♤Il servo di Voldemort (1)

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《Hermione urlò. Black balzò in piedi. Harry trasalì come se fosse stato
colpito da una forte scarica elettrica.
«L'ho trovato alle radici del Platano Picchiatore» disse Piton gettando di
lato il Mantello, bene attento a tenere la bacchetta puntata dritto al petto di
Lupin. «Molto utile, Potter, ti ringrazio...»
Piton era un po' ansante, ma la sua espressione traboccava di trionfo re-
presso. «Forse vi state chiedendo come facevo a sapere che eravate qui?»
disse, gli occhi luccicanti. «Sono appena stato nel tuo studio, Lupin. Que-
sta notte hai dimenticato di prendere la tua pozione, così te ne avevo porta-
to un boccale intero. E meno male... meno male per me, voglio dire. Sulla
tua scrivania c'era una certa mappa. Mi è bastata un'occhiata per sapere tut-
to quello che volevo. Vi ho visti sparire in questo passaggio».
«Severus...» cominciò Lupin, ma Piton non lo lasciò continuare. «Ho detto e ridetto al Preside che stavi aiutando il tuo vecchio amico
Black a entrare nel castello, Lupin, ed ecco qui la prova. Nemmeno io mi
sarei sognato che avresti avuto il coraggio di usare questa vecchia baracca
come nascondiglio...»
«Severus, stai commettendo un errore» disse Lupin incalzante. «Non hai
sentito tutta la storia... ti posso spiegare... Sirius non è qui per uccidere
Harry...»
«Altri due criminali pronti per Azkaban questa notte» disse Piton con gli
occhi febbrili. «Sono curioso di vedere come la prenderà Silente... era con-
vinto che tu fossi innocuo, sai, Lupin... un Lupo Mannaro addomestica-
to...»
«Stupido» disse piano Lupin. «Vale la pena di rinchiudere un innocente
ad Azkaban per una lite tra ragazzi?»
BANG! Sottili funi serpentine uscirono dalla punta della bacchetta di Pi-
ton e si avvolsero attorno alla bocca, ai polsi e alle caviglie di Lupin, che
perse l'equilibrio e cadde a terra, immobilizzato. Black avanzò verso Piton,
che gli puntò la bacchetta tra gli occhi.
«Dammi solo una scusa» sussurrò. «Dammi solo una scusa per farlo, e
giuro che lo farò».
Black si fermò. Impossibile dire quale dei due volti esprimeva più odio.
Harry rimase lì paralizzato, senza sapere cosa fare o a chi credere. Guar-
dò Ron e Hermione. Ron era confuso quanto lui e continuava a lottare per
trattenere l'agitatissimo Crosta. Hermione, comunque, fece un passo incer-
to verso Piton e disse, con voce rotta:
«Professor Piton... non... non le pare il caso di ascoltare quello che han-
no da dire, o... o no?»
«Signorina Granger, sei già praticamente sospesa!» sbottò Piton. «Tu,
Potter e Weasley siete fuori dai confini della scuola, in compagnia di un
uomo condannato per assassinio e di un Lupo Mannaro. Per una volta nella
vita, chiudi la bocca».
«Ma se... se ci fosse stato un errore...»
«STAI ZITTA, STUPIDA RAGAZZINA!» urlò Piton, perdendo il con-
trollo all'improvviso. «NON PARLARE DI COSE CHE NON CAPISCI!»
Qualche scintilla sprizzò dalla punta della sua bacchetta, che era ancora
puntata verso il volto di Black. Hermione tacque.
«La vendetta è dolcissima» sibilò Piton a Black. «Quanto ho sperato di
essere io a catturarti...»
«Rischi di nuovo di passare per stupido, Severus» sibilò Black.
«Se questo ragazzo porta il suo topo al castello» e fece un cenno verso Ron, «ti se-
guirò senza far storie...»
«Al castello?» disse Piton suadente. «Non credo che dovremo andare
cosi in là. Non devo far altro che chiamare i Dissennatori, una volta usciti
dal Platano. Saranno felicissimi di vederti, Black... così felici che ti daran-
no un bacetto, credo...»
Quel poco di colore rimasto sul viso di Black svanì.
«Tu... tu devi ascoltarmi» disse con voce roca. «Il topo... guarda il to-
po...»
Ma nello sguardo di Piton c'era una luce folle che Harry non aveva mai
visto prima. Sembrava aver perso la ragione.
«Muovetevi, tutti quanti» disse. Schioccò le dita, e i capi delle funi che
tenevano legato Lupin gli volarono in mano. «Io terrò il Lupo Mannaro.
Forse i Dissennatori vorranno baciare anche lui...»
Senza perdere tempo a riflettere, Harry attraversò la stanza in tre passi e
bloccò la porta.
«Levati di torno, Potter, sei già abbastanza nei guai» sibilò Piton. «Se
non fossi stato qui a salvarti...»
«Il professor Lupin avrebbe potuto uccidermi cento volte quest'anno»
disse Harry. «Sono rimasto solo con lui per ore, a prendere lezioni di dife-
sa contro i Dissennatori. Se davvero stava aiutando Black, perché non mi
ha finito allora?»
«Non chiedermi di immaginare come funziona la mente di un Lupo
Mannaro» sibilò Piton. «Togliti, Potter».
«LEI È PATETICO!» gridò Harry. «SOLO PERCHÉ A SCUOLA LA
PRENDEVANO IN GIRO NON HA NEMMENO INTENZIONE DI A-
SCOLTARE...»
«SILENZIO! NON PERMETTO CHE MI SI PARLI CON QUESTO
TONO!» strillò Piton, più folle che mai. «Tale padre tale figlio, Potter! Ti
ho appena salvato la vita, dovresti ringraziarmi in ginocchio! Ti sarebbe
stato proprio bene se ti avesse ucciso! Saresti morto come tuo padre, sei
troppo arrogante per credere che potresti esserti sbagliato sul conto di
Black... ora fuori dai piedi, o ti ci spedirò io... FUORI DAI PIEDI, POT-
TER》

The story of Harry Potter -The boy who lived-Where stories live. Discover now