All'ombra di una Città

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Il profumo di pergamena mi penetrava nelle narici mischiato all'odore del fumo, mentre il colore scarlatto del sigillo rispelndeva davanti ai miei occhi come fosse un piccolo tesoro, il più inestimabile di tutti.
Strinsi la presa rischiando di strappare la lettera.
<<Se mi avevano inviato questa allora perché hanno distrutto tutto prima?>>
Artú scosse la testa accanto a me.
Era la terza notte di viaggio e di nuovo eravamo stati costretti a ripararci sotto un gruppo di alberi, la nostra unica protezione contro il mondo.
Kay e Piuma discutevano in cima alla collina. Dorian e Storm si occupavano di una ricognizione.
Eravamo rimasti soli con Teresa e John.
Sembravano scossa tanto quanto me.
Parlavano sottovoce, nascondendo i loro pensieri a tutto il gruppo.
Capivo la loro situazione perché era quella di tutta la squadra.
La verità che nessuno voleva ammettere era una e semplice.
Cosa avremmo fatto una volta che i poteri fossero stati trasferiti?
Kay ci disse che l'esercito si sarebbe radunato a Iska e da lì sarebbero partiti.
Tutti tranne me.
Sarei rimasta a Iska, mera spettatrice della salvezza o della distruzione della nostra realtà.

Guardai il fuoco, la lettera e poi i miei amici.
Mi asciugai le ultime lacrime con la punta delle dita e gettai la lettera nel fuoco.
Non restai a guardarla.
<<Assicurati che bruci.>>
Ma si era già volatilizzata, trasformata in cenere ed era volata via.
Mi alzai e girando intorno al fuoco mi sedetti accanto ai due dominatori.
<<Posso stare con voi?>>
Si scambiarono uno sguardo ma John rispose sorridendo.
<<Certo Tal. Come ai vecchi tempi.>>
Accennai un sorriso.
<<Intendi le notti in riva al
mare?>>
Li guardai scambiarsi sorrisi complici.
<<Ricordo quando ci sfidasti a rubare una barca e vagare tra le Isole della Disperazione.>>
Risi anche io ricordando l'adrenalina e la paura di quella notte.
<<Siamo riusciti a rubare la barca però, anche se poi ci abbiamo dormito dentro.>>
Risi dando poi un morso alla mela che presi dal cesto vicino.
<<Non sareste mai sopravvissuti alla traversata. Tutti sanno che le isole sono uno dei più grandi pericoli di Myeki.>>
Di nuovo ci lanciò uno sguardo di sfida, come se volesse che andassimo in quello stesso istante a navigare nel pericolo della sua sfida.
Le isole erano note per far impazzire e perdere le persone nel loro dedalo infinito.
Infinite vie per entrare e nessuna per via per uscire.
Si erano salvati solo i pochi che avevano abbandonato le navi, i disertori dell'equipaggio.
Questi ultimi avevano solo il tempo di raccontare la storia prima di essere definiti codardi per il loro gesto.

Era calato il silenzio tra di noi.
Gli altri erano tornati e sentivo che Storm mi osservava da lontano, come un richiamo verso la sua pelle, verso di lui.
<<Credete che dovtemo combattere contro i nostri
amici?>>
Era stato John a parlare. A gambe incrociate, alla sola luce del fuoco e curvo sembrava aver vissuto già tutti i suoi anni di vita, appesantito dalla morte.
Ma forse lo eravamo tutti, appesantiti dalla morte.
<<Se i tuoi amici sono persone leali allora combatteranno al tuo fianco.>>
Dissi mettendogli una mano sul ginocchio.
<<Anche Laila era leale. Almeno lo sembrava...>>
Ritrassi di scatto la mano.
Teresa invece guardò il fuoco, che improvvisamente sembrava diventato più caldo.
<<E Tal l'ha combattuta. Se ti troverai a scontrarti contro un tuo compagno allora farai ciò che va fatto.>>
Kay si era intromesso bruscamente, portando con se il gelo.
<<Questo farà la diffetrza tra la vita e la morte. Anche io temo di dover combattere contro i miei amici. Non so chi mi potrei fidare ma credo nella mia squadra, nella nostra squadra e questo mi basta.>>
Il suo sguardo catturava tutti nel campo, famigli e maghi.
Quando guardò me seppi che le sue parole erano sincere e questo mi fece sentire peggio.
Ero stata tradita dalla mia famiglia, e quando sembrava che ne avessi di nuovo una mi ritrovavo a doverle mentire.
Avevo paura più di tutti perché sul campo di battaglia avrei di certo combattuto contro i miei amici, contro la mia famiglia.
Mi alzai disinvolta ma pesante e tornai al mio posto.
Caddi di peso accanto a Storm e poggiai la testa sulle sue gambe.
<<E tu di cosa hai paura?>>
Allungai una mano verso il suo volto, giocando con i suoi capelli pendenti dal volto.
Non rispose subito ma continuò a guardarmi.
Aveva una corona di stelle intorno alla testa, con il volto illuminato dal fuoco e qualche lume magico.
La barba aveva iniziato a crescergli ruvida sul profilo del volto.
Gli sfiorai le labbra e quando le schiuse fu per parlare.
<<Anche io ho paura, paura di fallire...>>
Aggrottai la fronte, tutti avevamo paura di perdere.
<<...ma non ho paura di scontrarmi contro i miei amici perché non ne ho sul campo di battaglia. Sono stato cresciuto per essere una guardia e lo sarò fino alla fine. Solo tu potresti fermarmi.>>
Sorrisi.
Tutto si fece sfocato e mi addotmentai sotto le sue carezze.

