78.Cos'è questo buon profumo?

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Mia madre mi osserva mentre metto i miei vestiti nelle valigie ed i miei libri universitari negli scatoloni.
《Jessica, siete convinti della vostra scelta?》domanda mio padre sedendosi sul bordo del mio letto, accanto a mamma《Tu sei convinta?》
Mi fermo con un paio di jeans in mano e li guardo. Sono felici, ma non troppo. La loro felicità è dovuta principalmente alla mia di felicità, visto che sorrido da due giorni.
《Sì papà, sono convinta.》metto i jeans in valigia e poi mi siedo ai loro piedi, sul pavimento della mia stanza《Cosa vi preoccupa?》
《Che corriate troppo e che ti spezzi il cuore.》dice mia madre ed io sposto lo sguardo su mio padre.
《Sappiamo che vi amate e che lui ti tratta bene, ma..》lo interrompo.
《Ci amiamo e non mi tratta bene, di più. Non mi fa alzare un dito e sa esattamente cosa posso o non posso fare.》ricordo loro.
《Lo sappiamo, ma stare sotto lo stesso tetto non è sempre così semplice.》mia madre mi prende per mano《Entrambi avete dei lavori molto impegnativi e stressanti e non sempre quando si è giovani si riesce a lasciare fuori dalla porta lo stress accumulato al lavoro.》
《Si rischia di litigare per delle idiozie come i calzini lasciati accanto al divano.》aggiunge mio padre.
《I calzini non si lasciano accanto al divano Brandon.》gli sorride mia madre.
《Cos'hai detto Martha? Non credo di aver capito.》si alza dal mio letto sorridendo ed io e mamma scoppiamo a ridere《Per qualsiasi cosa noi siamo qui principessa.》
《Grazie papà.》sorrido.
《Ti lasciamo finire di fare le valigie. Ti chiamiamo per cena.》anche mamma si alza, uscendo con papà dalla mia stanza.

••••

Finisco di sistemare le mie cose nel bagno di Charlie mentre lui si fa la barba.
《Perché mi lanci quelle occhiate?》domando appoggiandomi al marmo del lavandino.
《Ci sono così tanti flaconi, dischetti, tubi...》mormora《Ti fai bella per quell'avvocato con cui stai lavorando ultimamente?》domanda gelosamente.
《Mi faccio bella per te dottorino e per me stessa.》sorrido abbracciandolo da dietro《Non per qell'avvocato che ci sta provando palesemente con me.》
《Lui cosa?》lascia la lametta《E tu accetti di lavorarci assieme?》
《Dobbiamo chiudere il caso, non ho scelta.》spiego.
《È un bel ragazzo?》riprende a farsi la barba.
《Secondo i miei standard, su una scala da zero a dieci, è bello sei.》è carino, ha più esperienza di me come avvocato, ho delle cose da imparare da lui in ambito lavorativo ma nient'altro.
Corpo, anima e mente miei sono nelle mani di Charlie da anni, dovrebbe saperlo.
Brontola infastidito prima di chiedermi《Ed io?》
《Dieci con la lode.》gli bacio la spalla destra sussurrando che lo amo da morire《Vado a preparare il pranzo.》
《Anch'io ti amo da morire.》mi guarda attraverso lo specchio, sorridendo.
《Non devi preoccuparti per gli avvocati che mi stanno attorno. Li tratto con umanità, ma se li incontro in aula li sbrano comunque tutti.》sorrido《Ora vado in cucina.》lo lascio solo in bagno.
《Non mi hai detto cosa ne pensano i tuoi di tutto questo.》dice dopo una quindicina di minuti, abbassando la musica che avevo messo per preparare il pranzo《Sono d'accordo?》
Faccio una smorfia《Diciamo di sì.》taglio la verdura mentre il riso cuoce a fuoco lento《Mi hanno vista felice, dunque non hanno detto nulla che potesse rattristarmi, ma non erano entusiasti.》
《Dovevo chiedere loro il permesso?》domanda, lasciandomi sorpresa《Hey, non guardarmi così. Te l'ho sempre detto che secondo me tuo padre è un po' all'antica.》si difende.
《Mi hanno solo chiesto se ero davvero certa di volerlo fare.》
《E tu lo sei?》mi toglie delicatamente il coltello dalle mani per permettere ai nostri sguardi di incontrarsi.
《Sì. Se non lo fossi, perché avrei portato tutta la mia roba qui?》gli circondo il collo con le braccia.
《Perché ti ho obbligata in qualche modo?》domanda abbassando lo sguardo sulle mie labbra.
《Perché sento che è giusto essere qui, fare questo piccolo grande passo con te.》rispondo《Camminiamo insieme, ricordi?》sussurro.

