85.Tornerà

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Una settimana dopo...
Spengo il fuoco e sorrido davanti alla cena che ho appena preparato. A Charlie piacerà sicuramente.
《Sono a casa!》la porta dell'appartamento si chiude e le chiavi vengono abbandonate sul mobiletto all'entrata.
《Ciao piccolo! Lavati le mani e vieni a tavola. La cena è pronta.》metto tutto nei piatti e apro il frigo per recuperare una bottiglia di vino.
《La mia piccola cuoca.》mi bacia sulle labbra, levandomi la bottiglia《Bistecca media cottura?》strappa il vino ed io annuisco《Nessuno mi conosce meglio di te, mogliettina mia.》
《Piantala! Cosa vuoi? Cosa hai combinato?》rido sedendomi a tavola《Non mi chiami mai mogliettina mia.》
《Non ho fatto nulla, ma penso che ci sia un discorso che abbiamo lasciato un po' in sospeso.》inizia a tagliare la carne《Perfetta.》sospira osservandone il colore.
《Che discorso? I mobili li abbiamo scelti l'altro ieri e i materiali ad inizio settimana.》rifletto tagliando anch'io la carne《La piscina hai detto che va solo sistemata...la rimessa era ok?》assaggio la carne e devo farmi i complimenti. Mi è finalmente venuta bene.
《Non sto parlando della casa.》
《Allora non so di cosa parli.》porto il calice di vino rosso alle labbra.
《Io, te e un ipotetico bambino.》quasi non soffoco《Dio Jessica!》si alza e comincia a darmi piccoli colpi sulla schiena.
《Sto bene.》respiro lentamente《E di cosa dovremmo parlare esattamente?》
《Perché ti irrigidisci o soffochi quando ne parliamo.》mi osserva serio《Non vuoi un figlio ora, non vuoi un figlio in generale o non lo vuoi da me?》sospiro pesantemente《E voglio davvero parlarne.》
《E se io non volessi?》metto un po' di distanza tra di noi per permettermi di ragionare.
《Ma io voglio. E sai che ti accontento sempre, ma questa volta non posso.》cerca di avvicinarsi ancora a me, ma quando nota il mio desiderio di mantenere le distanze, si ferma《Ti ascolto Jessica.》
Lo guardo. Dirgli come mi sento davvero all'idea di avere un figlio? No, non potrebbe capire. Cercherebbe una stupida soluzione che ci farebbe stare ancora peggio.
La strada più facile è dirgli che non voglio niente.
《Sto aspettando Jessica.》
《La cena si sta raffreddando.》mormoro.
《Non m'importa.》ribatte seccato《Hai detto che quando avrei voluto parlarne ci saresti stata. Ora sono qui e tu non vuoi.》sospira stancamente《Cosa devo pensare?》
Taccio.
Mi capirebbe se gliene parlassi? Ci proverebbe almeno?
Sì, Charlie ci prova sempre. Ma capirebbe davvero?
《Parlami, ti imploro.》è tanto veloce da riuscire a prendere le mie mani tra le sue.
《Non voglio.》chiudo gli occhi《Né ora né mai.》li riapro, le sue mani lasciano andare le mie ed i suoi occhi diventano più cupi.
《Perché?》domanda a bassa voce ed io faccio spallucce《Mai?》annuisco lentamente《Non ne vuoi da me o da qualsiasi uomo?》
《Charlie...》si sta dando delle colpe che non ha, che ho solo io.
《Rispondimi!》si alza in piedi, infuriato.
《Non ne voglio da nessuno.》i miei occhi si riempiono di lacrime《Non hai nessuna colpa.》
《Io invece credo di sì. Ti ho vista, sai? Ti ho vista!》mi punta il dito contro《Come sorridi ai bambini, come li tratti, come cerchi di aiutarli, come...》
《Non c'entra niente.》lo interrompo.
《C'entra invece! E sai perché? Perché una donna che non vuole un figlio i marmocchi non li guarderebbe neppure per sbaglio!》continua a urlare ed io tremo leggermente.
《Nessun bambino meriterebbe una madre come me!》mi alzo dalla sedia《Io non merito un figlio! Non lo merito e lui non merita una tortura del genere.》
《Che stronzate stai dicendo? Ti senti quando parli Jessica?》si passa entrambe le mani tra i capelli.
《Come puoi volere un figlio da me?!》mi indico《Come potrei portarlo? Come potrei dargli quello di cui ha bisogno? Come?!》
《Come qualsiasi altra donna! Smettila di fare continuamente la vittima! Non lo sopporto più! Non lo capisco!》urla fuori di sé, buttando la sedia a terra《Cammini sulle tue cazzo di gambe, sei un'avvocatessa! Cazzo sei viva! Sei viva! Non hai nient'altro se non una gamba un po' malconcia che nessuno, cazzo, nessuno nota!》il suo viso si avvicina al mio ed io chiudo gli occhi, irrigidendomi talmente tanto da sentire un dolore atroce ovunque《Mi sono rotto! Non ci sei solo tu Jessica!》si allontana.
《Charlie...》mormoro senza voce.
《Zitta! Non voglio più sentire le tue lamentele infantili!》è all'entrata, sta cercando di infilarsi le scarpe. Resto ferma a qualche metro da lui e lo osservo indossare la giacca《Hai ventisette anni cazzo! Cresci un po'!》recupera le chiavi e se ne va sbattendo la porta.
Non ho neppure la forza per muovermi e andare a sedermi. Resto ferma, incollata al muro e osservo la porta mentre dai miei occhi scendono tante lacrime.
Non le trattengo, non ci provo neanche. Sono sola, nessuno può vedermi e nessuno può dirmi che sono una ragazzina.
《Cresci Jessica.》sussurro a me stessa andando verso la cucina e recuperando il vino《Smettila di fare la vittima.》torno in salotto e riempio il mio bicchiere fino a metà《Dovevamo parlarne prima del matrimonio.》butto giù un sorso di vino e chiudo gli occhi.
Non penso di averlo mai visto così arrabbiato con me: gli occhi erano talmente scuri da sembrare neri, la vena sul collo pulsava veloce e la sua voce era talmente alta che ci avranno sentiti tutti.
《Poco più di un mese e siamo già così.》mi stringo nelle braccia e continuo a bere.
Per lui sono solo una ragazzina egoista che pensa di essere più importante di tutti gli altri.
Se è ciò che crede di me, perché mi ha sposata?
《Perché non me l'hai mai detto?》riempio nuovamente il bicchiere《Sono viva...》tiro su con il naso《Stronzo.》
Sa quanto mi pesava in passato il fatto di essere viva e di non essere morta alla nascita. Lo sa, gliene ho parlato, sembrava avermi capita.
Non lo ha mai fatto evidentemente.
《Ho sbagliato tutto.》sussurro《È solo colpa mia.》solo colpa mia. Ho rovinato ogni cosa. Perché? Perché ho paura. Non ho un pizzico di fegato nella vita di tutti i giorni《Sono una stupida.》riprendo a piangere nel silenzio pesante della casa.

Walk With MeWhere stories live. Discover now