Senza vie di Uscita

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<<Domani è il grande giorno.>>
Sobbalzai sentendo una voce alle mie spalle.
Riflesso nell'acqua della Fonte c'era il volto di Dorian.
<<Spero tu non stia pensando di volare.>>
Lo guardai confusa.
Qualunque cosa volesse lo lasciai fare, la notte prima della marcia in battaglia ci si lasciava andare.
<<Non potrei neanche volendo. Genna mi ha insegnato solo a fluttuare.>>
Era bello parlare della magia come se ne avessi ancora il possesso.
Sorrisi appena.
<<Se vuoi ti faccio fare un giro.>>
Mi alzai di colpo.
Il solo pensiero mi metteva agitazione e felicità al tempo stesso.
<<Ti prego.>>
Vongiunsi le mani davanti il volto.
Aveva detto che non avrei dovuto farlo perché la tentazione sarebbe stata troppa ma ora non doveva reputarlo un pericolo possibile.
<<Non posso proprio volare, ma riesco ad alzarmi ad alta quota e restare fermo a fluttuare. Ti sembrerà un vero volo.>>
Si chinò davanti a me dandomi la schiena.
Salii a cavalcioni su di lui e lo abbracciai stretto.
<<Segui ogni mio movimento.>>
Annuii anche se lui non poteva vedermi.
Non volevo rovinare il momento parlando.
Al contrario di come mi sarei aspettata non ci buttammo dal dirupo e non partimmo a razzo verso l'alto.
Lentamente ci alzammo a pochi centimetri da terra fino a salire sempre di più.
Chiusi gli occhi godendomi il dondolio dell'ascesa e quando li riaprii eravamo già tra le nuvole.
Il tramonto indugiava ancora dietro un primo strato di stelle.
Il cielo era tinto di viola e blu scuro, in tinta con il mio umore cupo ma stranamente tranquillo.
Non so quanto tempo passammo tra la brezza lieve ma Dorian iniziava a scendere impercettibilmente.
Tornammo a terra e tutto il peso dei problemi tornò sulle mie spalle.
Sospirai.
<<Ora capisco cosa intendevi.>>
Rise appena abbassando la testa riccioluta.
<<Grazie, mi sono sentita benissimo.>>
<<Sarviva anche a me ed è sempre bello stare con qualcuno lassù.>>
Una cesta piano scendeva verso di noi.
La guardai interrogativa.
<<Ho detto di venirci a prendere.>>
Salii senza protestare ma la sensazione del fluttuare non poteva essere scacciata da un semplice dondolio di cesta.

<<Dorian dice che non devo volare. Genna è dello stesso parere.>>
Sbuffò aprendo e chiudendo le finestre della stanza con un movimento della mano.
<<Dovresti dargli ascolto, almeno finché non saremo fuori pericolo.>>
Di nuovo i vetri sbatterono.
La sua agitazione era contagiosa e mandava via la tranquillità di prima.
Sbuffai a mia volta.
Mi alzai agitata ma anche infastidita dal rumore.
<<Vado a dormire, partiamo all'alba.>>
<<Come ti pare. Sappiamo entrambe che nessuno dormirà.>>

Teresa aveva ragione, rimasi nel letto ad ammirare l'armatura di nuovo spendente pronta per essere indossata.
<<Perché non ho più avuto ricordi?>>
Artú frustò la coda quando si svegliò.
"Forse perché sono finiti o forse erano solo sogni."
Aggrottai la fronte.
<<Non lo erano...>>
Allungai una mano sotto il letto e tirai fuori il pugnale della Regina.
<<Come dovrei chiamarlo? È sciocco ma aiuta a non pensare.>>
Il gatto annusò la lama e si ritrasse subito.
"Ha ancora l'odore del sangue sulla lama."
Alzai gli occhi al cielo.
<<Chissà quanti corpi ha visto nelle mani della Regina.>>
"Mietitore, puzzo sangue..."
Risi a sentire i nomi suggeriti.
<<Deve essere serio...>>
"Per me resterà sempre puzzo sangue."
Risi più forte e tra le fusa del gatto e le carezze lente e regolari mi addormentai.

