38.Mi fa sentire così normale

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《Non ti ha dato dettagli su cosa farete, su dove andrete?》Olivia guida verso casa mia.
《No. Ha solo detto di farmi trovare pronta per le quattro meno venti.》le rispondo《Mi metto un paio di jeans ed un maglioncino ed è fatta. Tanto non è il primo appuntamento.》
《Io lo considererei come primo appuntamento riconosciuto da tuo padre.》mi lancia una veloce occhiata《Dopo aver rischiato la morte meriterebbe una ricompensa.》
《I jeans chiari, maglioncino bordeaux e stivaletti neri?》
《Solo se metti la giacca nera elegante.》
《Andata.》accetto.
《E ti lasci truccare almeno un po'.》
《No.》rifiuto categoricamente.
《Ma perché?》si lamenta.
《Non mi sento a mio agio.》ed è vero. Non mi sento me stessa quando vengo truccata. Certo, divento più carina ma sarebbe solo una bugia. Voglio essere vista e accettata per quel che sono, non per quello che appaio.
《Almeno un po' di mascara.》riprova e qui accetto. In fondo il mascara si nota appena《Grazie.》
《Non mi piace il fatto che non voglia dirmi dove vuole portarmi. Odio le cose che non stanno sotto il mio controllo.》sospiro mentre la mia amica parcheggia a casa mia.
《Farà sicuramente qualcosa di carino. In fondo vuole così tanto stare con te che è stato disposto a bussare alla porta di tuo padre per chiedergli il permesso per uscire.》mi tranquillizza Olivia mentre scendiamo dalla macchina per andare verso l'ascensore.
《È solo che, tu lo sai, non posso fare tutto ciò che fanno gli altri.》mormoro triste.
《Beh, se sceglie una qualche attività che va oltre le tue capacità glielo dirai. Capirà. In fondo sta studiando per essere medico.》
《Hai ragione. Mi ha anche detto che per lui la mia diplegia non è un problema, perciò non si offenderà.》

