Monti Sussurranti

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Le settimane passarono lentamente tanto che mi fecero pensare che il tempo si fosse fermato.
Io e Dorian avevamo lavorato molto ma se per lui l'unico pensiero era quello di imparare il più possibile il mio era quello dei Monti Sussurranti.
Come avrei dovuto porre la domanda per farla sembrare chiara?
Mi avrebbero ascoltata?
Mi avrebbero risposto?

Artú spariva spesso e compariva poco e nel momento sempre sbagliato.
Il legame non sembrava vacillare ma sapevo che qualcosa non andava. Come famiglio avrebbe dovuto starmi accanto ma lui sembrava avere paura di stare troppo a lungo con me.

Quella mattina stavamo finalmete imparando come guarire un taglio e presto avrei potuto anche condizionare le mie visione delle distese di terra, quando Storm in un momento di pausa mi si avvicinò quel poco che bastava per sussurrare due parola.
<<Questa notte.>>
All'inizio non capii ma quando lo feci fu impossibile concentrarsi.
Quella sera non riuscivo a stare ferma, l'armatura sembrava chiamarmi per essere indossata.

Finii di controllare che fosse tutto a posto quando Storm entrò in stanza furtivamente anche se non ce n'era bisogno visto il suo ruolo di guardia.
Non appena si girò rimase stupito nel vedere l'armatura.
<<Wow.
È magnifica, questo è acciaio di Huske.>>
Annuii.
Si avvicinò accarezzando ogni singolo dettaglio con la punta delle dita.
"Dove l'hai presa? È raro che i fabbricanti di acciaio vendano pezzi del genere.>>
<<È un dono del Consigliere per tenermi al sicuro. Era dell'ultima regina di Myeki.>>
Sentivo di non meritarla, per quanto mi potesse piacere l'avevo già disonorata una volta e avevo paura che accadesse di nuovo.  

Storm uscì dal trans e mi passò svelto un mantello nero come la notte.
Kay era fuori ad aspettare.
Vorremmo nella notte come ombre che scappavano dai propri corpi e arrivammo indisturbati all'uscita dove tre cavalli ci aspettavano.
Le guardie quella notte erano immobili e nessuna di loro sembrò accorgersi dei nostri movimenti.
Salimmo e partimmo al galoppo con alla testa Storm.
Mi voltai indietro e utilizzando il potere della visione risalii il castello di pietra fino ad imbattermi nella figura del Maestro che ci osservava dalla cima della sua torre e allora capii.
Lui sapeva e ci aveva lasciati andare ma perché se non voleva?

*  *  * 

<<Allora come pensi di chiamare il tuo pugnale?>>
Mi voltai per un attimo verso Storm prima di tornare alla posizione iniziale per vedere dove stessimo andiamo.
<<Non distraetevi, qui le strade sono molto tortuose e accidentate, per i cavalli non sarà possibile proseguire per un bel po' di strada più tardi.>>
<<Ogni grande lama necessita un nome, per essere ricordata.>>
Continuò Storm ignorando le parole del professore.
<<Non voglio essere ricordata, voglio solo che questa storia finisca presto e nel migliore dei modi.>>
<<Non tu, il pugnale.>>
Presi a fissare la schiena possente e corazzata di Kay, muoversi sotto il ritmo incalzante dettato dalla camminata del cavallo.
Ma anche se il pensiero di dare un nome alla lama mi allettava non ne trovavo nessuno.
La dichiarazione di Kay mi aveva sconvolta ma presto mi ripresi, anche se il pensiero di come sarebbero potute andare le cose senza tutta quella storia mi struggeva.
Il mio sguardo vagò oltre la spalla dell'uomo e si posò sulla salita improvvisa davanti a noi.
Il buio avrebbe impedito la vista degli ostacoli ma la magia di Kay circondava tutti noi facendo risplendere il paesaggio che ci circondava.
Storm sembrava intimorito dalla magia esercitata ma si riprese subito ed iniziò la scalta.
<<Lasceremo i cavalli, potrebbero spezzarsi una zampa e ci rallenterebbero soltanto.>>
Arrivare in cima non fu facile ma neanche impossibile.
Il vento iniziava a soffiare e mi avvicinai di poco allo strapiombo per guardare in basso ed ebbi subito le vertigini.
Solo i dominatori del vento avrebbero potuto sopravvivere ad una caduta del genere.
La vista si estendeva su tutte le montagne sottostanti, le cui cime creavano piramidi appuntite e letali.
Nonostante non fossimo più in alto di Castel Dolomia si potevano intravedere le luci di Duniya e alcune in lontananza, ma sarebbero potute anche essere stelle.
Arrivammo in cima sudati e arrossati, e se a Duniya tirava vento tiepido qui sembrava di essere in inverno.
Il vento avrebbe potuto criatallizzarsi per quanto era freddo.
La cima era uno spiazzo d'erba rada circondata da rocce e fiori selvatici.
Tutto creava un'atmosfera che ci catapultò in un altro mondo, tranquillo nonostante il rumore del vento.
Sembrava di essere in una bolla e di guardare il panorama da dietro un vetro.
Ci misimo in ginocchio e asoettammo.
"Ti prego vento, ti prego rispondi alla mia domanda."
Pensai più intensamente possibile ma più le stelle si spostavano più capivamo che era tardi.
Stringevo gli occhi e sussurravo a bassa voce quando sentii la mano di Kay posarsi sulla mia spalla.
<<Dobbiamo andare, non ha funzionato ma troveremo un altro modo.>>
Scossi la testa ancora decisa.
Storm si trovava già sul bordo della strada quando mi alzai.
<<I venti hanno ascoltato il nemico e il CConsigliere per aiutarli nei loro scopi subdoli. Adesso deve rispondere a me.>>
Mi avvicinai allo strapiombo e guardai davanti a me, come se stessi guardando negli occhi il vento stesso.
Misi le mano a coppa intorno alla bocca e presi un respiro profondo.
Presto avrebbe albeggaito ma le stelle sarebbero state ancora testimoni per quando sarebbe accaduta la magia, me lo sentivo.
<<Vento ascolta la mia domanda e rispondi, ti prego!>>
Quando urlai la vice sembrò essere inghiottita dal rumore del vento ma ancora una eco riempiva l'area.
Gridai ancora più forte e più volte e continuai anche quando Storm provò a trascinarmi via.
Gridai più forte che potei finché l'urlo finalmente non venne più udito.
<<Mi hanno ascoltata...>>
Restammo immobili ad aspettare quando Kay iniziò ad avvicinarsi e venne sbalzato indietro. Prima che potesse fare un altro passo, intorno a me trasparente e forte infuriava il vento.
"Fa la tua domanda myeki, poiché il vento è come il tempo. Non aspetta  nessuno."
Un sibilo tra il dolce ed il tagliente mi incalzava, facendomi parlare senza riflettere.
<<Qual è il mio nemico?!>>
Chieso urlando per via del rumore del  vento.
"Chi di un era fu il distruttore e di una guerra il vincitore."
<<Che cosa?>>
Il vento iniziò a dissiparsi rendendo la mia voce più chiara.
<<Aspetta! Ti prego!>>
"Il tempo è il richiamo di tutti e in questo momento sta chiamando sia te che me. Dobbiamo andare."
Tesi una mano nell'atto di afferrare qualcosa di infferrabile, restai immobile in quella posizione finché il vento non smise di infuriare e i sibili non smosero di sussurrarmi all'orecchio la risposta alla mia domanda.

Myeki: I Segreti Della MagiaUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum