●Diagon Alley (1)

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Come consuetudine si ritrovarono tutti in Sala Grande.
Sta volta a leggere fu Fred, seduto accanto a Harry.

Diagon Alley. Il mattino dopo, Harry sisvegliò di buon'ora.
Benché si
rendesse conto che era giorno fatto, tenne gli
occhi ben chiusi.
‘E' stato tutto un sogno’ si disse con fermezza.
‘Ho sognato che un gigante di nome Hagrid è venuto a dirmi
che avrei
frequentato una scuola per maghi. Quando
aprirò gli occhi mi
ritroverò a casa dentro lo sgabuzzino’.
D'un tratto sisentì bussare forte.》

《Un pensiero molto pessimista》 -commentò Remus

‘Ecco zia Petunia che bussa alla porta’ pensò
Harry con il
cuore che glisi faceva piccolo piccolo. Ma
continuò a tenere gli
occhi chiusi. Era stato un sogno così bello!
Toc. Toc. Toc.
‘E va bene’ borbottò Harry, ‘misto alzando’.
Si mise seduto e il pesante pastrano di Hagrid gli
cadde di dosso. La catapecchia era tutta illuminata dal
sole, la bufera
era passata; Hagrid, in carne e ossa, dormiva sul
divano
sfondato, e un gufo raspava con gli artigli alla
finestra,
tenendo un giornale nel becco.
Harry scattò in piedi, ed era talmente contento
che sisentiva
leggero come un palloncino. Andò alla finestra e
la spalancò. Il
gufo volò dentro e lasciò cadere il giornale su
Hagrid, e poiché
non sisvegliava, cominciò a svolazzare sul
pavimento beccando il
suo soprabito. ‘Non fare così’.
Harry cercò discacciarlo con la mano, ma
quello batté il becco
con aria feroce e continuò a infierire sul
mantello.
‘Hagrid!’ disse Harry a voce alta. ‘C'è un gufo!’
‘Pagalo’ grugnì Hagrid dal divano.
‘Come?’
‘Bisogna pagarlo per la consegna del giornale.
Guarda nelle
tasche’.
Sembrava che il pastrano di Hagrid fosse fatto
soltanto di
tasche. Mazzi di chiavi, proiettili per fionda,
gomitoli di spago, mentine, bustine di tè... finalmente, Harry
tirò fuori una
manciata di monete dall'aspetto strano.
‘Dagli cinque zellini’ disse Hagrid con voce
assonnata.
‘Zellini?’
‘Le monetine di bronzo’.
Harry contò cinque piccole monete di bronzo e il
gufo allungò
la zampa per consentirgli di mettere il denaro in
un borsellino
di cuoio che vi portava legato. Poi volò via dalla
finestra
aperta.》

《Ma Hagrid come può un ragazzo sapere come si fa.》-lo riprese bonariamente la McGonagall.

《Hagrid sbadigliò rumorosamente, si mise seduto e sistiracchiò.
‘Meglio che andiamo, Harry, abbiamo un sacco
di cose da fare,
oggi: dobbiamo arrivare a Londra e fare gli
acquisti per la
scuola’.
Harry sistava rigirando tra le mani le monete
magiche e le osservava. Gli era appena venuto
in mente un pensiero che lo fece
sentire come se quel palloncino di felicità glisi
fosse bucato.
‘Ehm... Hagrid?’
‘Che cosa c'è?’ chiese Hagrid mentre si infilava
gli enormi
stivali. ‘Io non ho soldi... e haisentito zio Vernon ieri
sera... Lui
non tirerà fuori una lira perché io frequenti la
scuola di
magia’.
‘Che ti preoccupi?’ rispose Hagrid alzandosi e
grattandosi
vigorosamente la testa. ‘Pensi che i tuoi genitori
non ti hanno
lasciato niente?’
‘Ma se la loro casa è andata distrutta!’
‘Non tenevano mica l'oro in casa, ragazzo!
Allora, prima
fermata alla Gringott. La banca dei maghi.》

The story of Harry Potter -The boy who lived-Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu