63.Contatto fisico fastidioso

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Lo stacco malamente e lo colpisco in viso. Come si permette?!
《Vai al diavolo!》ringhio con le lacrime agli occhi per poi correre via.
Charlie è fuori dalla macchina e sta venendo verso di noi, senza giacca, con le maniche del maglione grigio alzate fino al gomito.
《Amore, andiamo.》sussurro premendo le mani sul suo petto, nel tentativo di fermarlo.
《Spostati.》non mi guarda negli occhi《Jessica, levati dai piedi.》con una leggera spinta che non mi fa perdere l'equilibrio mi fa spostare dalla sua strada, arrivando in pochi attimi davanti a Peter che incassa un pugno dal mio ragazzo.
《Charlie!》corro da lui, per cercare di fermarlo.
《Questo perché l'hai sempre trattata uno schifo!》un altro pugno《Questo perché le hai messo gli occhi addosso quando ormai era mia!》un altro《Questo perché ti sei azzardato a baciarla!》un altro ancora《E poi vorrei tirartene uno tanto forte da spaccarti il setto nasale perché l'hai baciata davanti ai miei occhi, ma mi trattengo.》lo lascia andare.
《Hai sempre voluto quel bacio Jess. Diglielo che lo hai sempre sognato.》dice Peter. È vero, l'ho sempre voluto quel bacio ma questo prima di perdere per davvero la testa per Charlie.
《Sì, è vero. Questo prima di innamorarmi di Charlie e capire come sei davvero.》gli rispondo《Pensavo che fossi cresciuto almeno un po'.》
《Quello che ti ho detto è vero. E poi, prima della fine dell'anno l'avrei comunque fatto. Baciarti, intendo.》
Charlie ha un fremito ed io lo prendo per mano prima che faccia qualcosa《Fermati.》poi mi rivolgo a Rivera《Dovevi farlo prima se volevi che qualcosa tra noi cambiasse. Lo hai detto anche tu.》
《Volevo solo non vivere con il rimpianto di non averlo mai fatto.》
《Io me ne vado.》ringhia Charlie su tutte le furie.
《Certo che te ne vai! Perché un altro ti ha rubato il giocattolo!》gli urla dietro.
《Giocattolo?》Charlie torna indietro《Stavi parlando di te immagino, perché per me Jessica non è un gioco. A tutti sembra che io stia giocando, lo so. All'inizio mi mentivo anch'io dicendo di star giocando ma, per l'appunto, mentivo.》lo guarda dritto negli occhi《Sì, prima di lei ce ne sono state tante ma non ho mai giurato di rimanere puro fino al matrimonio. E ora andiamo Jessica.》mi prende per mano.
《Pensavo che dopo il discorso di Scarlett fossi cresciuto un po'.》resto ferma a guardare Peter.
《Lo sono Jessica. Siete voi quelli che non capite.》ci rimprovera《Se avessi avuto il dubbio che tu potessi provare qualcosa durante il bacio, non ti avrei baciata.》
《Ma ti senti?!》Charlie lo sta per aggredire di nuovo.
《Sì, benissimo. Tu non hai mai voluto baciare una ragazza che non ti considerava? È chiaro che una volta ti è successo.》Charlie lancia un veloce sguardo verso di me. Voleva baciare me ma io non lo consideravo? Sul fatto che mi abbia baciata non ci sono dubbi, ma quando non l'ho considerato?《L'hai ottenuto il bacio?》
《Sì.》
《Se non lo avessi ottenuto cosa avresti fatto? Rispondimi sinceramente Scott.》
《Ci avrei provato altre mille volte fino ad ottenerlo.》le spalle di Charlie si rilassano impercettibilmente.
《Metti caso che la ragazza in questione fosse molto brava a sfuggirti.》Peter continua il suo ragionamento《La rincorri ma non riesci mai a metterla all'angolo. Il tempo passa, tu sei obbligato ad andartene dalla città e il bacio non glielo hai ancora dato anche se lo vuoi. La vedi, ci parli, ce l'hai vicina, sai che è innamorata di un altro.》il cielo di Charlie si posa su di me《Sai che non ti ricambierà, ma non vuoi vivere con il rimpianto. Cosa fai Scott?》
《La baci.》ammette amaramente il mio ragazzo.
《Lo avresti fatto anche tu.》conclude vittorioso《Anche Jessica Decker di seconda superiore lo voleva. Così i nostri animi vivranno in pace.》si rivolge a me.
《Questo non giustifica...》comincio a dire.
《Lo so, avrei dovuto farlo prima. Ma ero un ragazzino. Non avevo capito quello che ho perso nel non baciarti.》Peter mi interrompe《E ora non ho acquistato nulla se non una maggiore consapevolezza di ciò che potevo avere ma che non mi sono mai scomodato di andare a prendere.》sospira, come se si fosse stancato di darci spiegazioni《Ascolterò il tuo consiglio: ne parlerò con i miei amici e andrò dalla preside sperando che i miei si lascino convincere.》
《Possiamo andare ora?》domanda Charlie abbastanza seccato.
《Sì, immagino di sì.》
《Bene.》tenendomi per mano Charlie si avvia verso la sua Audi, mi fa salire a bordo e chiude poco delicatamente la portiera《Che giornata di merda.》mette in moto ed esce velocemente dal parcheggio della scuola.
《Charlie...》
《Charile un cazzo!》sbotta ad alta voce stringendo con così tanta forza il volante che la circolazione sanguigna alle mani si ferma.
Resto in silenzio. È arrabbiato, no è furioso. Ce l'ha con me? Non l'ho mica voluto io quel bacio. Ne avrei fatto benissimo a meno. Oppure è arrabbiato perché ha discusso con suo padre.
《Eccoci.》l'auto è ferma sul ciglio della strada, a pochi metri dall'entrata del palazzo in cui vivo.
Lo guardo meglio: i muscoli facciali sono contratti e gli danno un aspetto non solo arrabbiato, ma anche più maturo. Non sembra avere vent'anni, ma di più. E non mi guarda. Guarda la targa dell'auto parcheggiata davanti a noi e non accenna a muoversi. Tutto il suo corpo è rigido e sembra respingermi in tutti i modi.
Non mi vuole.
《Ti amo.》mormoro lasciando un bacio sulla sua guancia. Aspetto qualche altro secondo o forse minuto per ricevere un segno da lui, ma Charlie non si muove. Apro la portiera con le lacrime agli occhi e scendo, ma prima di richiuderla Charlie mi chiama.
《Sali in macchina per favore.》non mi guarda ancora, ma almeno mi ha parlato con un tono abbastanza gentile.
《Non mi vuoi.》sussurro con le lacrime che mi scorrono sulle guance.
《Sali, ho detto.》il suo tono diventa nuovamente aspro ed io obbedisco《Perché piangi?》
《Non lo so.》non lo so davvero. Mi sento così stanca e provata.
《Allora piantala.》
《Tu perché mi hai fatta salire di nuovo in macchina?》mi asciugo le lacrime con il corso della mano.
《Perché non voglio che la gente ti veda scendere dalla mia macchina in lacrime.》vuole che smetta per la gente, non perché odia vedermi piangere o soffrire.
《Ho smesso. Posso andare?》
《Hai ancora gli occhi rossi.》
《E in quanto tempo passano, dottore?》alzo gli occhi al cielo.
《In qualche minuto.》risponde serio per poi tacere.
Sto zitta anch'io e guardo l'auto parcheggiata davanti a noi come se fosse la cosa più interessante che io abbia mai visto negli ultimi diciotto anni.
《Perché non lo hai baciato quella volta?》
《Cosa?》mi risveglio e lui mi ripete la domanda《Non lo so. Doveva andare così.》faccio spallucce mentre percepisco il suo sguardo addosso《Tu perché sei furioso con me? Perché mi ha baciata?》ci guardiamo.
《Cosa hai provato?》risponde con un'altra domanda.
《Niente di bello.》ed è vero, è stato un contatto fisico fastidioso. Come quando mi faceva il solletico o mi toccava i fianchi senza preavviso.
Odiavo quel contatto perché tutti i muscoli mi si irrigidivano e facevano male perché non riuscivo a rilassarli; ho odiato questo bacio perché è stato come un colpo basso, un ultimo tentativo di ammaliarmi.
《Rilassati.》mi mette le mani sulle spalle ma io mi ritiro velocemente, in modo istintivo《Perché?》i suoi occhi si svuotano di colpo.
Oh, no...Gli ho impedito di toccarmi, e so quanto questo lo faccia star male ma l'ho fatto involontariamente.
So bene che per sentirmi vicina, in sintonia con lui, Charlie ha bisogno di un qualsiasi contatto fisico.
《Stavo pensando ad altro e...non mi aspettavo che mi toccassi.》ammetto《Scusa.》prendo le sue mani e me le poso sulle spalle《Perché ce l'hai con me?》
《Mi fai diventare matto. Mi sfidi sempre. Se ti dico che quello ti sbava dietro tu perché ci parli? Cazzo, Jessy sono geloso!》sospira abbassando lo sguardo.
