62.Quel pomeriggio in seconda superiore

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La sveglia suona insistentemente ed io apro gli occhi per spegnerla.
Charlie dorme ancora come un ghiro al mio fianco ed io cerco di non svegliarlo mentre mi alzo dal letto. Ieri ha avuto una giornata impegnativa, si merita di dormire un po' di più.
《Resta ancora un po' a letto.》mormora con gli occhi ancora chiusi.
《Ho scuola.》dico piano mentre mi vesto.
《Ho scuola.》mi scimmiotta con la voce ancora roca per il sonno ed io rido《Noiosa.》mi giro verso di lui e vedo che ha la testa sotto il cuscino.
《Che succede qui?》mio padre appare sulla porta, avendo probabilmente sentito le mie risate.
《Buongiorno signor Decker.》Charlie si drizza all'istante mentre io mi metto i calzini《Grazie ancora per la sua ospitalità. Mi dispiace averla disturbata tanto.》
Persino mio padre sembra guardarlo ammaliato: gli occhi di un azzurro limpido, i capelli corvini scompigliati a causa del sonno, le labbra socchiuse, le guance leggermente arrossate. Mio dio, quant'è bello!
《Nessun disturbo. Se vuoi fare colazione, puoi venire in cucina.》e si allontana, lasciandoci soli.
《Ci ho pensato.》Charlie si alza dal letto e viene vicino a me《Oggi andrò a parlare con mio padre.》mi accarezza una guancia《Forse hai ragione tu, forse si sente escluso dalla mia vita.》
《E se mi sbagliassi?》non vorrei mai che la voragine tra loro diventasse più profonda a causa mia.
《Voglio tentare.》mi sorride dolcemente《Hey, cosa ti preoccupa?》
《Non voglio che le cose tra voi peggiorino.》
《Vai a fare colazione.》sussurra baciandomi la fronte《Io mi vesto e arrivo.》annuisco e mi dirigo in cucina.
Se non volesse parlargli, anche se insistessi, non ci parlerebbe. Forse è davvero convinto che sia arrivato il momento di parlargli e io non lo fermerò.

••••

《Però! Tuo padre fa progressi.》Olivia mi sorride mentre apre il suo pacchetto di biscotti《Pensavo che lo avesse fatto dormire sul divano.》
《Ed invece no.》mi appoggio al termosifone in corridoio《Le sorprese gli sono piaciute.》cambio argomento.
《Era scontato. Potevi regalargli un elastico per capelli e sarebbe stato felice come una Pasqua.》mi porge un biscotto che io accetto.
《Io non ne sono molto convinta.》
Un regalo quando è brutto, è brutto. Non importa chi te lo fa: se fa schifo non ci puoi fare molto.
《Jessica, Olivia.》veniamo richiamate.
《Scarlett.》mormoriamo all'unisono.
《Vi disturbo?》la ragazza si ferma davanti a noi.
《No.》risponde Olivia.
《Hai bisogno di qualcosa?》aggiungo io.
《In questi primi giorni di scuola dopo le vacanze di natale non ci siamo incontrate in giro. Volevo solo ringraziarvi per la chiacchierata dell'altra volta.》sorride ampiamente《Ho lasciato Peter e sto decisamente meglio.》
《Sono contenta per te Scarlett!》le dico.
《Forse ora Rivera capirà di non essere il centro dell'universo.》commenta la mia migliore amica mentre il ragazzo attraversa il corridoio: zaino in spalla, sguardo basso, passo lungo.
《L'ha presa meglio di quanto avessi mai potuto immaginare.》ci confessa Richards《Mi aspettavo che mi urlasse contro, ma non è successo. Mi ha lasciata parlare e poi mi ha detto che io avevo ragione.》si appoggia al termosifone accanto a me《È stato cosi strano...》sospira stringendosi nelle braccia.
《Biscotto?》Olivia le porge ciò che le è rimasto della sua merenda.
《Oh, grazie.》Scarlett sorride timidamente afferrando il biscotto《Siete più amiche delle mie amiche.》morde il dolce《Loro continuavano a sostenere che non dovessi lasciare Peter, che sarebbe stato uno sbaglio.》
《Beh, se è stata una scelta giusta o sbagliata solo tu puoi dirlo.》le dico.
《Sì, vero. Solo io posso.》Scarlett annuisce《Come solo tu puoi dire come sia davvero Scott.》mi sorride.
Charlie. Lui è il mio principe azzurro, quel ragazzo che ogni ragazza desidera avere al proprio fianco. È colui che mi lascia sempre un'altra possibilità di scelta, quella di tornare indietro e aprire un'altra porta.
Forse non faccio mai abbastanza per dimostrargli la mia riconoscenza, non dico mai abbastanza spesso quanto lo amo. Forse è per questo che si sente perennemente minacciato da fattori esterni.
Ha bisogno di conferme e io forse non gliele do abbastanza spesso. Lui è sempre pronto a prendere le mie insicurezze tra le mani e sistemarle, far sì che diventino sempre più piccole fino a scomparire.
Io invece cosa ho fatto per lui? Niente di così significativo. Anzi, ho fatto sì che si trasformasse in una versione più pensierosa di se stesso. Pensa sempre tantissimo quando siamo assieme, così tanto da starci male.
Forse non sono una presenza positiva nella sua vita. Ma allora non si spiegherebbe perché lui continua a starmi vicino.
《Jess, non vai in classe? La campanella è suonata.》Olivia mi risveglia dai miei pensieri. Annuisco prima di salutarla e andare in classe.

Walk With MeWhere stories live. Discover now