55. Cocci rotti

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Megan

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Megan

Ritornai nella mia stanza con le guance accaldate e il fiato corto, tenendo in bilico le scarpe con il tacco sulla punta delle dita.

Non mi ero mai divertita così tanto ad un festa organizzata a casa mia. Sebbene ci fossero quelle vipere, che avevo dovuto invitare per forza, non avevo pensato neanche una volta a loro due.

L'avevo già detto che mi sentivo più libera?

Sentivo l'alcol che si faceva ancora spazio nel mio sangue, inebriandomi la testa e facendomela girare. Da quanto non provavo quella sensazione?

Chiusi la porta della mia stanza e lasciai cadere le scarpe per terra, raccogliendomi poi i capelli per far passare un po' di aria attorno il collo e muovendomi in punta di piedi come se potessi svegliare qualcuno.

Non era tardi, neanche un po'. Ero rimasta alla festa solo mezz'ora in più rispetto all'emissione di testosterone di Jackson e Travis, facendo una gara talmente stupida che per poco non ero scoppiata a ridere in faccia ad entrambi.

Però ero dovuta tornare prima nella mia stanza per i piedi doloranti, le scarpe nuove li avevano massacrati e per di più avevo un sonno incredibile. Tutte le mattine mi svegliavo abbastanza presto per andare a correre, era normale esser stanca.

Quando alzai lo sguardo, mi accorsi di una figura nella mia stanza. Sussultai e se Jackson non si fosse girato subito avrei iniziato ad urlare come una pazza.

Solo una volta la persona che si era intrufolata in camera mia senza permesso aveva poi combinato qualcosa di buono. E quella persona era proprio di fronte a me.

Quante cose erano cambiate da quel giorno...

«Oh, Jacks!» Andai verso di lui con un sorrisetto malizioso sul viso, muovendo i fianchi a ritmo di musica che ancora potevo sentire nella mia testa.

Gli arrivai proprio di fronte, costringendolo ad arretrare e andare a sbattere contro la toeletta proprio alla sue spalle.

Che ci faceva lì in piedi? Non importava, probabilmente mi stava aspettando.

«Sono così contenta di vederti». Non riuscii a frenare la mia lingua e neanche il mio corpo, perché allacciai le braccia attorno il suo collo e mi premetti contro di lui. Continuai a strusciarmi in base al motivetto che mi era rimasto nella testa e che canticchiavo a labbra strette.

Alzai il viso per guardarlo meglio e senza pensarci due volte lo baciai, premendo le mie labbra sulle sue e cercando di fargli capire quanto la sua persona mi mettesse di buon umore.

Beyond the surfaceOnde as histórias ganham vida. Descobre agora