♤Una grama sconfitta (3)

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Lily raggiunse Harry prima che potesse entrare dietro al quadro. 《Harry》lo chiamò ma il corvino non la sentì e scivolò in terra. Lily si avvicinò e lo strinse. 《Harry, sono qui..》《Si, ma mamma...quello è successo davvero...tu sei morta per me...》e si nascose nel suo petto. 《È vero, la me di quest'epoca è morta, ma io sono qui, pronta a prendermi cura di te. So che non è lo stesso, ma Harry con questa o quella versione, sono sempre tua madre.》disse dolcemente e stetterò così fino a che Harry si calmò.

Poi tornarono in sala grande, e Harry venne abbracciato dal padre. Silente, commosso, fece ripartire la lettura.

《«Per fortuna il terreno era molle».
«Credevo che fosse morto».
«Ma se non si è nemmeno rotto gli occhiali».
Harry sentiva un mormorio di voci, ma non avevano alcun senso. Non
aveva idea di dove fosse, o di come ci fosse arrivato, o di cosa avesse fatto
prima. Tutto quello che sapeva è che aveva male dappertutto, come se
qualcuno l'avesse picchiato.
«È la cosa più spaventosa che ho visto».
Spaventosa... la cosa più spaventosa... nere figure incappucciate.... fred-
do... grida...
Harry spalancò gli occhi. Era in infermeria. La squadra di Quidditch dei
Grifondoro, schizzata di fango da capo a piedi, era riunita attorno al suo
letto. C'erano anche Ron e Hermione, con l'aria di essere appena usciti da
una piscina.
«Harry!» disse Fred, pallidissimo sotto lo strato di fango. «Come ti sen-
ti?»
Era come se la memoria di Harry avesse premuto il tasto di avanzamento
veloce. I lampi... Il Gramo... il Boccino... e i Dissennatori...
«Che cosa è successo?» chiese, rizzandosi a sedere così di colpo che tutti
rimasero a bocca aperta.
«Sei caduto» spiegò Fred. «Da... almeno... quindici metri».》

Fred prese la sua mano, Harry fregandosene, appoggiò la testa sulla sua spalla.

《«Credevamo che fossi morto» disse Alicia, tremante.
Hermione fece un verso stridulo. Aveva gli occhi rossi.
«Ma... la partita?» chiese Harry. «Che cosa è successo? È stata sospesa?»
Nessuno disse nulla. La terribile verità sprofondò dentro Harry come
una pietra.
«Non avremo... perso?»
«Diggory ha preso il Boccino» disse George. «Dopo che sei caduto. Non
si è accorto di quello che era successo. Quando si è guardato indietro e ti
ha visto per terra, ha cercato di far sospendere la partita. Voleva che rigio-
cassimo. Ma hanno vinto lealmente... lo ha ammesso anche Baston».
«Dov'è Baston?» chiese Harry, notando all'improvviso la sua assenza.
«È alle docce» disse Fred. «Crediamo che stia tentando di annegarsi».
Harry lasciò cadere la testa fra le ginocchia e si mise le mani nei capelli.
Fred lo prese per la spalla e lo scosse con forza》

Fred lo tenne sempre più stretto, Cedric lo guardava male. Harry era suo, e suo soltanto.

《«Dài, Harry, non avevi mai perso un Boccino».
«Doveva pur succedere prima o poi» lo consolò George.
«Non è ancora finita» disse Fred. «Abbiamo perso per cento punti, giu-
sto? Quindi se Tassorosso perde con Corvonero e noi battiamo Corvonero
e Serpeverde...»
«Tassorosso dovrebbe andar sotto di almeno duecento punti» disse Ge-
orge.
«Ma se battono Corvonero...»
«Impossibile, i Corvonero sono troppo bravi. Ma se Serpeverde perde
contro Tassorosso...»
«Dipende tutto dal punteggio... un margine di cento punti, in più o in
meno...»
Harry rimase disteso, in silenzio. Avevano perso... per la prima volta,
aveva perso una partita a Quidditch.
Dopo una decina di minuti, Madama Chips venne a dire alla squadra di
lasciarlo in pace.
«Verremo a trovarti più tardi» gli disse Fred. «Non buttarti giù, Harry,
sei sempre il miglior Cercatore che abbiamo mai avuto».》

《Si Fred avevi decisamente una cotta per Harry》lo prese in giro il fratello, e Fred rise. Harry si strinse di più, pensava alla voce della madre poco prima di morire. Era colpa sua.

