8. Hai firmato la tua condanna

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La famiglia Palmer organizzò un ballo di beneficenza quella sera e sperai vivamente di non esser invitata, ma ovviamente i genitori di Caitlyn tenevano alla loro reputazione e il signor Tanner e le sue bellissime figlie erano in cima alla lista de...

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La famiglia Palmer organizzò un ballo di beneficenza quella sera e sperai vivamente di non esser invitata, ma ovviamente i genitori di Caitlyn tenevano alla loro reputazione e il signor Tanner e le sue bellissime figlie erano in cima alla lista degli invitati. Del resto non credevo che lei avesse detto a qualcuno del suo piano per la mia disfatta, altrimenti le avrebbero tagliato tutti i fondi se solo avesse osato metter a repentaglio la reputazione della sua famiglia. Lì era l'unica cosa che contava.

Effettivamente un invito si poteva sempre rifiutare, ma mio padre mi costrinse ad andare, sebbene avessi incrociato le braccia al petto e avessi tirato su il mio miglior cipiglio, accompagnato da un muso lungo. Non volevo né vedere Caitlyn e la sua stupida casa né partecipare ad una festa. Le adoravo, ma sapevo benissimo che in quel periodo ce ne sarebbero state troppe. La primavera era la preferita di tutti anche per quello. Gli abitanti dell'alta Wealthill amavano pavoneggiarsi, mettere in mostra i loro tesori e far sistemare subito i loro eredi con qualcuno di più ricco. Quelle erano le occasioni migliori per farlo.

«Dai Megan! Tu adori i balli!», cantilenò Rose, con un sorriso stampato sul viso mentre ammirava allo specchio della mia stanza il suo vestito color pesca con tutti fronzoli e volant.

Era vero, quindi l'unica soluzione era quella di far morire d'invidia Caitlyn, visto che quella sera avrebbe provato in qualsiasi modo a mettermi in cattiva luce. Così indossai un lungo vestito nero, era aderente in vita e anche sul resto del corpo, con uno spacco laterale e profondo, mentre le spalline erano calate sulle braccia, disegnando uno scollo a barca e aggraziato. Mi avrebbe odiato.

Sentii il suo sangue ribollire nelle vene quando mi vide, facendo un ingresso teatrale dalla sua scalinata, che si allargava a mano a mano che scendeva nel grande salone addobbato a festa. I suoi occhi erano puntati su di me per tutto il tempo, nonostante fosse impegnata nel ricevere gli ospiti, dovevo proprio essere una minaccia per lei.

«Oh Megan, sei bellissima!» Harleen mi venne incontro, zigzagando tra gli invitati eleganti e in tiro per la serata. Pullulava di persone ricche e pronte a sborsare più quattrini possibili, non per donare fondi alla ricerca della cura di malattie rare, ma per esibire il loro portafoglio. Mio padre era sempre quello che donava più di tutti.

«Anche voi siete stupende!» Vidi Amber spuntare subito dopo e, se non fosse per l'abitudine di vederle insieme, mi sarei sicuramente spaventata alla loro vista. Erano identiche, due cloni, e riuscivo a riconoscerle solo per la piccola cicatrice che Harleen aveva sulla spalla e il neo sulla mano di Amber.

Indossavano lo stesso vestito a stile impero e corto sopra il ginocchio, ma di colore differente. A loro piaceva vestirsi in quel modo, facendo capire quanto fossero uguali ma al tempo stesso diverse. Si divertivano un modo a farsi scambiare dalle persone con cui parlavano.

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