Contatto

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Togliersi il peso dell'armatura fu un sollievo, avrei voluto poter fare lo stesso con il peso che opprimeva il mio cuore. Più premeva più mi sentivo schiacciata e sapevo che prima o poi sarei diventata talmente sottile da volare via, da lasciarmi trascinare da tutto.
Il mattino arrivò prima che potessi accorgermene, bruscamente e luminoso come in un giorno d'estate, tuttavia del calore estivo non aveva nulla.
Infreddolita e quasi tremante mi preparai alla partenza.
Indossai l'armatura, il pugnale e il poco orgoglio che mi restava.
Arrivata nella sala da pranzo trovai lì persone sconosciute e persone che avrei voluto non vedere affatto.
<<Talitha loro saranno la nostra nuova scorta.>>
Li guardai e feci un cenno. Allungai la mano verso una mela e l'addentai. Il sapore era aspro come tutto il resto.
Degluitii a fatica.
<<Sono onorato di conoscerti. Io sono Dorian, la vostra sentinella.>>
Un ragazzo alto, snello e completamente bianco mi guardava come se cercasse la mia approvazione.
I capelli, la pelle e gli occhi erano bianchi.
<<Tu sei un dominatore
dell'aria?>>
<<Al suo servizio.>>
Annuii e il pensiero di mia madre mi distrasse dal ragazzo.
<<La mia famiglia...>>
Kay capì al volo cosa volessi sapere, cosa temessi.
<<Loro non sanno nulla. Quando si renderanno conto che è scomparsa penseranno ad una fuga.>>
La fuga era quello che voleva Laila ma la verità non era quella.
<<Siete pronti?>>
Il Maestro di Ruwa si affacciò per avvisarci.
Era il momento.

Dopo che Kay fú fuori dalla sala da pranzo tutti gli altri lo seguirono a ruota, solo il Maestro rimase un po', ma di cosa potevamo parlare? Era stato già detto tutto. Dopodiché anche lui andò via.
Non sapevo quale sarebbe stata la nostra prossima meta e non mi importava. Sapevo che non appena avrei allenato e potenziato i miei poteri li avrei dovuti cedere a qualcun altro e quel pensiero mi faceva imbestialire, mi faceva venir voglia di scappare via.
Chi sarebbe stato il prossimo?
Lo avrei conosciuto?
Ne avrebbe fatto buon uso?
Che importava ormai.

Vedendomi agitata e in procinto di scappare, il Maestro mi invitò ad entrare nella stanza con una leggera spinta.
Appena varcai la soglia subito mi saltarono all'occhio le sacche da viaggio pronte a ricordarmi cosa stava per accadere.
L'armatura che indossavo era solo per proteggere non me ma quello che custodivo all'interno. I miei poteri erano la loro unica arma.
Mi sedetti sul letto e accanto a me comparve Artù.
Kay fece lo stesso e così il suo famiglio.
<<Cosa dobbiamo fare adesso?>>
Chiese impazionte.
<<I vostri palmi con il tatuaggio devono toccarsi.
Talitha dovrà entrare dentro di te con la sua mente ma perché questo riesca tu devi essere completamente aperto a lei.>>
Fece una pausa per vedere se avevamo capito.
Non tutto era chiaro ma annuii lo stesso.
<<Devi cercare la fonte del suo potere e collegarla al tuo in modo tale da creare un filo conduttore da cui passare il potere.>>

"Solo chi entra in contatto con te può prendere i poteri, ma questo filo conduttore non si spezzerà mai, non puoi essere separata del tutto da quello che sei, quindi potrai riprenderti i tuoi poteri quando vorrai, ma se dovessi cederli tutti diventando umana niente potrà ridarteli indietro."
Rimasi sconvolta e sollevata dalla rivelazione di Artù.
<<Cos'altro sai?>>
Chiesi sconvolta ad Artù.
<<Perché non me ne hai parlato prima?>>
"Non puoi dare i tuoi poteri agli umani, loro non hanno una fonte di potere e se mai dovesse accadere l'umano potrebbe morire."