《Mi ha fermato lui, ha cominciato a raccontarmi i suoi problemi e la crocerossina che c'è in me si è attivata.》sfortunatamente. Certe volte vorrei potermene fregare dei problemi altrui.
《Dunque non sono l'unico a cui parli così.》il tono arrabbiato ritorna ed è lui che stette di toccarmi, adesso.
《Così come Charlie?》domando con calma e un po' di dolcezza. È così geloso che mi fa tenerezza.
《Così. Come se fossi importante, come se fossi la cosa più preziosa che hai.》e nei suoi occhi azzurri vedo un ragazzo fragile e indifeso che sente la mancanza dell'amore.
《Sei importante e prezioso per me. Lo sei come non lo è mai stato nessun ragazzo prima di te.》gli accarezzo una guancia《Com'è andata oggi?》
《Con mio padre?》annuisco《Meglio di quanto sperassi a dire il vero.》sorride leggermente e sorrido anch'io.

Sono contenta di sentirtelo dire.》gli accarezzo il collo.
《Le mani Decker.》mi rimprovera con tono scherzoso. Finalmente!
《Ma sono sul collo.》mormoro.
《Forse avevi ragione tu. Forse mio padre voleva che lo facessi entrare nella mia vita.》afferra la mano con cui lo stavo coccolando e se la porta alle labbra《Vuole incontrati.》si rattrista di nuovo.
《Non vuoi?》domando.
《Non so cosa aspettarmi da lui.》ammette《Io...io non so cosa dirà o farà. Non voglio che ti metta a disagio.》
《Me la caverò.》sussurro.
《Lo so. Ho più paura per lui se ci penso meglio.》ride《Mi dispiace averti trattata male prima.》
《Posso sorvolare per questa volta.》sospiro.
《Mi faccio perdonare.》
《Come?》
《Ti porto a cena o a ballare o dove vuoi tu.》i suoi occhi brillano di speranza《Andata?》
《Prima vorrei che tuo padre capisse che me ne sbatto dei vostri conti in banca e di tutte quelle belle cose che hai fatto a New York e che, anche se so che non mi piaceranno, vorrei sentire elencare e raccontare dalla tua boccuccia.》lascio un bacio sulle sue labbra, facendolo sorridere.
《Vuoi davvero sapere?》si passa ripetutamente una mano tra i capelli corvini mentre mi impedisce di incontrare il suo cielo.
《Solo se tu vuoi che io sappia.》
《Stasera, casa mia.》mormora dopo qualche minuto di silenzio《Forse faremo tardi.》aggiunge.
《Siamo nel bel mezzo della settimana, Charlie! Domani ho scuola.》
《Parlo io con i tuoi. Dai.》
Sta insistendo un po' troppo. Fino a poco tempo fa non ne voleva parlare. Ora sembra non vedere l'ora《Non hai un piano B, spero.》
《Non sono così meschino!》si porta teatralmente la mano al cuore ed io rido《Ma mi piacerebbe mettere in atto il piano B.》mi bacia sulle labbra ed io sorrido.
《Ragazzino.》lo prendo in giro.
《Solo un po', piccola.》sorride giocando con una ciocca dei miei capelli.
《Vai a casa e passa del tempo con i tuoi finché sono qui a Seattle. Portali a cena fuori e magari a fare un giro in città. E parlate tanto.》
《A mio padre piacciono i vini.》
《C'è una enoteca niente male in città. Hai presente dove si trova la sede Google di Seattle?》annuisce《Ok, da lì procedi verso nord per circa duecento metri e sei a destinazione. Non ricordo come si chiami, ma mio padre ne ha parlato a cena una volta e ho letto anche ottime recensioni.》
《Sei un angelo.》Charlie mi abbraccia per poi baciarmi appassionatamente sulle labbra《Ora vai e preparati psicologicamente per venerdì sera e, se vorrai ancora stare con me, per sabato a pranzo con i miei.》
《Pensi che me ne andrò?》domando. Sono pronta a tutto, ma non a lasciarlo. Se lo lascerò andare cadrò e non penso sarò capace di rialzarmi.
È così bello camminare al suo fianco, così semplice e rassicurante.
《Non lo so, ma spero di no.》sussurra《Ora vai a casa.》mi bacia la fronte ed io chiudo gli occhi.
《Vado. A domani.》scendo dall'auto, recupero le mie cose ed entro nel palazzo.

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Buonasera a tutti! Come state? Come state passando questo periodo alquanto difficile e strano?
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che non abbia deluso le vostre aspettative.
Fatemi sapere cosa ne pensate se avete voglia.
Vi aspetto nel prossimo capitolo! Baci😘

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