48. Cene e proposte

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Megan

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Megan

Travis quella sera era raggiante ed io non sapevo minimamente come interpretare la cosa. Dopo il bacio della sera precedente forse aveva creduto che tra di noi le cose fossero sistemate o ritornate come prima. O che ci fosse un punto di svolta nella nostra relazione.

Be', ovviamente si sbagliava di grosso. Le sue attenzioni super curate, dettagliate e dolci da far venire il diabete, mi infastidirono. Eppure non potevo biasimarlo, del resto di fronte i nostri genitori dovevamo esser super innamorati e felici di stare insieme.

La nostra relazione univa le due famiglie come un filo in tensione, fino e dall'aria molto fragile. Sapevamo entrambi che senza quello mio padre e il suo avrebbero continuato una guerra fredda iniziata quando io ancora non ero nata.

Il signor Ward aveva deciso di organizzare una fantastica e per niente noiosa cena di "famiglia". Così mio padre, io e Rose in quel momento eravamo seduti al tavolo con Travis, i signori Ward e Will, il fratello minore di Travis.

«Era da un po' che non facevamo una di queste belle cene». Harry Ward rivolse un sorriso a trentadue denti a tutto il tavolo, talmente falso che poteva competere con quelle borse taroccate che alcune compagne di classe spacciavano per vere.

Se mio padre era un pezzo di ghiaccio in ogni occasione, lui era tutto l'opposto. Sorrisoni a destra e sinistra, strette di mano calorose e una parlantina sempre attiva con tanto di battute e scherzi poco divertenti. Un uomo così non avrebbe fatto paura a nessuno, ma quella era tutta facciata e lo sapeva bene mio padre. Non si era mai fatto prendere in giro e in quelle rare occasioni in cui l'avevo visto perdere le staffe, un po' mi ero spaventata.

Rose sospirò al mio fianco ed io trattenni un sorriso e le rifilai un colpetto con il piede. Lei odiava a morte stare con la famiglia di Travis, sebbene amasse lui in ogni cosa facesse. Soprattutto non sopportava William, che le tirava sempre i capelli o la spaventava ogni volta nascondendosi dietro gli angoli. Aveva la sua stessa età, ma ne dimostrava come minimo cinque in meno.

Io sospettavo che gli piacesse la mia bellissima e dolce sorellina, ma lei non voleva neanche contemplare l'ipotesi.

«Grazie ancora per l'invito», dissi io con un sorriso, cercando di farlo sembrare meno tirato di quanto volessi in realtà.

Lui annuì e poi fece un cenno con il capo al suo maggiordomo, evidentemente per comunicargli di far portare la cena.

Travis al mio fianco mi strinse una mano sotto il tavolo ed io tenni il viso puntato verso la madre. Se c'era una persona che tolleravo in quella famiglia era proprio lei. Era una vecchia amica di mia madre e quando ci ritrovavamo sole e lei acquistava un po' di fiducia, mi raccontava i bei ricordi del liceo che aveva avuto con lei.

Mio padre e il signor Ward iniziarono a parlare di bilanci, della borsa e a lamentarsi di come il personale fosse sempre insoddisfatto. Mi estraniai subito da quel discorso, sebbene Travis ne fosse interessato fin troppo.

Beyond the surfaceWhere stories live. Discover now