* * *

La mattina seguente fu la più dura, poiché eravamo quasi arrivati corremmo senza sosta.
Dietro di noi rimasero solo erba spianata e torsoli di mela, ma ne valse la pena.
<<Siamo arrivati.>>
Dorian ci fece fermare di colpo in mezzo al nulla.
Mi guardai intorno spaesata.
Un enorme ombra si stendeva per chilometri oltre il mio sguardo e allora ricordai le storie di mia madre.
Guardai in alto rimanendo senza fiato.
Un intera città, un enorme castello tutto sospeso nel nulla a centianai di metri da terra.
Il basso era completamente oscurato ma sembrava che la cima celasse un diamante per la luce che emanava.
<<Hanno ritirato le scale...>>
Dorian sembrva sorpreso della loro assenza.
Mi immaginai come sarebbe stato percorrere una infinita scalinata verso il cielo.
Innorridii.
<<Guardate! C'é qualcosa.>>
Tornai con il naso all'insù.
Una enorme cesta stava scendendo verso di noi con due dominatori al suo interno.
<<Ben arrivati amici! È difficile trovarne di questi tempi.>>
I due risero tra loro mentre atteravano.
Quando scesero l'aria sembrò abbracciarci calda.
<<È un onore poter ospitarvi. Maestro Kay siamo venuti a conoscenza dei suoi ordini, il Maestro voleva farle sapere che siamo già quasi al completo.>>
<<Sono felice che stia andando bene il reclutamento.>>
Salimmo a bordo entusiasti.
Dorian mi si avvicinò quando iniziammo a prendere il volo.
Il mio stomaco sembrò schizzare verso il basso ma poi tornò tutto normale.
La salita era lenta e la cesta sembrva oscillare un poco dando l'impressione di una culla.
Misi la mia mano su quella di Storm ma Dorian comparve interromendomi prima che potesso dire qualcosa.
<<Amerai volare.>>
Sorrisi appena.
<<Per questo so che mi spezzerà il cuore non poterlo fare più.>>
Era più alto di me decisamente al suo posto contro lo sfondo della città d'aria.
Entrambi bianchi, entrambi rilucevano alla luce del sole.
Non mi guardava.
<<Mia madre ne é in grado ma gliel'ho visto fare solo poche volte. Come fate a resistere?>>
A quel punto mi guardò, e fui estremamente sorpresa di vedere i suoi occhi lucidi.
<<Forse abbiamo perso entrambi una persona cara.>>
Deglutii.
Non facevo più caso al paesaggio, niente sembrava più catturare la mia attenzione oltre Dorian.
<<Per volare con le proprie forze bisogna essere estremamente potenti. Tutti dopo la prima volta crediamo di esserlo e allora ci buttiamo nel vuoto senza farne mai ritorno.>>
Mi prese entrambe le mani tra le sue e si abbassò leggermente per sussurrarmi all'orecchio.
Sentivo gli occhi di Storm bruciare sulla mia schiena ma non mi importava.
<<Promettimi che non lo farai mai. Io sono fuggito da qui molto tempo fa e non so se potrei sopportarlo di nuovo, credo che nessuno di noi potrebbe sopportarlo.>>
Tornai a guardarlo negli occhi e annuii.
<<Anche se sarai abbastanza forte devi promettermelo.>>
<<Te lo prometto Dorian.>>
Avevo infranto abbastanza promesse, non avrei deluso anche lui, ma mentre atterravamo dovetti fare un respiro profondo.
Sarebbe stato più difficile del previsto.

Myeki: I Segreti Della MagiaWhere stories live. Discover now