* * *

Mi svegliai subito dopo o così mi parve.
Teresa e John mi scuotevano per la spalla quando ancora il sole non era sorto ma mi alzai comunque.
Feci un bagno ad occhi chiusi e non ricordavo neanche di aver fatto colazione, tuttavia una volta davanti l'armatura mi svegliai di colpo.
I miei due amici stavano indossando delle armature raffinate e nuove di zecca ma nessuno dei due sapeva come fissare le cinghie o come indossare i vari pezzi.
Li aiutai. In qualche modo stavo prendendo tempo, una volta indossata l'armatura non l'avrei tolta per giorni.
Per tutta la durata della guerra.
Quando toccò a me fui lieta del loro aiuto.
<<È degna di una regina.>>
<<Lo è.>>
Mi fece una smorfia.
<<Ovviamente lei lo sapeva.>>
John arrivò in soccorso di Teresa molto ironico.
Il monento durò poco.
Mancava il pugnale senza nome.
Invece di metterlo nello stivale lo misi al fianco.
Ci guardammo tutti e tre allo specchio.
Mi venne da piangere.
Soltanto un anno prima ci trovavamo a specchiarci in abiti semolici per la festa dei Vincitori, mentre in quel momento eravamo pronti per la battaglia.
<<Mi dispiace tanto.>>
Singhiozzai.
<<Non voglio che moriate.
Scusate!>>
Cosa mi prese?
Mi aggrappai alle loro spalle abbraccisndoli, ci accarezzammo sulla schiena finché non fui calma e bussarono alla porta.
Kay aplarve proprio come il guerriero che ricordavo.
Un alone di magia lo avvolgeva più stretta dell'armatura stessa.
<<Dobbiamo andare.>>
Centinai di ceste trasportavano centinaia di guerrieri sulla terra ferma.
Quando fu il nostro turno rimasi senza fiato.
L'esercito si estendeva quasi oltre la visuale dell'occhio, maghi e umani, tutti guerrieri sotto lo stesso vessillo.
Un rombo dalle quattro v dal centro all'esterno garriva nell'aria.
Myeki mi salutava dal basso come la loro salvatrice, tutti i portatori furono sommersi da grida di incoraggiamento.
Mi strinsi di più a Kay non volendo farmi vedere troppo.
<<Viaggeremo in prima linea, ma se vuoi posso scortarti anche qualche linea più indietro.>>
Scossi la testa.
<<Fa ciò che devi, io me la caverò.>>
Il momento dei saluti stava per arrivare.

I Maestri divisero in gruppi il vrande esercito e partimmo.
In pochi erano rimasti nelle città, avevamo bisogno di tutti per quella battaglia ma ce ne saremmo pentiti subito.
Quando mi voltai a dare un ultimo sguardo alla città sospesa rimasi inorridita.
Un fumo leggero saliva nero nell'aria. Fu un attimo, non ebbi il tempo di avvertire nessuno che il palazzo esplose.
L'isola tremò, sotto lo sguardo esterrefatto di centinaia di migliaia di persone.
<<Artú...>>
"Vado."
E scomparve dal mio fianco.
Ero appena salita sul cavallo.
Quando tornò portò brutte notizie.
"Sono state colpite tutte le città nello stesso momento."
Il famiglio di Kay, il lupo ci portò alla carica con un ululato che riempì il mattino e tutti i mattini seguenti.
Fu una marcia silenziosa piena di rabbia e complotti vendicativi.
<<Questa è stata la nostra prima sconfitta, se il Consigliere ha potuto fare questo stando fermo sul trono allora a Mayu saremo spacciati.>>
Piuma analizzò la situazione e nonostante mi trovassi molto indietro al gruppo sentii.
<Lui ci sta aspettando. Non abbiamo più vie di fuga.>>
In qualsiasi modo sarebbe andata a finire, la fine era vicina.

Myeki: I Segreti Della MagiaWhere stories live. Discover now