3. Incastrata

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Sfilai con forza la mia spilla dai capelli, innervosendomi ancora di più per il dolore che mi provocai da sola, e la buttai sul divano della mia stanza, fregandomene se qualche pietra fosse saltata

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Sfilai con forza la mia spilla dai capelli, innervosendomi ancora di più per il dolore che mi provocai da sola, e la buttai sul divano della mia stanza, fregandomene se qualche pietra fosse saltata. Sbuffai frustrata e cercai velocemente la cerniera lampo del mio vestito quasi da buttare, ma per la frenesia della mie mani non combinai nulla se non avvilirmi ulteriormente. Provai anche a strapparlo, ma ovviamente non ci riuscii e mi ritrovai quasi senza fiato per quanto fosse stretto. Grugnii esasperata e paonazza in viso.

Mi lasciai cadere sullo sgabello bianco della mia toeletta e mi tolsi il trucco con vigorosi movimenti, passando le salviette imbevute come a voler cancellare tutto quello che era successo quella sera. Odiai Caitlyn e odiai me stessa per esser stata così stupida da farmi incastrare da una come lei, che non spiccava di certo per la sua intelligenza.

Quell'insulsa foto avrebbe rovinato tutto il mio lavoro e già immaginai la figura che avrebbe fatto Travis... il povero ragazzo avrebbe avuto il cuore spezzato dopo aver scoperto il mio tradimento e tutte sicuramente sarebbero morte dalla voglia di consolarlo. Eppure la cosa che mi turbava di più non fu la gelosia, ma il fatto che la mia reputazione sarebbe stata distrutta dopo che avessero capito che il ragazzo era un cameriere della bassa Wealthill. Cosa avrebbe pensato mio padre? Tutti mi avrebbero vista per quella incoerente, che si portava a letto quelli che da sempre avevano cospirato contro la sua famiglia.

Non potevo neanche parlarne con Travis e sfogarmi con lui, perché avrebbe creduto l'opposto, ovvero che glielo stessi dicendo solo perché ero stata colta in flagrante. Non avevamo ancora quel solido rapporto di fiducia, anche perché dopo soli due mesi non conoscevo nemmeno il suo colore preferito o stupidaggini del genere.

«Ci mancava solo questo stupido vestito che non vuole togliersi!», gridai furiosa. Andai in bagno e mi lavai le mani per togliere l'odore di champagne e a quel punto provai ad aprire la cerniera del vestito, ma ancora senza successo, era troppo in alto.

«Megan?», mi sentii chiamare e mi irrigidii seduta stante, riconoscendo la voce di Travis, ma sospirai comunque dal sollievo quando realizzai che avrebbe potuto aiutarmi. «Eccoti». Spuntò nel mio campo visivo il suo bel viso. «Ti ho visto salire di corsa, cos'è succ... ah, ora capisco», disse vedendo poi il vestito bagnato.

«Uno stupido cameriere!», esclamai, provando ancora ad aprire la cerniera. Volli quasi mettermi a piangere per l'avvilimento, ma di certo davanti a lui non potevo.

«Ti aiuto». Quando riuscì ad allentare quella morsa attorno il mi corpo, ripresi a respirare normalmente, rendendomi anche conto che la zip era bloccata tra la stoffa. Il nervosismo sparì completamente quando realizzai di ritrovarmi in intimo davanti a Travis per la prima volta e fu sostituito dall'imbarazzo.

Non poteva ancora vedermi in quello stato, non avevo ancora raggiunto la soglia di peso prefissata. Non andavo bene in quel modo e feci per coprirmi senza fargli capire quanto fossi a disagio in quel momento. Mi sentivo completamente esposta e vulnerable, non mi sentii bella davanti a lui.

Beyond the surfaceWhere stories live. Discover now