Beyond the surface

By Claire_Dee_

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La storia contiene due volumi: - BEYOND THE SURFACE (completo) - UNTIL THE END (completo) Megan Tanner è la c... More

Booktrailer e cast!
Prologo
1. Catering
2. Una foto di troppo
3. Incastrata
4. La bassa Wealthill
5. C'è del marcio anche in voi
6. Il badge
7. Sotto sono nuda
8. Hai firmato la tua condanna
9. Heavy dirty soul
10. Tradimento
11. Guerra e pace
12. Fantasie confuse
13. Cavallerizza provetta
14. Salice piangente
15. I Tanner ripagano sempre i debiti
16. Il fascino del proibito
17. Chiacchiere e punizioni
18. Il tatuaggio
19. Sacro e profano
20. Tizzoni ardenti
21. Senso del dovere
22. Automa
23. Le guardie del corpo
24. Giochi pericolosi
25. Per un vaso rotto
26. Perfezione
27. Il gioco continua
29. M'ama... non m'ama
30. Squarcio di cielo stellato
31. L'eccezione
32. Aiutami a respirare
33. Confessioni
34. Sorriso da angelo, sguardo da diavola
35. Soffocata dall'afa
36. Defiance
37. Il cavaliere oscuro
38. L'unica cosa è l'amore
39. Mostro di ghiaccio
40. Deep
41. Perdersi...
42. E ritrovarsi
43. Gli stivali da cavallerizza tienili
44. Il disegno
45. Bugie bianche
46. Gelosia
47. Un'altra dimensione
48. Cene e proposte
49. Macchie bianche
50. Sempre gli stessi
51. Niente è come sembra
52. L'orfanello
53. Mosse e contromosse
54. Cuore ghiacciato, anima rovente
55. Cocci rotti
56. Oltre i demoni
57. Incubi come realtà
58. Solo l'inizio
Epilogo
UNTIL THE END (secondo volume)
1. Tutto quello che mi uccide...
2. Mi fa sentire viva
3. Nessuno è senza peccato
4. Ti prenderò sempre
5. Il diavolo e l'acqua santa
6. Forze e debolezze
7. Scintille di guerra
8. Alea iacta est
9. Vittima o carnefice?
10. Sentirlo nel cuore
11. Momenti rubati
12. Un passo avanti
13. Rose e spine
14. Omnes feriunt...
15. Ultima necat
16. Uno dei tanti caduti
17. Diventare una famiglia
18. Hide and seek
19. Glimpse of us
20. Che la guerra abbia inizio
21. Worthless
22. No more excuses
23. Too much is not enough
24. Lossless
25. Two ghosts
26. Too much love will kill you
27. Rescue me
28. Mors tua, vita mea
29. New dawn
30. Sweetness
31. Così perfetto per me
32. Cowardice and fear
33. Provando a darti tutto
34. La nostra strada
35. Il sapore dell'eternità
36. Il riconoscersi delle ombre
37. Visione
38. Vengeance
39. Bond
40. A qualsiasi costo
41. Quia pulvis es...
42. Et in pulverem reverteris
Vuoto
43. Until the end
44. Breathe
Epilogo
Fine?

28. La collana

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By Claire_Dee_

Megan

Se c'era una cosa a cui ero veramente legata, erano i miei gioielli. Ne avevo una quantità spropositata, sì, ma la maggior parte mi era stata regalata quando ero piccola. Quindi da mia madre. Era impensabile per me lasciarne un solo singolo pezzo. Magari qualcuno l'avrei nascosto, come il carillon, che sebbene non fosse al pari di una collana di diamanti, di certo aveva un valore inestimabile.

Per quanto detestai Caitlyn per quel che mi stava facendo, in cuor mio sapevo che stavo per fare un'opera di bene. Lei era così cattiva da fossilizzarsi solo sul fatto che dovessi perdere tutto ciò a cui tenessi, da non valutare l'idea invece che così poteva solo mettermi in buona luce.

Ma non con il mio ragazzo.

«Tu... COSA!?» La voce di Travi esplose per tutto il salone, quello che usavamo con più frequenza. Era talmente grande e vuoto che rimbombò per la stanza, quasi come ci fosse l'eco. Non l'avevo mai visto così arrabbiato, aveva quasi un tic all'occhio che non riusciva a controllare. D'istinto mi ritrassi di poco, ma non accennai ad una sola emozione.

Oscar che era di guardia fece un passo nella stanza, spaventato, per così dire, dal tono troppo violento che il mio ragazzo aveva utilizzato. Forse credeva che volesse farmi del male. Quando capì che era solo un litigio tra fidanzati, sgusciò via.

Sospirai, dicendo poi la stessa frase per la quinta volta. «Ho deciso di dare tutti i miei gioielli in beneficenza e quindi anche la collana che mi hai regalato». Mi sentii quasi nuda sotto il suo sguardo infuriato e provai ad incrociare la braccia per reprimere la tentazione di prendere un cuscino dal divano e coprirmi. Le giornate ormai si stavano facendo sempre più calde e a mano a mano che la temperatura si alzava, venivano meno pezzi di vestiti.

«Ma porca...» Alzai un sopracciglio quando lui iniziò ad imprecare, ma si fermò subito non appena vide il mio viso quasi scandalizzato. Travis non era per niente il tipo che si abbassasse ad un tale livello, era sempre composto e preciso, garbato e cordiale. «Perché, Megan, perché!?»

Dopo che Caitlyn se n'era andata dalla mia stanza io ero rimasta sola, anche Jackson aveva deciso che il nostro momento d'intimità era finito. Così il giorno seguente avevo preso in mano la situazione e avevo chiamato Travis subito dopo pranzo per dargli la notizia. Sapevo che non ne sarebbe stato contento, ma di certo era meglio che venisse a saperlo da me e non da qualcun altro.

«Perché ci sono tante persone che soffrono lì, non hanno niente. Privarmi di gioielli è il minimo che possa fare...» Nonostante fossi stata obbligata, trovai che quelle parole fossero giuste, che dovessi dare una mano. Tutte le volte che andavo nella bassa Wealthill, mi sentivo pesante, come se avessi un groppo in gola o probabilmente un peso sulla coscienza. Non ero così insensibile da non notare quanta sofferenza ci fosse lì e forse quella buona azione mi avrebbe alleggerito l'anima.

Fece una smorfia di disgusto quando mi sentì parlare in quel mondo e la rabbia non lo abbandonò, anzi. «Allora perché non donare soldi e basta?» Strinse i pugni. C'eravamo seduti di fronte la vetrata che dava sui campi da tennis, ma non appena avevo annunciato la notizia si era alzato livido in viso ed io di certo non potevo rimanere a fissarlo come una cretina e per di più seduta. «Hai idea di quanto abbia speso per farti quel regalo? Una fortuna! Mio padre ce l'ha a morte con me da non so quanto tempo ed io l'ho fatto solo per te!»

Quasi mi sentii in colpa, ma poi lessi tra le righe o meglio lessi nel suo sguardo la verità. Non c'era nessuna traccia di dispiacere o delusione, non era ferito come se avessi disprezzato un regalo d'amore, come in realtà dovrebbe, bensì era solo furioso per aver speso tanti soldi (del paparino) senza averne ricavato nulla.

Cercai di mantenermi calma, non avrei risolto niente se avessi urlato come lui. «Dovresti sapere che le apparenze contano e far vedere che rinuncio a qualcosa a cui tengo sarà ben visto. Non farei la stessa figura altrimenti», gli dissi la scusa a cui avevo pensato prima di parlargli. Non potevo dirgli la verità, che dietro tutto quello c'era in realtà Caitlyn...

Si passò una mano tra i capelli biondi, scompigliandone la forma accuratamente fissata con il gel e restando per qualche momento in silenzio. Vidi che pensava a qualcosa, mentre sul suo viso perfettamente pulito scendevano delle ombre a rovinarne l'impeccabilità. «Megan... quanto puoi essere incosciente!?» A quel punto girò la testa di scatto verso di me, facendomi sussultare. «Non capisci quello che ho fatto per te? Sei così ottusa che alcune volte mi chiedo...» Scoccò un'occhiata su tutta la mia figura. «Ti ho regalato dei diamanti, Megan, dei diamanti di una principessa morta! E questo è il ringraziamento!»

Be'... a quel punto mi feci sentire. «Si può sapere che diavolo ci stai a fare con me allora? Non fingere di avermi regalato quella collana per amore, l'hai fatto solo per comprarmi, me e mio padre. Stiamo insieme perché i nostri genitori lo vogliono e, ti giuro, che ho provato in tutti i modi a far funzionare questa cosa, ma dopo questo... come pensi possa migliorare le cose?», gli urlai in faccia quelle parole offesa e indignata.