Mi avvicinai di più a Kay.
Aspettai che dicesse qualcosa, che ripensasse alla decisione e tornasse sui suoi passi ma non lo fece.
Sospirai, gli presi la mano e feci combaciare i tatuaggi.
Il suo rombo con il mio.
Era calda. Sudata ed ebbi paura che scivolasse via dalla mia ma non accade.
Mi trasformai sentendo gli occhi mutare, così come la mia energia.
<<Fatti travolgere dal suo potere, come se lo volessi accogliere dentro di te...>>
Venni risucchiata e d'istinto mi ritrassi bruscamente. Interruppe il contatto e una strana forza sbalzò via da me Kay, che finí a terra.
<<Che cosa è successo?>>
Chiese dolorante mentre si rialzava.
<<Ha funzionato?>>
Lo sguardo grave del Maestro pesava su di me.
<<No. Talitha si è ritratta.>>
Di nuovo era colpa mia.
<<Se tu non sei consenziente allora il legame non può instaurarsi. Devi volerlo.>>
Ma come potevo volere una cosa del genere?
Riprovammo e quando venni assorbita dal suo corpo non mi ritrassi.
<<Lasciatevi guidare dallo spirito dei vostri famigli. Vi mostreranno la fonte del vostro potere.>>
Percepii Artù più forte che mai nel mio essere e mi feci portare fino alla fonte.
Era luminosa e traboccava magia.
<<Prendila. Prendi l'acqua e portala da lui.>>
Non seppi bene come ma qualcosa si staccò dalla fonte e sfrecciò con Artù avanti a me.
Lui era lì.
Kay mi aspettava a braccia aperte.
Lo sentivo così vulnerabile sotto il mio tocco magico. Avrei potuto fare di lui tutto quello che volevo anche solo pensandolo.
Esitai e quasi persi il controllo.
Lasciai quella forma di magia dentro di lui e poi uscii.
Quando aprii gli occhi Kay era ancora al suo posto.
Lo percepivo in modo diverso, come se fosse stato una parte di me... fuori dal mio corpo.
Respiravo affannosamente.

<<Ha funzionato questa volta?>>
Guardammo tutti Kay aspettando che facesse qualcosa.
<<Forza, fai qualcosa!>>
Lo esortai.
Non volevo che il tono sembrasse rabbioso ma è così che suonò.
Tutti sembrarono sorpresi ma non ci fecero caso molto a lungo per fortuna perché Kay ci era riuscito. Aveva mosso l'acqua.
<<Ha funzionato...>>
Disse in un soffio incredulo.
Rise e si mise in piedi.
Ritrovò subito la sua normale compostezza tornando il duro di sempre.
<<Questo è un passo verso la vittoria. Questa notte partiremo alla volta di Duniya e finalmente un altro passo verrà compiuto.>>
Annunciò a tutti.
Lentamente andarono tutti via dalla stanza, senza badare a me che non ancora riuscivo a trovare la forza di alzarmi dal letto.

Controllai il tatuaggio sul palmo della mano e lo trovai immutato.
<<Avevi ragione sul collegamento.>>
Artú mi si avvicinò.
<<Lo so che è per salvarci tutti ma... avrei preferito...>>
Strinsi i pugni e li sbattei sul materasso.
<<Non so neanche io cosa voglio. Salvare da sola tutto il regno? Che stupida!>>
Lo sguardo spettrale di Artù mi fece compagnia durante lo sfogo.
La verità è che non sapevo neache io cosa volessi davvero e questo mi spaventava perché mi rendeva corruttibile, debole e indecisa come si era dimostrato durante la battaglia.
Avevo paura di perdere la mia unica certezza e proprio per questo la stavo perdendo.

Myeki: I Segreti Della MagiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora