!»
L'Ippogrifo stava cercando disperatamente di raggiungere Hagrid. Anche
Harry afferrò la corda, sforzandosi di trattenere Fierobecco. Seguirono con
lo sguardo Hagrid che zigzagava verso il castello, un po' brillo. Fierobecco
cessò di agitarsi e chinò il testone, malinconico.
Pochi minuti dopo, le porte del castello si riaprirono e Piton uscì di cor-
sa, diretto al Platano.
Harry strinse i pugni mentre Piton si fermava vicino all'albero e gettava
un'occhiata intorno. Poi Piton afferrò il Mantello e lo sollevò.
«Giù quelle sudicie mani» sibilò Harry sottovoce.》

James fu fiero del figlio, ed anche Lily ma non lo disse ad alta voce.

«Sst!»
Piton afferrò il ramo che Lupin aveva usato per immobilizzare l'albero,
premette il nodo e sparì indossando il Mantello.
«Ecco fatto» disse Hermione piano. «Siamo tutti là sotto... e adesso
dobbiamo solo aspettare di uscire...»
Afferrò il capo della corda che legava Fierobecco e lo annodò con cura
attorno all'albero più vicino, poi si sedette sul terreno asciutto e si abbrac-
ciò le gambe.
«Harry, c'è una cosa che non capisco... perché i Dissennatori non hanno
preso Sirius? Ricordo che sono arrivati, e poi credo di essere svenuta... ce
n'erano tanti...»
Anche Harry sedette. Raccontò quello che aveva visto: come, mentre il
Dissennatore più vicino si chinava verso di lui, una grande sagoma d'ar-
gento era arrivata al galoppo attraverso il lago e aveva costretto tutti i Dis-
sennatori alla fuga.
Hermione rimase a bocca aperta.
«Ma che cos'era?» «Poteva essere solo una cosa, per riuscire a mettere in fuga i Dissennato-
ri» disse Harry. «Un vero Patronus. Uno potente».
«Ma chi l'ha evocato?»
Harry non disse nulla. Stava ripensando alla persona che aveva visto sul-
l'altra riva del lago. Credeva di sapere chi fosse... ma com'era possibile?
«Non hai visto com'era?» insistette Hermione. «Era uno dei nostri inse-
gnanti?»
«No» rispose Harry. «Non era un insegnante».
«Ma doveva essere un mago molto potente per far fuggire tutti quei Dis-
sennatori... Se il Patronus brillava tanto, non era illuminato anche in fac-
cia? Non hai visto...»
«Sì, l'ho visto» disse Harry lentamente. «Ma... forse me lo sono immagi-
nato... ero confuso... sono svenuto subito dopo...»
«Chi credevi che fosse?»
«Credo...» Harry degluti, ben sapendo come sarebbe suonato strano
quello che stava per dire. «Credo che fosse mio padre».》

Sarebbe stato bello però》disse Harry. Ma ormai li aveva li, certo la loro versione giovane, ma erano .

The story of Harry Potter -The boy who lived-Where stories live. Discover now