28. La collana

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Megan

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Megan

Se c'era una cosa a cui ero veramente legata, erano i miei gioielli. Ne avevo una quantità spropositata, sì, ma la maggior parte mi era stata regalata quando ero piccola. Quindi da mia madre. Era impensabile per me lasciarne un solo singolo pezzo. Magari qualcuno l'avrei nascosto, come il carillon, che sebbene non fosse al pari di una collana di diamanti, di certo aveva un valore inestimabile.

Per quanto detestai Caitlyn per quel che mi stava facendo, in cuor mio sapevo che stavo per fare un'opera di bene. Lei era così cattiva da fossilizzarsi solo sul fatto che dovessi perdere tutto ciò a cui tenessi, da non valutare l'idea invece che così poteva solo mettermi in buona luce.

Ma non con il mio ragazzo.

«Tu... COSA!?» La voce di Travi esplose per tutto il salone, quello che usavamo con più frequenza. Era talmente grande e vuoto che rimbombò per la stanza, quasi come ci fosse l'eco. Non l'avevo mai visto così arrabbiato, aveva quasi un tic all'occhio che non riusciva a controllare. D'istinto mi ritrassi di poco, ma non accennai ad una sola emozione.

Oscar che era di guardia fece un passo nella stanza, spaventato, per così dire, dal tono troppo violento che il mio ragazzo aveva utilizzato. Forse credeva che volesse farmi del male. Quando capì che era solo un litigio tra fidanzati, sgusciò via.

Sospirai, dicendo poi la stessa frase per la quinta volta. «Ho deciso di dare tutti i miei gioielli in beneficenza e quindi anche la collana che mi hai regalato». Mi sentii quasi nuda sotto il suo sguardo infuriato e provai ad incrociare la braccia per reprimere la tentazione di prendere un cuscino dal divano e coprirmi. Le giornate ormai si stavano facendo sempre più calde e a mano a mano che la temperatura si alzava, venivano meno pezzi di vestiti.

«Ma porca...» Alzai un sopracciglio quando lui iniziò ad imprecare, ma si fermò subito non appena vide il mio viso quasi scandalizzato. Travis non era per niente il tipo che si abbassasse ad un tale livello, era sempre composto e preciso, garbato e cordiale. «Perché, Megan, perché!?»

Dopo che Caitlyn se n'era andata dalla mia stanza io ero rimasta sola, anche Jackson aveva deciso che il nostro momento d'intimità era finito. Così il giorno seguente avevo preso in mano la situazione e avevo chiamato Travis subito dopo pranzo per dargli la notizia. Sapevo che non ne sarebbe stato contento, ma di certo era meglio che venisse a saperlo da me e non da qualcun altro.

«Perché ci sono tante persone che soffrono lì, non hanno niente. Privarmi di gioielli è il minimo che possa fare...» Nonostante fossi stata obbligata, trovai che quelle parole fossero giuste, che dovessi dare una mano. Tutte le volte che andavo nella bassa Wealthill, mi sentivo pesante, come se avessi un groppo in gola o probabilmente un peso sulla coscienza. Non ero così insensibile da non notare quanta sofferenza ci fosse lì e forse quella buona azione mi avrebbe alleggerito l'anima.

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