54. Cuore ghiacciato, anima rovente

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Travis mi portò via da scuola, nonostante quel giorno dovessimo stare fino alle quattro, capitava due volte a settimana

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Travis mi portò via da scuola, nonostante quel giorno dovessimo stare fino alle quattro, capitava due volte a settimana. E gliene fui grata, anche perché non avrei retto in classe con Caitlyn e Blue, mentre le due gemelle non facevano altro che chiedermi cosa fosse successo.

Mi ero stancata di tutta quella situazione e non potevo che ringraziare Travis, l'ultima persona al mondo che credevo potesse aiutarmi, per aver risolto quel problema che andava avanti da troppo tempo.

E poi, cavolo, quello scoop su Caitlyn e suo padre... quando avevo sentito Travis dirlo avevo dovuto trattenere la più grande risata della mia vita e non ero scoppiata solo al pensiero di quel povero ragazzo che aveva davanti la deficiente che stava rovinando la sua famiglia.

Non che lì a Wealthill le famiglie fossero quelle perfette che si potevano trovare nelle pubblicità, come volevamo far credere a tutti, ma doveva esser penoso per lui e anche tanto. Mi dispiaceva, anche perché potevo capirlo benissimo.

«Dio, questa giornata non finirà mai», commentò Travis non appena ci sedemmo al ristorante. Non avevamo toccato cibo a scuola e avevo accolto di buon grado la sua proposta di andare a pranzo. Avevo decisamente fame.

«Posso capirti». Sospirai e mi guardai attorno un secondo.

Era il ristorante dell'hotel nel quale avevo perso il controllo qualche mese prima e avevo lasciato che Jackson mi baciasse per la prima volta. E ritrovarmi lì con lui, era decisamente strano.

«Senti, mi dispiace veramente tanto. Non sapevo di Caitlyn e...» Non riuscii a finire la frase e lui contrasse la mandibola, mentre richiamava un cameriere con un cenno della mano. «Io ti ringrazio davvero, hai fatto una cosa... bellissima per me, per quanto la situazione possa esser spiacevole».

Il biondo annuì ed io gli feci un piccolo sorriso, provando ad addolcirlo un po', visto che da quando avevamo lasciato scuola non aveva fatto altro che starsene in silenzio nella sua limousine.

Lanciai un'occhiata ad Oscar non lontano da dove eravamo noi, vicino il muro e con lo sguardo vigile. Ero leggermente a disagio. Lui continuava a non rispondermi. «Se c'è qualcosa che posso fare per te, dimmela. Non saprei proprio come sdebitarmi con te».

«Non devi fare niente, Meg, basta che continui a stare con me e mi eviterai un sacco di rogne», disse ed per poco non smisi di respirare per le sue parole. Solo qualche secondo dopo capii che si riferisse al nostro patto di rimanere insieme per finta.

«Certo, tutto il tempo che vuoi», dissi, ma per un momento i miei pensieri furono solo per Jackson.

Mi aveva detto che era geloso di lui ed io avevo sentito il cuore gonfiarsi talmente tanto che avevo avuto paura che scoppiasse. Dove saremmo finiti con quella storia? Io continuavo ad apparire con Travis in pubblico e la notte invece mi infilavo nel letto con Jackson? Per quanto sarebbe andata avanti? Per quanto ancora avrebbero accettato entrambi quella situazione? Ed io?

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