30. Squarcio di cielo stellato

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Quel giorno a scuola pensai a tutt'altro che alle lezioni

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Quel giorno a scuola pensai a tutt'altro che alle lezioni. Probabilmente sembravo una ragazzina in preda agli ormoni che ripensava al bel ragazzo con il quale decisamente non poteva stare... ma che diavolo, io ero una ragazzina in preda agli ormoni. Mi dimenticavo sempre che lui aveva ventiquattro anni, ossia sei anni in più a me, e quella differenza alcune volte si vedeva. Non ero stupida, me ne accorgevo sia del divario dell'età che quello sociale, ma quando ci baciavamo, non esisteva nient'altro.

Quel fuoco non l'avevo mai provato con nessuno. Mi bruciava la pelle quando mi toccava e il cuore quando mi parlava. Forse aveva ragione e la causa di tutto quello era proprio il fatto che non dovessimo decisamente farlo. Il fascino del proibito, l'aveva chiamato e probabilmente io c'ero caduta, come del resto anche lui.

«Megan? Mi senti?» Blue mi toccò il braccio. Quel giorno la divisa le stava particolarmente larga, ma le centinai di treccine erano sistemate in uno chignon alto e particolare.

«Sì, ma ripetimi che hai detto». Tolsi le mani dal cumulo di argilla che decisamente non voleva prendere forma, rimanendo basso e frastagliato. Eravamo nel laboratorio di ceramica. Ovviamente tutte quante avevamo scelto quel corso solo per avere dei crediti senza troppo sforzo. Alcune volte potevi anche portare a casa ciò che creavi, come delle fantastiche tazze.

«Stavi pensando a Travis sicuramente, hai quell'espressione lì». Ridacchiò, grattandosi con il dorso della mano sporca il naso color cioccolato.

«Certo, sicuro». Non colse l'ironia nella mia voce.

«Quando farai l'asta?» mi chiese, irrigidendo le spalle non appena la nominò. Sembrò che la pelle scura del suo viso si tirasse, come se fosse agitata.

«Questa sera».

«Sono ancora sconvolta». Amber avanti a noi scosse la testa, sistemandosi meglio gli occhiali da lavoro e sussultando quando si sporcò una guancia con l'argilla.

La notizia della vendita di tutti i miei gioielli per poco non causò un infarto di gruppo. Se c'era una cosa che le ragazze dell'alta Wealthill adoravano, erano proprio le pietre preziose, quasi ci fosse una gara per chi ne avesse di più.

«Infatti, Megan! Spiegaci un po' questa iniziativa...» Caitlyn girò il dito nella piaga, lisciandosi i capelli rossi e assumendo un'espressione talmente falsa che mi chiesi come le altre non si fossero ancora accorte della faida tra me e lei. Lanciò un'occhiata ad una Blue decisamente agitata e il sospetto si insinuò sotto la mia pelle.

Feci di tutto per non fare una smorfia, ma il mio viso contrito spiegò tutto il mio malessere. «Ci sono bambini poveri che non sanno neanche come vestirsi, se mi privo di qualcosa così inutile per fare del bene... non ci vedo niente di male!» Forse mi uscì un po' troppo brusca quella risposta, ma pensavo davvero ciò che dissi. L'unica cosa che in realtà mi dava fastidio era il fatto che molti di quei gioielli erano un regalo da parte di mia madre ed ero estremamente gelosa al pensiero che si posassero su qualche altra pelle che non fosse la mia.

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