Sì mia piccola Jessy, ricordo.》sorride ed io ricambio con amore《Come posso aiutarti?》
《Smettendola di farti macinare dai tuoi dubbi.》riprendo a cucinare, mescolando il riso per non farlo aderire alla pentola《Nessuno riuscirà mai a darmi ciò che mi dai tu.》
《Come fai a saperlo?》sento una sedia strisciare sul pavimento dunque presuppongo che si sia seduto《In fondo sono stato il primo e l'unico, giusto?》
《Sì, è così ma lo so e basta.》metto un goccio d'olio in padella e accendo il fuoco《Certe cose si sentono.》mi volto a guardarlo《E poi mi hai insegnato ad essere esigente.》torno a preparare il pranzo.
《Non abbastanza visto che stai ancora con me, cucini per me, lavi per me...》i suoi occhi azzurri sono fissi sulla mia schiena.
Sorrido amaramente《Pensavo che il problema non sono degno di te lo avessimo superato da un po', Scott.》
《Lo abbiamo superato, infatti.》
《Bugiardo.》lo rimprovero《Quando ci siamo conosciuti ero poco più che una bambina, e ora guardami...》
《Ti guardo Jessica, ti guardo attentamente.》mormora.
《E non vedi proprio niente? Anni fa non avrei mai indossato una gonna, ora ho mezzo armadio solo di gonne.》
《Che sono troppo corte e aderenti.》puntualizza.
《Arrivano due dita sopra al ginocchio e hai ragione sul fatto che sono abbastanza aderenti. Sai perché le indosso? Le scelgo così non per attirare gli sguardi degli altri, ma perché mi piaccio vestita in quel modo.》aggiungo del sale e del pepe per poi spegnere il riso《Anni fa non mi truccavo se non con del lucidalabbra, ora invece un velo di trucco lo metto sempre e non perché io debba apparire in un certo modo al lavoro, ma perché mi piace prendermi cura di me stessa. Quando ci siamo conosciuti indossavo solo scarpe da ginnastica, ora invece il tacco basso non mi abbandona praticamente mai.》scolo il riso, prendo il petto di pollo e lo taglio a cubetti《Quando ci siamo conosciuti avevo paura di tutto, anche di me stessa. Ora niente mi spaventa, ho fiducia in me stessa e nelle mie forze. Secondo te perché?》lo guardo.
《Perché sei cresciuta e hai visto tutti ciò che gli altri vedevano in te già da allora.》risponde mentre io butto pollo, verdure e riso nella stessa pentola.
《E grazie a chi sono cresciuta?》chiedo, ma lui mi guarda quasi non capisse la domanda《Sono cresciuta grazie a te. Mi hai presa per mano e mi hai fatto conoscere tutto ciò che so sul mondo.》torno a concentrarmi sul pranzo per non bruciarlo.
《Io non ho fatto nulla.》mi ripete per l'ennesima volta.
《Hai tirato fuori la donna che sono ora.》dico sicura《Non è stata la facoltà di legge a rendermi così nella vita di tutti i giorni. Mi ha dato il fegato per il tribunale, ma non per la vita. E non voglio più tornare a parlarne.》
《Continuo a pensarla diversamente, ma se non vuoi più parlarne va bene. Non ne riparleremo. Il coraggio per affrontare la vita non te l'ho dato io, ce l'avevi già Jessica.》
《Tu mi hai aperto gli occhi.》replico.
《Questo ve lo concedo, avvocato.》
《La ringrazio, dottore.》le sue braccia mi circondano i fianchi《Sta cercando di distrarmi, chirurgo Scott?》
《No avvocato Decker, le sto insegnando a concentrarsi.》le sue labbra si posano dietro il mio orecchio ed iniziano a lasciare una scia di baci umidi fino all'incavo del collo《Perché sospira signorina?》domanda divertito, risalendo con le labbra.