All'inizio Travis mi piaceva, era bello, carismatico, affascinante. Tutte a scuola gli morivano dietro, baciavano quasi la terra che calpestasse. Non c'era proprio nessun presupposto che mi facesse pensare ad un lato negativo della frequentazione. Avevo i miei dubbi, ovvio, ma era tutto tranquillo. Lui sembrava desiderarmi davvero, ero io quella che storceva il naso... forse dicendo di averci veramente provato con lui potevo risultare un po' incoerente, ma lui non lo sapeva. Eppure dopo tutto quello che mi stava dicendo...

Emise un verso sprezzante. «Lo so che c'è lo zampino dei nostri padri, ma a me piaci sul serio! E questo tuo atteggiamento sconsiderato... insomma... ti ho regalato una dannata collana di diamanti!» Proruppe di nuovo in un urlo, mi sembrò quasi che il vetro della finestra affianco a noi tremò.

«Non puoi farlo con dei regali, Travis! E poi questo tuo atteggiamento così libertino, mi da sui nervi! Ieri sera hai ballato persino con quella bagascia di Caitlyn. Mi hai lasciata sola. Sei sempre in cerca di ragazze su cui posare gli occhi... credi che così possa sul serio credere a "mi piaci sul serio"?» gli risposi con lo stesso tono, stringendo poi le mani in due pugni.

Vogliamo ricordare che ieri sera eri a gambe aperte con un ragazzo che non era decisamente il tuo fidanzato? La mia coscienza si fece sentire, ma il senso di colpa in quel momento non era il benvenuto. Stavamo discutendo e lui sembrava fuori di sé e un po' mi dispiaceva di certo per non far tesoro del suo regalo, nonostante fosse stato fatto con intenzioni per niente nobili, ma non potevo farci niente. Non era una mia scelta.

A quel punto mi venne un'idea, si accese quasi una lampadina nel mio cervello e tutto divenne più chiaro. Avevamo praticamente messo in tavola tutte le nostre carte o quasi. La foto di Caitlyn che usava per ricattarmi... se glielo avessi detto avrei risolto tutti i miei problemi, visto che avevamo praticamente ammesso che stavamo insieme solo perché i nostri genitori volevano. O meglio io l'avevo fatto... lui non si capiva.

Aprii la bocca per continuare il mio discorso, ma mi bloccai di nuovo. No, non potevo dirgli nulla. Magari lui poteva anche credere a ciò che gli dicevo o non gli sarebbe importato niente visto che la nostra relazione era un po' fasulla, ma Caitlyn avrebbe fatto girare comunque la foto. Quindi indipendentemente da Travis la mia reputazione sarebbe stata macchiata e tutti avrebbero saputo che me la facevo con uno dei bassifondi...

Oddio... quella foto di Caitlyn era vera! Ero stata tutto quel tempo a ribellarmi sul fatto che fosse un'idiozia da non rendermi conto che l'avevo reso reale. Se qualcuno l'avesse vista, mi avrebbe scoperto. Avrebbe scoperto quello che Jackson mi aveva fatto e avrebbe fatto due più due con il suo spirito combattivo per proteggermi. La scenata con il cavallo non doveva esser passata inosservata e ben presto l'avrebbero anche riconosciuto come mia guardia del corpo.

Ergo, ero nei guai comunque e dovevo continuare con quella farsa.

«Senti, Megan, non voglio litigare con te. Però mettiti nei miei panni, come ti sentiresti se vendessi un regalo che mi hai fatto?»

Era ovvio che mi sarei offesa con lui, ma Caitlyn non sarebbe stata soddisfatta se non avesse visto la collana che mi aveva regalato Travis tra quelle in vendita.

Pensai velocemente ad una soluzione, ma niente che fosse sensato mi veniva in mente. «Ahm... allora, proviamo a vederla in questo modo. C'era quasi mezza città all'asta della settimana scorsa, quindi quasi tutti sanno del tuo regalo e non posso non includerlo... lo so che è brutto, ma se ti restituissi i soldi?»

Lui mi fissò negli occhi intensamente e non riuscii a leggerne niente, non capii cosa volesse comunicarmi. I suoi occhi grigi erano neutri, proprio come il loro colore. «Megan, non sono come uno di quei pezzenti da cui ti ostini ad andare. Sono prima di tutto un uomo e non mi sognerei mai di farmi ridare i soldi di un regalo». Sospirò amareggiato, sedendosi sulla sedia intagliata nel legno di qualche decennio fa. «Del resto la collana è tua, puoi farci quello che vuoi».

Le energie l'avevano completamente abbandonato e si ritrovò a fissare la tazzina da tè che ormai non fumava più. Era fredda come lui, come me, come il nostro rapporto. Eppure sembrava quasi che fossi solo io ad esserlo.