••••

《Ciao.》mormoro una volta arrivata davanti a Charlie.
《Ciao piccola. Sei bellissima.》lascia un bacio a fior di labbra, stringendomi tra le sue braccia.
《Grazie.》arrossisco visibilmente, tanto che Charlie mi sorride dolcemente.
《Andiamo.》tenendomi per mano mi accompagna alla sua auto.
《Quella di ieri è stata una completa pazzia.》
《Me l'hai già detto stamattina Jessy.》ci allacciamo le cinture di sicurezza.
《E anche le scelte che hai fatto erano azzardate.》lo accuso.
《È vero, sembravo un figlio di papà vestito in quel modo ma sapevo che impressione avrebbe fatto sui tuoi.》
L'impressione che ha fatto a me non l'ha calcolata? Non ha pensato che presentandosi così mi avrebbe fatto credere di poter essere il principe che, in fondo, ogni ragazza sogna?
《Ed i gesti sono stati più che naturali.》mi lancia una veloce occhiata mentre si immette in strada.
《Sì, baciarmi la mano è assolutamente naturale.》alzo gli occhi la cielo.
《Non essere così ironica...》sospira sorpassando un'auto《Il tuo corpo mi ha già detto tutto Jess. Quel saluto che era un sospiro, i tuoi occhi che si sono illuminati in quella maniera...Ti assicuro che hai detto troppe cose.》la sua voce è bassa e profonda.
《E cosa ho detto più esattamente?》
《Quello che adesso stai cercando di nascondere con questa posa rigida.》non mi tocca, non mi guarda, ma ha capito che sono sulle spine《Mi hai detto di sentire esattamente quello che sento io quando ti guardo, quando mi sei vicina.》
《Comunque a mio padre non sei piaciuto troppo.》
《Pensa che sia un figlio di puttana che vuole portarsi a letto la figlia, lo so. L'ho capito quando mi ha aperto la porta e mi ha guardato.》sorride tristemente《Mi ha anche fatto presente che se solo provo a sfiorarti con il pensiero mi spezza tutte le ossa.》
《Ma non hai queste intenzioni.》
《No, perché continuo a credere che ti abbia già tolto abbastanza.》
《Charlie, ne abbiamo già discusso. Non mi hai tolto niente.》tocco la sua mano《Sei degno di chiunque, capito?》lo guardo intensamente anche se so che non distoglierà lo sguardo dalla strada《E come ti ho già detto, non hai queste intenzioni perché è chiaro come il sole che faccio schifo.》
L'auto inchioda di colpo per poi infilarsi in un parcheggio.
《Se ti azzardi a dire un'altra volta che fai schifo o che sei brutta io...io non so che ti faccio!》sbraita furioso, facendomi diventare piccola piccola nel sedile di pelle《Jess, te l'ho già detto una volta: non esiste nulla di più semplice che far volare la fantasia su di te. L'ho fatto io, l'ha fatto il liceale e lo ha fatto anche quel biondo al Havana. Ti assicuro che non esiste nulla di più bello che averti per la testa.》a ogni sua parola io arrossisco di più《E ora smettiamola di affrontare discorsi filosofici. Ho dei piani per oggi.》mi sorride dolcemente prima di ripartire verso la sua destinazione.
《E quali sarebbero?》
《Abbi pazienza e lo scoprirai.》l'auto sfreccia veloce sulle strade della città. Mi rendo presto conto che stiamo sfrecciando in autostrada e mi domando dove stiamo andando.
《Posso accendere la radio?》domando, non sopportando più il silenzio dell'abitacolo.
《Certo piccola.》mormora ed io comincio scorrere l'indice sullo schermo touch dell'auto per selezionare la musica《Se non trovi canzoni che ti piacciano collega pure il tuo telefono all'auto e metti quello che preferisci.》sorpassa un paio di auto mentre io seleziono una canzone che adoro: Heartbeat di Enrique Iglesias e Nicole Scherzinger.
Charlie mi prende la mano, stringendola nella sua e resta in silenzio, ascoltando le parole del cantante spagnolo e della interprete americana.
Eravamo entrambi due ragazzini quando questa canzone spopolava finendo sulla bocca di tutti, su ogni canale radio e TV.
Ed il mio cuore batte veloce, velocissimo, quasi a voler uscire dal petto. Guardo le nostre mani, il suo profilo stupendo, i suoi tratti incredibilmente rilassati, le labbra socchiuse, i suoi occhi azzurri puntati sulla strada, i capelli corvini leggermente scompigliati ma assolutamente perfetti e mi rendo conto che non è questa combinazione a mandarmi fuori.
E tutto questo, misto ai suoi atteggiamenti, che mi fanno sentire così...così normale, che mi manda fuori strada.
Ho sempre voluto sentirmi così, ma volevo farlo da sola. Ora mi sento normale, ma con lui. E se Charlie sparisse? Io tornerei a sentirmi inadeguata, sbagliata, inutile, un peso per tutti?
Probabile. Potrei azzardarmi a dire che è quasi certo e questo mi spaventa a morte.
《Penso che Iglesias abbia ragione.》mormora immettendosi nella corsia di decelerazione e togliendomi di mente i pensieri bui mentre la canzone termina.
《Su cosa più precisamente?》le nostre mani sono ancora congiunte.
《Voi ragazze riuscite a rubare cuori.》mi accorgo che siamo dall'altra parte della città.
《Anche voi ragazzi ne siete capaci.》l'auto rallenta leggermente《Vorrei ancora sapere dove mi stai portando.》
《Ancora dieci minuti di macchina e lo scoprirai.》mi sorride. Dopo poco più di cinque minuti mi rendo conto di dove siamo diretti e comincio a sorridere《Come mai questo sorriso?》domanda dubbioso.
《Stiamo andando all'acquario!》
《Sei troppo sveglia. La prossima volta ti bendo.》sbuffa chiaramente divertito.
《Se mio padre lo scoprisse ti ammazzerebbe.》
《Ma lui non lo scoprirà.》l'auto rallenta per entrare nel parcheggio dell'acquario.

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