《Perché amo la canzone che è appena partita.》inizio ad ondeggiare i fianchi《Lei perché sospira signore?》domando divertita.
《Perché l'odore del cibo è sublime.》mi stringe più forte per i fianchi《È un'ottima cuoca, avvocato.》mi bacia la guancia ed io scoppio a ridere《Amo farti ridere.》
《Ed io amo quando fai lo stupido per farmi ridere.》ammetto. Sta per dire qualcosa, ma lo squillo del mio cellulare lo fa allontanare dalla cucina.
《Edgard.》mi passa il telefono quasi schifato.
《Pronto.》rispondo alla chiamata, bloccando Charlie per un polso.
《Ciao Jessica. Disturbo?》domanda il mio collega dall'altra parte del telefono.
《Stavo cucinando.》rispondo《È successo qualcosa?》Charlie alza gli occhi al cielo ed io mi trattengo dal fare commenti.
《No niente di che. Volevo chiederti se ti andasse di prendere un caffè oggi pomeriggio.》questa volta sono io ad alzare gli occhi al cielo.
《Pensavo di essere stata abbastanza chiara quando ho detto di essere fidanzata.》sospiro e Charlie mi abbraccia.
《Ciao amore mio. Cos'è questo buon profumo?》mormora accanto al microfono del cellulare, in modo che l'altro lo senta chiaramente《Il mio cibo preferito! Sai proprio come rendere felice un uomo.》continua ed io lo allontano.
《Bere un caffè non fa male a nessuno.》risponde con voce tranquilla, come se non fosse minimamente scalfito dalle mie parole o da quelle di Charlie.
《Oggi pomeriggio sono impegnata.》mento. In realtà io e Charlie, oltre a guardarci un film sul divano, non abbiamo piani per oggi. Vogliamo solo riposarci visto che da domani lui avrà uno di quei turni infernali in ospedale.
《Domani?》insiste.
《Domani esco con delle amiche. Beviamo un caffè lunedì mattina prima di entrare in aula, ok?》domando, ma senza lasciargli il tempo di rispondere aggiungo《Ora devo andare o brucerò il pranzo. Ci vediamo lunedì in tribunale.》e stacco la chiamata.
《Da quand'è che fa così?》domanda il mio ragazzo apparecchiando la tavola per noi due.
《Così insistente da quando lavoriamo a questo caso in cui io sono il primo avvocato. Ci prova dalla fine della mia prima settimana in studio.》rispondo.
《Perché non me ne hai parlato prima? Si vede lontano un miglio che ti stressa.》mi osserva mentre riempio i piatti.
《Non volevo che ti preoccupassi. So gestirla.》rispondo.
《Perché riattaccare è saper gestire bene una situazione? Ma per favore!》sorride ironico《Se insiste ancora tu dimmelo, che lo sistemo.》
《Non vorrai alzare le mani come un liceale, vero?》ci sediamo a tavola, uno davanti all'altro.
《No, certo che no. Non sono così barbaro.》sorride cominciando a mangiare《Comunque cucini in modo fantastico.》
《Sei più bravo tu.》dico dopo aver mandato giù il boccone di riso, verdure e pollo《Spero davvero che tu non faccia gesti stupidi perché non voglio usare le mie conoscenze in legge per tirarti fuori dai guai.》aggiungo.
《Nessun gesto stupido.》promette《Quando finisci di lavorare con lui?》
《Venerdì dovrebbe chiudersi tutto se non ci sono intoppi e non dovrebbero esserci.》rispondo《Perché?》
《Chiedevo così, tanto per fare conversazione.》le sue labbra si aprono in un ampio sorriso ma io non dico niente.
Facciamo pure finta di crederci, tanto non ci dirà nulla.

Walk With MeWhere stories live. Discover now