●Il duello di mezzanotte (2)

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Harry stava parlando con Regulus, ma la sua mente era al fidanzato che l'aveva visto uscire con Angelina, ma si diceva che non doveva essere geloso.

《Okay vado a cercarlo》 -disse scusandosi con il ragazzo e andando in cerca del rosso, che trovò al Lago nero mentre organizzava uno scherzo con il fratello e le due ragazze.

《Quindi attacchiamo stasera?》 -disse Angelina e Fred annuì. 《Durante la lettura, dobbiamo lasciare il segno》-continuò Katie mentre si stringeva a George.

《Senti Fred, ti vedo spesso con Harry, che relazione ce tra voi due?》-chiese curiosa Angelina. Il rosso la guardò e rispose. 《Non abbiamo ancora dato un nome al nostro rapporto, ma ci piacciamo. Ritornando allo scherzo, penso che...》 ed Harry non sentì altro, si era felice della risposta, ma non gli piaceva il cambio di discorso.

Andò via e tornò al castello, dove l'aspettavano i suoi amici. Stette con loro in sala comune e poi vennero chiamati per la lettura. Quando Harry entrò in sala grande, andò a sedersi lontano da Fred, se l'era presa e non poco.

La lettura riprese con Bill.
《Harry la ignorò. Sentiva ilsangue pulsargli nelle
orecchie. Inforcò
la scopa, calciò forte ilsuolo e via, si levò in alto,
con il vento
che gliscompigliava i capelli e glisfilava di
dosso gli abiti... e
in un impeto di gioia selvaggia si rese conto di
aver scoperto una
cosa che sapeva fare senza bisogno di
studiare... era facile, era
meraviglioso. Sollevò leggermente la punta del
bastone per salire
ancora più in alto, e udì le grida e il respiro
ansimante delle
ragazze rimaste a terra, e l'urlo di ammirazione
di Ron. Virò con decisione in modo da trovarsi di fronte
a Malfoy, a
mezz'aria. Malfoy aveva l'aria esterrefatta.
‘Dammela’ gli gridò Harry, ‘o ti butto giù da quel
tuo manico di
scopa!’
‘Ah, sì?’ rispose l'altro con un ghigno che però
non dissimulava la
sua preoccupazione.
Ma Harry, chissà come, sapeva che cosa fare.
Si piegò in avanti,
afferrò saldamente la scopa con entrambe le
mani e partì come una
freccia in direzione di Malfoy. Malfoy fece appena in tempo a scansarsi; Harry invertì la rotta bruscamente
tenendo ben salda la
sua cavalcatura. Qualcuno, a terra, batté le
mani.
‘Niente Tiger e Goyle a salvarti l'osso del collo
quassù, eh,
Malfoy?’ lo apostrofò Harry.
Sembrò che anche a Malfoy fosse venuto in
mente lo stesso pensiero.
‘Prendila, se ci riesci!’ gli gridò, gettando la palla
di vetro in
aria e poi lanciandosi di nuovo in picchiata verso
terra.
Harry vide, come al rallentatore, la palla
sollevarsi in aria e poi
cominciare a ricadere giù. Si chinò in avanti e puntò il manico della scopa verso il basso: un
istante dopo, stava acquistando velocità in
una picchiata precipitosa, alla rincorsa della
palla, con il vento
che gli fischiava nelle orecchie, confondendosi
con le grida degli
astanti. Allungò la mano, e a pochi metri da terra
la afferrò, appena in tempo per raddrizzare la
scopa; poi atterrò dolcemente sull'erba
stringendo in mano la Ricordella sana e salva.
‘HARRY POTTER!’》

James sorrise al figlio, era felice che avesse ereditato da lui la passione per il Quiddich. Fred gli sorrise ma Harry lo ignorò, troppo impegnato per parlare con Regulus.

《Harry ebbe un tuffo al cuore più brusco di
quanto fosse stato il
suo atterraggio. La professoressa Mcgranitt
avanzava a passo di corsa verso di loro. Si mise
in piedi, tremante. ‘Mai... da quando sono a Hogwarts...’
La Mcgranitt era quasisenza parole per
l'indignazione e gli
occhiali le lampeggiavano furiosamente. ‘Come
osi... avresti potuto
romperti l'osso del collo...’
‘Non è stata colpa sua, professoressa...’
‘Taci, signorina Patil...’
‘Ma Malfoy...’
‘Basta così, Weasley. Potter, seguimi
immediatamente’.
A Harry non sfuggirono le facce trionfanti di
Malfoy, Tiger e
Goyle, mentre si allontanava come inebetito
dietro alla professoressa Mcgranitt, in direzione del castello. Sarebbe stato espulso, lo
sapeva benissimo. Voleva dire qualcosa per
difendersi, ma la voce
sembrava non volergli uscire. La professoressa
Mcgranitt procedeva a
passo veloce senza neanche degnarlo di uno
sguardo. Per tenerle
dietro, doveva correre. Ecco, era tutto finito.
Non aveva resistito
neanche due settimane. Entro dieci minuti
avrebbe fatto le valige.
Che cosa avrebbero detto i Dursley nel
vederselo ricomparire davanti?
Su per le scale esterne, su per la scala di
marmo, e la
professoressa Mcgranitt non gli aveva ancora detto una parola. [...]‘Miscusi, professor Vitious, mi presta Baston
per un attimo?’
"Bastone?" pensò Harry allibito; forse la
Mcgranitt aveva
intenzione di picchiarlo?
Ma, come scoprì ben presto, Baston era una
persona, un ragazzo
corpulento del quinto anno, che uscì esitante
dall'aula.
‘Voi due, venite con me’ disse la professoressa
Mcgranitt; i due ragazzi la seguirono lungo il
corridoio. Baston guardava Harry
incuriosito.
‘Qui dentro’. La professoressa indicò loro una classe che
sarebbe stata vuota,
non fosse stato per Pix, tutto intento a scrivere
parolacce sulla
lavagna.
‘Fuori, Pix!’ gli gridò. Pix lanciò il gessetto in un
recipiente,
facendolo risuonare rumorosamente, e sparì
imprecando. La Mcgranitt
glisbatté la porta alle spalle e si voltò a guardare
i due ragazzi.
‘Potter, questo è Oliver Baston. Baston... ti ho
trovato un
Cercatore’.
Da perplesso che era, Baston divenne
l'immagine della felicità.》

The story of Harry Potter -The boy who lived-Where stories live. Discover now