Duniya

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All'alba partimmo alla volta di Duniya, chi assonnato chi riposato, io personalmente appartenvo al primo gruppo di persone.
Nonostante l'aver dormito indisturbata per tutta la notte sia stato d'aiuto, le occhiaie e gli sbadigli non sono certo svaniti, così come il sonno.
A salutarmi venne solo mio padre giustificando mia madre senza però metterla contro di me.

Far venire con noi John non gli dava la libertà di cavalcare accanto a me durante il viaggio.
<<Quanto ci metteremo ad arrivare?>>
La domanda di John era prevedibile poiché non aveva mai lasciato Ruwa.
<<Tre giorni, ma noi abbiamo fretta e non vorrei che ci braccassero, quindi ci fermeremo solo una volta.>>
<<E quando?>>
<<Quando saremo arrivati. Allora ci sarà il tempo di riposarsi un attimo, e poi ci metteremo tutti all'opera.>>
Il volto di John rappresentava sconvolgimento e insicurezza.
A cavallo non ce l'avremmo mai fatta ininterrottamente e questo il mago lo sapeva.
Passammo ogni notte fermi tra i cespugli, sotto gli alberi e accanto a un fuoco ma nessuno di noi riusciva a dormire davvero e alla ripresa del viaggio solo i cavalli risultavano riposati e pieni di energie.

Il viaggio procedette senza intoppi e l'unico mutamento fu quello del paesaggio.
Nessun rumore tranne quello degli zoccoli ci accompagnò durante il viaggio, probabilmente fecero più rumore le nostre ombre.

* * *

Arrivammo a Duniya stanchi e affamati, con il morale a terra e l'unica persona che trovammo ad accoglierci era confusa perfettamente nel paesaggio per via della sua tunica.
Proprio come mia sorella descirveva la città nelle sue lettere, questa ci apparve dispersiva e mimetizzata nel paesaggio.
<<La città è la montagna...>>
Mi ritrovai a sussurrare tra me. Nessuno se ne accorse troppo presi dai dintorni e dal Maestro.
Le case erano della stessa pietra della montagna perfettamente inglobate in essa.
La montagna era la loro casa e il loro castello la loro fortezza.
Castel Dolomia apparve tutto d'un pezzo di un brillante e opaco colore rossiccio. Scavata con la magia della terra da un unico pezzo di roccia costituiva la punta della montagna e il centro attivo della città.
Proprio davanti al cuore pulsante, reso tale dalla luce del sole si presentò il Maestro di Duniya.

<<Benvenuti a Duniya alleati e amici.>>
La sua voce profonda dava l'impressione di un tamburo, il suono che rimbalzava su tutte la pareti.
<<Tu devi essere la Myeki. È un sogno che si realizza vedere una tale creatura.>>
Prese la mia mano porgendovi un leggero bacio sopra, lasciandomi un po' spaesata.
<<Anche per me è un onore conoscerla Maestro...?>>
<<Scott Felce Nera.>>
Il suo sorriso non accennava a  scomparire, tuttavia la figura severa di Kay sortì l'effetto di un calmante.
<<Non per metterle fretta Maestro ma... avremmo fretta di iniziare.>>
<<Ma certo seguitemi. Capisco che non volete restare allo scoperto. Avete già corso un pericolo venendo qui.>>
<<Le vostre montagne sono una trappola. Sia per i nemici che per voi...>>
Il sorriso tornò sul volto del Maestro, un sorriso furbo e accattivante.
Nonostante il volto fosse già alterato dai primi segni di vecchiaia, nulla del suo copro tradiva la non appartenenza ai Dominatori.

L'esterno del castello si rispecchiava nell'interno.
La struttura ricordava quella del palazzo di Mayu, con l'unica differenza del materiale.
Ci scortarono fino a delle stanze tutte uguali tra loro e tutte vicine.
<<Qui è dove passerete questa notte e le notti a venire.>>
Quando pensavo che avrei potuto riposare il Maestro ci fermò di nuovo, questa volta con un avvertimento.
<< Percorrete solo le strade principali, non addentratevi nel castello. Ai dominatori piace plasmare strade e non metterle mai a posto. Potrebbero portare ovunque o lasciarvi in trappola.>>
<<Lo faremo maestro e adesso se ha del tempo ho delle questioni da discutere con lei. Si tratta del Consigliere.>>
Entrai nella stanza senza voler sentire alcuna parola e chiusi la porta.
Nonostante il viaggio silenzioso il castello sembrava vibrare di voci, un rumore incessante a cui sapevo avrei dovuto abituarmi.

* * *

'Il letto sembra fatto di pietra.'
<<Accontentati, perché è qui che passeremo il prossimo mese.>>
'Forse se facessi un incantesimo potresti ammorbidirlo...'
<<Artù!>>
Lo ammonii divertita.
Ma la realtà dei fatti era quella, il letto era decisamente una lastra e lastanza era anche peggio.
Senza finestre la stanza rossa diventava malsana e claustrofobica.
Camminai a lungo in circolo prima di decidermi di stendermi e provare a dormire.
Aspettai e aspettai ma il buio degli occhi non andava conofondendosi con stravaganti sogni e la mente non voleva tacere.
Forse stare nella casa di mia sorella, dove lei ha condiviso emozioni e amori, mi turbava. Il senso di disagio mi pervase tutta. Avevo la sensazione che sarebbe entrata da un momento all'altro e questo mi sembrava bello e allo stesso tempo sbagliato.
Non eravamo mai venuti a visitarla a Duniya, forse per via di mio padre, ma era sempre tornata lei. Non ci aveva mai lasciati e credo che se cosí non fosse stato non l'avremmo mai più rivista.
Durante il viaggio mi ero ripromessa di andare a trovare la sua tomba, ma concretizzare il pensiero risultava più difficile che mai.
Andare da lei e vedere una statua al suo posto avrebbe voluto dire ammettere che non c'è più e per me la sua è una realtà ancora troppo tangibile per dirle addio.

"Immagino che abbiano assunto Dorian come nuovo portatore."
<Cosa intendi dire?>>
Artú interruppe i miei pensieri.
Sapevo a cosa volesse andare a parare, ormai i suoi pensieri erano i miei, ma lo lasciai comunque continuare.
"È a lui che sarà affidato il fuoco. Hanno pensato non solo ai guerrieri ma anche agli abbinamenti. Sai meglio di me che aria e fuoco sarebbero perfetti insieme ed è per questo che è facile intuire la loro prossima preda."
Lo guardai abbagliata dall'ignoranza e soaventata dalla sua risposta.
"...Teresa. Cercano in qualche modo di mettere sulla nostra strda amici di cui ti fidi in modo da tenere sotto controllo."
Sbiancai in volto ormai completamente sveglia.
<<Non possono. Lei non accetterà, capirà l'inganno.>>
Scossi la testa quasi di riflesso. Non potevo accettare che anche lei fosse messa in mezzo.
"Sai meglio di me ormai che non è vero. Gli uomini da quando hanno scoperto la magia non hanno pensato più ad altro.
La guerra è iniziata per la magia, verrà combattuta con essa e per essa! Questa è l'unica realtà."
<<È ingiusto. Se la magia è l'unica ragione allora perché sono coinvolti anche gli umani? Ho perso una sorella per la magia ed era una maga, ma perderne un'altra... non potrei mai.>>
Ormai un groppo alla gola mi impediva di continuare.
"Persino Kay è più attratto dalla tua magia che da te."
Sbuffai infastidita.
<<Non potrebbe mai essere attratto da me.>>
"Lo vorresti?"
<<Tanto quanto lui vorrebbe perdere i suoi poteri.>>
All'udire le mie parole Artù rise, nonostante i gatti non possano farlo lui mi stupì con la sua cristallina e gutturale risata.
<<Sai forse vorrei che fossi tu ad affezzionarti a me.>>
La stanza tornò silenziosa.
<<So che c'é qualcosa che mi nascondi, lo sento nella mia mente e nella tua. Dopotutto sei il mio famiglio... vero?>>
Ma a quella domanda non rispose e come solo un gatto potrebbe scomparve in una nube di polvere con una frustata di coda.
Rimasi sola come sempre. Come potevo avere sempre tanta gente attorno e sentirmi sola?
In verità non mi restava nessun amico, tutti corrotti dalla guerra e dalla magia ignoravano la persona che ero e pensavano solo alla persone che le avrei fatte diventare.
Maghi potenti, vincitori ma senza Talitha nella loro vite.

Poco dopo decisi di esplorare il castello, senza giardie e senza Artù ero quasi del tutto allo scoperto ma al momento non mi interessava, ero troppo ferita perché mi importasse.
Nessun pavimento era livellato, corridoi che portavano in basso facevano arrivare in alto e viceversa e le scale consistevano in vere e proprie scalate che non finivano mai.
Dall'esterno la punta dell montagna poteva sembrare insignificante ma i soffitti eterni rendevano il contrario.
Decisi di fermare la mia avanzata alla cieca solo quando imboccando un corridoio finii non so come sull'orlo di un'apertura sul nulla. L'aria frizzava della mia paura ma stranamente fu l'eccitazione a sovrastare tutto.

Myeki: I Segreti Della MagiaМесто, где живут истории. Откройте их для себя