23. Too much is not enough

14.6K 729 358
                                    

Megan

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Megan

Rimasi a fissarlo senza riuscire a dire una sola parola o emettere fiato.

L'aria attorno a noi si tese molto di più di quanto già non fosse e in lontananza sentii anche un tuono che mi fece sussultare, mentre guardavo quel bellissimo volto fregiato, senza capire il perché c'entrassi io con quella storia.

Si passò una mano tra i capelli e uscì interamente fuori il balcone, prendendosi tutta l'acqua interamente. Forse aveva caldo anche lui come me, perché io stavo bollendo sotto i vestiti. Ormai con lui ero abituata, che fosse la passione o la rabbia a farmi accaldare.

«Cosa vuoi dire?» gli chiesi dopo un po', visto che lui non accennava a spiegarsi.

Era piegato sulla ringhiera del balcone, sorreggendosi con le mani e guardando il mondo vuoto al di sotto.

«Perché pensi che ti abbia allontanato?» iniziò senza guardarmi.

Deglutii. Nella mia testa mi ero preparata a quel momento, ma non mi sentivo pronta neanche un po'. «Perché credevi fossi un'altra persona da come mi ero mostrata, quando invece io facevo tutto per un ricatto». Feci un passo avanti anche io. «Ma è iniziato per questo motivo, poi c'eri tu con me con i bambini, Jackson. Hai visto come con il tempo sono cambiata e tutto quello che ho fatto... era vero».

«È molto più di questo. Io non ho mai avuto niente nella mia vita, Megan. Niente». Sospirò. «L'unica cosa eri tu. Non mi sono mai fidato così tanto di qualcuno come ho fatto con te. Mi sono rilassato e ho abbassato le mie difese, provando sensazioni che non avevo neanche mai immaginato per qualcuno che avevo da sempre visto come un nemico. Tu eri diversa, be', dopo un po' di tempo almeno e mi piacevi davvero». Volevo leggergli le espressioni del viso e quello che aveva negli occhi, ma lui continuava a darmi le spalle. «Mi è crollato tutto addosso quando ho scoperto che non volevi tutto quello. Mi sono sentito così tradito che mi sono anche spaventato. Non provi emozioni così forti solo perché qualcuno ha omesso qualcosa e che pensi sia solo...»

«Un divertimento? Puoi dirlo, lo pensavo anche io» Conclusi per lui. «E tu perché pensi che ti abbia odiato quando ti ho rivisto?»

«Per il modo in cui ti ho trattato e per averti tradito a mia volta».

«Hai dato il carillon di mia madre a Reed, pur sapendo che in fin dei conti era un nemico per me». Ispirai e mi feci forza, mentre l'acqua ormai aveva impregnato quasi tutti i miei capelli. «E sì, mi hai trattato di merda prima che mi rapissero, sbattendomi in faccia la porta e non facendomi neanche salutare i bambini».

«Mi dispiace per quello, non avrei dovuto».

Annuii anche se lui non poteva vedermi, mentre mi rivolgeva la sua schiena che diventava sempre più evidente sotto la maglia, aderendo alla sua pelle per l'acqua.

«Cosa c'entra però?»

A quel punto lui si girò verso di me e mi mancò di nuovo il fiato quando lo guardai negli occhi. Il viso gocciolava acqua e i capelli erano attaccati alla fronte, incorniciando quei due pozzi senza fondo neri, che mi inghiottivano ogni volta che mi sporgevo troppo.

Beyond the surfaceWhere stories live. Discover now