10. Tradimento

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Megan

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Megan

Tornai a casa inferocita.

Avevo fatto di tutto per trattenere la rabbia lì, ero in minoranza, e una volta entrata in macchina ero esplosa. Avevo alzato li vetro che mi separava da Taylor, avevo bisogno di un momento per me e soprattutto con la mia amata privacy, iniziando poi a lanciare a destra e sinistra ogni cosa mi capitasse a tiro. Persino il cellulare.

Quel giorno era stato un inferno, sembrava fosse andato peggio del primo. Avevano esagerato in tutto e per tutto, arrivando anche a lanciarmi i giocattoli addosso nel caso non facessi subito ciò che mi chiedevano. Fu molto umiliante per me, soprattutto quando aprirono la porta del bagno mentre io non ero in condizioni presentabili.

La goccia che aveva fatto traboccare il vaso era stato ovviamente Jackson, quel villano, babbeo insignificante, presuntuoso e maleducato. Era rimasto tutto il tempo a guardarmi mente sgobbavo e venivo maltrattata. Lui stesso mi aveva chiesto altre volte di fare servizi per conto suo. Avevo sempre saputo che una volta andata lì (sempre perché ero obbligata) avrei dovuto lavorare seriamente, ma di certo non immaginavo tutta quella tortura. E pensare che stavo per regalare anche dei soldi a quei ragazzini...

Erano proprio in quei momenti che volevo avere mia madre affianco. Quando mi sentivo completamente demoralizzata e con la consapevolezza che tutto sarebbe andato per il verso storto. Volevo disperatamente un suo consiglio, una parola di conforto. Non facevo altro che ricevere porte chiuse da mio padre, Rose non c'era mai, non che fosse la ragazza più espansiva del modo, ma era comunque mia sorella. Per non parlare di Travis, un giorno ero il suo mondo e quello successivo sembravo non esistere. Più andavo avanti più cose si accumulavano e più ero stanca di gestire tutto quanto.

Ero figlia di Christofer Tanner e primogenita, dovevo essere impeccabile. Così mi era sempre stato detto e così doveva esser fatto. Eppure ero talmente lontana dalla perfezione, mi illudevo con la mia bella facciata... dall'intonaco che sembrava sgretolarsi sempre di più. Ogni giorno sembrava che una crepa si aggiungesse. Un maschera che si reggeva sulla fama, ma se quella fosse venuta meno che ne sarebbe stato di me? Se avessero poi visto quella vera? Non sarebbe piaciuta a nessuno, men che meno a mio padre.

Non potevo permetterlo, ero Megan Tanner. I problemi non dovevano essere un problema. Potevo gestire ogni cosa e di certo un branco di ragazzini non avrebbe abbattuto quel che avevo costruito con tanta fatica e impegno. Neanche un insulsa foto e quindi neanche Caitlyn. Oppure Travis. Io ero il mio tutto, gli altri erano solo un'aggiunta, potevo farcela da sola.

Non mi era permesso fallire, avevo già imparato cosa significasse deludere le aspettative di mio padre, non volevo che succedesse ancora. Al solo pensiero avevo paura.

«Com'è andata oggi?», cinguettò mia sorella appena arrivai a casa. Era sempre di buon umore, qualsiasi cosa accadesse, ma come faceva? Tutti quei colori che aveva addosso e tra i capelli mi infastidirono più del dovuto.

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