Tempesta

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Il giorno successivo lo passai a girare per la montagna e a cercare di percepire qualche sentore di potere.
John cercava di starmi attaccato come se avesse già qualcosa da imparare e le giardie non ne volevano sapere di allontanarsi nonostante il posto del tutto sicuro.
L'unica persona che non si fece viva fino a sera fu Kay.
Quello strano uomo misterioso mai del tutto chiaro, nessuno poteva sapere cosa pensasse davvero ma quel giorno volli provarci.
Scappando da Dorina andai dritta nella prima stanza che mi capitò davanti e scoprii che si trattava di una camera da scrittura.
Una marea di lettere erano impilate ordinariamente su degli scaffali e uno scrivano si accingeva a riordinare le ultime arrivate.
Incuriosita mi avvicinai e dietro il banchetto da scrittura trovai Kay, piuma alla mano, immerso nella scrittura.
Provai a sbirciare ma sapevo che sarebbe stato tutto in codice, cosí non mi sorpresi quando non capii niente.
Nel frattempo lo scrivano andò via e restammo solo noi due.
Volevo che notasse la mia presenza ma con disinvoltura cosí feci del rumore.
Sarebbe bastato qualcosa di diverso dal frusciare della carta per distrarlo tuttavia non mi limitai a far cadere un candelabro ma bensì due, uno accanto all'altro.
<< Questa volta cosa stai complottando?>>
Chiesi scherzosa e seria mentre mettevo le candele al loro posto.
Avrei voluto suonasse più scherzoso ma il professore non lo capì.
<< Vorrei dire nulla che ti riguardi ma è impossibile. Tutto sembra puntare a te come se fossi il nord.>>
<<Tuttavia la nostra bussola non punta verso il nemico.>>
Assottigliò gli occhi e curvò le spalle sulla busta della lettera chiudendola sbadatamente.
Quando ebbe finito tornò a guardarmi ben disteso sulla sedia.
<<Dove sono gli altri?>>
<<Li ho seminati.>>
Non sembrava felice ma lui non lo era mai.
Non capivo cosa provasse e a cosa stesse pensando. Non capivo quali fossero le sue intenzioni e questo mi faceva imbestialire.
<<A che cosa stai pensando?>>
Dopo la volta della Festa delle Streghe non avevamo più avuto una conversazione privata civile e dal contatto ancora meno.
Mi ignorò spudoratamente iniziando a scrivere una nuova lettera.
<<Come ci si sente ad essere portatori? Scommetto che di nascosto ti diverti a comandare l'acqua.>>
Volevo stuzzicarlo, fargli perdere il controllo e vedere fino a che punto era disposto a servirsi di me.
Sbuffò facendo scivolare la mani sul banchetto.
<<In effetti lo adoro, se non ci fosse stata la guerra credo che non sarebbe mai capitato quindi spero che non finisca mai.>>
Rimasi interdetta non sapendo bene come rispondere, ma non potevo dargliela vinta.
Stuzzicarlo stava diventando una sfida e fargli perdere la pazienza ancora di più.
<< In effetti mi diverto proprio a ridere alle tue spalle. Guardati sei una ragazzina fallita, un umana nata con enormi poteri ma pur sempre umana. In cuor tuo sai di non meritarli ma vuoi credere il contrario.>>
Strinsi i ougni lungo i fianchi.
<<Non vuoi che ci siano portatri solo per gelosia, sei un egoista.>>
Nel frattempo senza accorgermene si era avvicinato sempre di più e in poco tempo mi fu di fronte a due respiri di distanza.
<<Tu vuoi che ti faccia male cosí puoi incolparmi di qualcosa ma sai che non ci riuscirai.
Devi arrenderti alla realtà.>>
Il respiro si era fatto pesante e i pugni bianchi.
Percepivo la durezza della pietra sulla mia pelle bruciante di vergogna.
Perché avevo voluto stuzziacarlo era ormai un ricordo lontano e sciocco.
Feci un passo avanti finché i nostri nasi non si sfiorarono e le nostre bocche avrebbero potuto toccarsi.
<<Arrendersi?>>
Dissi a denti stretti.
<<Preferisco combattere e perdere piuttosto che non prvare a vincere.>>
La sua altezza poteva essere un problema ma fu lui a curvarsi per arrivare a guardarmi negli occhi.
<<Sembra che tu non voglia però. Provi a scappare in tutti i modi e colpevolozzi noi di tutto il male in questo mondo.>>
<<Il male è uno solo e quello sarà per sempre se non si estinguerà.>>
Speravo che capisse i miei sentimenti verso la loro causa ma tutto fu vano.
<<L'ambizione dell'uomo a diventare potente non porta sempre alla distruzione.>>
Perché non vedeva la veritàCome poteva essere cosí cieco!?
<<Se solo lo comorendessi...>>
La sua mano si posò sulla mia giancia per poi muoversi lentanente a cingere il collo senza mai staccare lo sguardo dai miei occhi.
Occhi pieni di eccitazione eagitazione.
Scappai.
Scappai da Kay come avevo fatto per la prima parte della giornata.
Scappai dal destino ma lui non mi perse di vista un attimo.
Sostai a riprendere fiato davanti una porta quando fui travolta da un uomo di latta.
La mano era andata ad incastrarsi sotto l'armatura del collo nel disperato tentativo di reggermi.
A metà tra il cadere e lo stare in piedi ci rialzammo simultaneamente.
La sua altezza portava il mio braccio a doversi allungare più del normale.
<<Scusa, non volevo farti cadere.>>
Finalmente la mia mano uscì e potei rivolgermi a lui.
Un ragazzo più grande di me completamente rivestito di ferro e con una spada al fianco.
Un umano.
Forse fu questo che mi colpì di lui.
La sua umanità...
<<Storm, muoviti!>>
... e il suo nome.
Tempestoso come era arrivato scomparve e il sole tornò a splendere nel mio mondo.

Myeki: I Segreti Della MagiaWhere stories live. Discover now