«Mi dispiace, Travis». Andai vicino a lui lentamente. A quel punto mi sentivo in colpa sul serio. «Ho apprezzato tantissimo quel regalo, ma forse potremmo salvare anche qualche vita con quel che sto facendo». Gli posai una mano sulla spalla, ma forse quello che stavo per dirgli non gli importava più di tanto. «Per quel che vale, quella sera la indosserò per tutto il tempo». Sorrisi debolmente, nonostante sapessi che non lo avrebbe visto.

Mi sembrò di cogliere una smorfia far capolino sul suo viso, ma fu talmente veloce che quasi pensai di averla immaginata. Però poi posò la mano sulla mia, che ancora era sulla camicia della sua divisa scolastica. «Prima ero solo arrabbiato...» Scosse la testa e poi la alzò per guardarmi. Travis era bello, ma ogni sua immagine veniva rimpiazzata da altre dai torni decisamente più scuri e appartenenti ad un'altra persona. «Penso tu sia bellissima».

Poi mi sorprese, prendendo il mio braccio e tirandolo verso di sé, facendomi finire seduta sulle sue gambe. Ero bloccata dal suo corpo marmoreo e il tavolo, ma in quel momento non mi dispiacque, visto che si stava scusando e mi stava guardando con un'intensità mai vista prima.

«Certo, ancora non capisco da dove provenga tutta questa bontà d'animo, visto che non ti è mai importato niente di quelli là». Mi passò le mani attorno la vita, evidenziata dal vestito aderente. «Ma a modo suo è giusto così». Mi strinse i fianchi. «Però mi piacerebbe vederti sul serio con quella collana addosso». Le sue labbra si aprirono in un sorriso accattivante. Il quel momento la discussione che avevamo avuto sembrava non esserci mai stata. «Possibilmente con solo quella». Sussurrò quelle parole bollenti al mio orecchio, sfiorandomi con il suo alito di menta.

Mi sentii arrossire e non seppi cosa rispondergli. Di solito faceva battute di quel tipo, ma eravamo stati un po' lontani in quell'ultimo periodo e credevo che la mia compagnia non fosse di suo gradimento.

Ero totalmente destabilizzata. Non capivo cosa volesse. Un minuto prima era lì che mi urlava contro cose spiacevoli e il secondo dopo mi sussurrava il contrario, alludendo anche a qualcosa di più profondo. Era fuorviante.

«Forse non è il caso...» Provai ad alzarmi, ma lui mi trattenne, non abbandonando mai l'espressione maliziosa.

«Oh tesoro, sei sempre stata così rigida con me... mi accusi di star con te solo per legare le nostre famiglie, quando tu sei la prima a respingermi». Mi prese il viso tra le mani. Il suo sorrisetto mi stava dando la nausea, ma mi scansai con decisamente tanta forza quando provò a baciarmi.

«Travis! Al momento non sono proprio dell'umore!» Mi alzai nonostante lui provasse a tenermi sulle gambe. Ma poi scossi la testa e lo guardai con una smorfia.

Mi ritrovai disgustata dal suo modo di fare, nonostante non avesse tutti i torti. Voleva stare semplicemente con la sua ragazza, in tutti i modi possibili, ma non riuscivo proprio a capire se lui fosse sincero o no. Accidenti, mio padre mi aveva sempre detto di tenermelo stretto e stare con lui, ma se anche suo padre l'avesse fatto? Be', sicuramente, ma lui sosteneva di essere sincero...

«Avresti potuto giocartela in maniera diversa!» Me ne uscii, contorcendo la mia fronte per quella confusione. Non gli credevo e avevo paura di concedergli troppo. Non aveva la mia fiducia, figuriamoci quello che avevo tra le gambe.

Andai via, non sopportavo più la sua vista in quel momento e dovevo ragionare al meglio su alcune cose.

Nonostante fossi amareggiata per quella discussione, avevo un altro tarlo nella mia testa, che sembrava scavare e darmi fastidio, provocando ansia su ansia. Così il miglior modo per risolvere un problema era andare dalla fonte diretta del mio malessere.

Mandai un veloce messaggio a Taylor e quando arrivai nel garage lo trovai già pronto e con la macchina in moto.

«Dove vuole andare, signorina?» Mi guardò dallo specchietto retrovisore, cauto nelle parole, vedendo che ero decisamente alterata.

«Nella bassa Wealthill e fai presto per favore! Oggi un ragazzo non ritornerà a casa sulle sue gambe se la sua risposta non dovesse piacermi».

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