《I ragazzi uscirono lasciando dietro di sé una scia di fango. Madama
Chips chiuse la porta alle loro spalle, con uno sguardo di disapprovazione.
Ron e Hermione si avvicinarono al letto di Harry.
«Silente era arrabbiatissimo» disse Hermione con voce tremula. «Non
l'avevo mai visto così. È corso in campo mentre cadevi, ha agitato la bac-
chetta e tu hai rallentato la caduta. Poi ha puntato la bacchetta contro i Dis-
sennatori. Gli ha spedito contro una roba d'argento. Se ne sono andati subi-
to... era su tutte le furie perché erano entrati, l'abbiamo sentito...»«Poi ha fatto apparire una barella e ti ci ha fatto salire con un incantesi-
mo» disse Ron. «Ed è tornato a scuola con te che ci galleggiavi sopra. Tut-
ti credevano che fossi...»
La sua voce si spense, ma Harry quasi non se ne accorse. Stava pensan-
do a quello che gli avevano fatto i Dissennatori... alla voce che urlava. Al-
zò gli occhi e vide Ron e Hermione che lo guardavano così preoccupati
che cercò in fretta qualcosa di concreto da dire.》

《Non me lo sarei mai perdonato Harry, se fossi morto》disse Silente. 《Non sarebbe stata colpa sua signore》rispose con voce roca. 《Eri sotto la mia protezione, lo sarebbe stato. Ma sono felice che non sia accaduto.》rispose e gli sorrise.

《«Qualcuno ha preso la mia Nimbus?»
Ron e Hermione si scambiarono una rapida occhiata.
«Ehm...»
«Come?» chiese Harry, spostando lo sguardo dall'uno all'altra.
«Be'... quando sei caduto, è stata spazzata via dal vento» disse Hermione
esitante.
«E poi?»
«E poi è finita... è finita... oh, Harry, è finita sul Platano Picchiatore».
Harry si sentì torcere dentro. Il Platano Picchiatore era un albero molto
violento che si trovava nel bel mezzo del cortile, isolato.
«E poi?» chiese temendo la risposta.
«Be', lo sai com'è il Platano Picchiatore» disse Ron. «A lui... a lui non
piace essere colpito».
«Il professor Vitious l'ha riportata indietro poco prima che ti svegliassi»
disse Hermione con una vocina piccola piccola.
Lentamente, si chinò per prendere una borsa ai suoi piedi, la rovesciò e
fece cadere sul letto dei pezzetti di legno e saggina scheggiati e spezzati, i
soli resti del fedele manico di scopa di Harry, definitivamente distrutto.》

La lettura finì. Silente diede del tempo ai ragazzi di riprendersi e poi fece entrare il Calice di Fuoco. Tutti ora erano attenti.

《Ed ora, come promesso, saranno decisi i tre campioni.》annunciò con voce alta. Il calice si accese e sputò fuori il primo nome. 《Per la scuola di Beauxbatons, Fleur DeLacour.》e la ragazza si alzò felice, mentre altre compagne di scuola piangevano. Poi il Calice sputò un secondo nome. 《Per la scuola di Drumstrang, Viktor Krum》e i suoi compagni esultarono mentre spariva dietro una porta.

Di nuovo il Calice sputò il terzo nome. 《E infine per Hogwarts, Cedric Diggory》e il ragazzo si alzò con gli applausi si tutti. Anche lui sparì dietro la porta. Silente fece per parlare ma il Calice sputò un quarto nome.

Tutti videro il Preside sbiancare. 《Harry Potter》urlò e Harry quasi non cadde dalla panca. Tutti erano silenziosi. I genitori si alzarono. 《Non è possibile. Non può permetterlo》disse Lily. 《Harry vai dietro quella porta.》disse il Preside e Harry come se stesse andando al creatore, sparì dietro la porta, quasi con una crisi di nervi.

Poco dopo venne raggiunto dal Preside, i genitori e il corpo docente. 《Harry hai messo tu il nome nel calice? O hai chiesto a qualcuno di farlo》disse dolcemente. 《No, signore》rispose Harry mentre la madre lo abbracciava. 《Albus non può partecipare》disse di nuovo. 《Ce un antico contratto vincolante. Il ragazzo deve partecipare》disse Crouch serio. Silente aveva le mani legate.

Quando tutti andarono via, Harry si sedette sulla poltrona e si portò le mani nei capelli. James lo strinse. 《Tu aiuteremo noi.》disse e vide il Preside annuire.

Poi, uscirono ed Harry venne circondato dagli amici. 《Allora?》chiese Hermione. 《Sono costretto a partecipare...》rispose e si fece largo, uscendo dalla sala grande peggio di prima. Sirius fu subito da lui. 《Harry》lo chiamò e poi lo portò nella sua stanza privata. 《Harry, non permetterò che tu muoia, te lo prometto》disse solenne e Harry pianse stretto a lui.

Quella era una giornata da dimenticare. Il destino lo odiava.

The story of Harry Potter -The boy who lived-Where stories live. Discover now