Iska

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Iska è una città mozzafiato, di quelle che quando le guardi continui a visualizzarle anche ad occhi chiusi.
Sembrava confondersi con il cielo ma la sua lucentezza la faceva sembrare una goccia di pioggia alla luce del sole. Quella goccia che da sola riesce a creare un arcobaleno, quando viene attraversata da un fascio di luce.
Mentre la guardavo esterrefatta un pensiero sorse nella mia mente.
Acrei dovuto salvare tutte le persone che vivevano in terra ma anche in cielo.
Un peso gravò sulle mie spalle e  sembrava farsi sempre più pesante, nonostante la leggera aria che mi circondava e che mi donava il potere di volare.
Arrivammo ai margini di una piattaforma e lentamente iniziammo ad atterrare.
<<Benvenuti a Iska. Questo è il terrazzo ovest del Palazzo di Medi.>>
<<Perché il palazzo di specchi?>>
Chiesi alle due guardie.
Queste si guardarono sorridendo  complici tra loro.
<<Lo scoprirai presto.>>
Il sorriso sereno di Dorian mi fece pensare a qualche motivazione valida ma mai avrei pensato allo spettacolo che trovai dentro il palazzo.
Un palazzo fatto interamente di specchi, che riflettevano perfettamente il cielo confondendosi con esso.
Ero letteralmente fra le nuvole.
Risi, risi di gusto girando su me stessa attirando gli sguardi delle persone ma non mi importava.
A me si aggiunse Teresa, mentre tutti gli altri erano ancora troppo meravigliati.
<<Sí, può fare questo effetto la prima volta.>>
Disse sorridendo Dorian vedendoci tutti.
I due guerrieri ci riportarono alla realtà intimandoci di seguirli.

Un labirinto di specchi, ti fanno dubitare di essere solo uno dei tanti riflessi di te stessa, se non fosse stato tutto luminoso e pieno di finestre senza vetri sarei potuta impazzire.
Mi sarei aspettata di arrivare in una grande stanza piena di persone o in un semplice studio, ma ci fermammo su un piccolo balcone simile a quello su cui eravamo atterrati.
<<Adesso?>>
Chiese Teresa.
Uno di loro si girò verso di noi sorridendoci in modo strano.
<<Adesso... saliamo.>>
Potevamo ancora salire dopo essere arrivati così in alto?
Non potei chiedere perché la piattaforma partí a tutta velocità verso l'alto facendoci cadere a terra spinti dalla troppa forza.
Mi alzai di scatto guardandomi intorno spaesata piena di adrenalina non appena arrivammo.

<<Guerrieri.>>
Una voce forte e limpida ci fece scattare sull'attenti e guardando bene a sinistra potei scorgere la sagoma di una persona attraverso le nuvole, che si avvicinava fino a sbucare quasi completamente.
<<Vi abbiamo cercato per molto, ma a quanto pare siete bravi a nascondervi...>>
Sembrò guardarci uno ad uno, ma dal fitto delle nubi bianche non ne fui sicura.
Doveva essere il Maestro. Tra tutti era considerato il più anziano ma anche il più saggio.
<<...spero siate altrettanto bravi nel combattere, perché vi servirà.>>
Aggrottai la fronte guardando il vuoto sotto i suoi piedi.
Era sospeso sulle nuvole.
<<Seguitemi.>>
Disse prima di scomparire di nuovo attraverso il bianco delle nuvole.
<<Ci sta chiedendo di camminare sulle nuvole come se avessimo le sue capacità.>>
Teresa si affacciò nel vuoto insieme a John.
Kay e Piuma invece non si fecero intimorire.
<<È una prova di coraggio, forza e fiducia. Se rispetterete questi tre principi non cadrete.>>
Si presero per mano e attraversarono il varco.
Mi guardai indietro ma scoprii che le guardie erano andate via.
Afferrai la mano di Teresa.
<<Andate ragazzi, ci pensiamo da sole.>>
<<Sicura Tal?>>
Storm si avvicinò appena ma dopo un mio cenno andò.
Si voltò verso di me un'ultima volta e poi anche lui scomparve.

Guardai Teresa dritta negli occhi nel modo in cui ci guardavamo una volta, quando tutto non esisteva ai nostri occhi, quando l'unica preoccupazione era quella di dover fuggire al Lago dei Voncitori di notte.
Mi strinse la mano facendo lei il primo passo, e così camminammo nel vuoto, insime perché è così che fanno le migliori amiche.
In verità sotto i nostri piedi si rivelò esserci un vetro che faceva intravedere il pauroso vuoto.
Entrammo in quella che all'inizio mi sembrò una serra.
Tante piccole piante erano disposte a circondare le pareti della stanza circolare.
Le radici pendevano verso il basso finendo nel vuoto
Sembrano voler attraversare il pavimento trasparente per poter toccare terra.
<<Questo è il luogo riservato ai nostri famigli, ma non verremo distdisturbati.
Era come essere in un enorme voliera, una voliera di famigli ma al contrario di come si potesse pensare la città non era una gabbia, sembrava invece invitarti a scappare via, o volare per essere precisi.

<<Sono felice che siate arrivati sani e salvi e che ovviamente ci siate fidati di me e abbiate avuto coraggio.>>
<<Noi siamo felici di essere qui, specialmente in un momento come questo.>>
Dissi precedendo Kay e chiunque altro nella stanza.
Il maestro mi sorrise leggermente ma tornò subito ad essere serio.

I suoi occhi sprofondavano in una coltre di rughe, e la piccola bocca nella barba grigia come la cenere.
Era basso, dalla schiena curva come se avesse passato troppo tempo a contemplare la terra dall'alto del cielo.
<<L'aumento degli attacchi da parte del nemico si sono moltiplicati e inoltre molte persone sono passate dalla sua parte.>>
I nostri occhi erano puntata su di lui, ma il Maestro aveva occhi solo per una persona.
<<Adesso raccontatemi nel dettaglio. Cosa è successo alla bellissima Wuta?>>
Piuma provò a parlare ma la sua voce non volle uscire.
Non seppi quando le lacrime iniziarono ad uscire, ma lo fecero e sorpresero tutti, persino Kay.
<<Lasciateci soli.>>
Cinse un braccio intorno alle spalle di Piuma Gialla e poi andammo via.
Aspettammo sulla piattaforma indisturbati fino al tramonto.
La città di specchi sembrò arrivare all'apice della sua bellezza, ma mentre un Maestro poteva ancora proteggere la propria casa e quella del suo popolo, un altro piangeva la perdita della propria.

Myeki: I Segreti Della MagiaOù les histoires vivent. Découvrez maintenant