Nella stanza del Tradimento

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La mattina seguente non ci fu bisogno di svegliarmi poiché non avevo chiuso occhio per tutta la notte, troppo agitata per la festa di quella sera.
Quella mattina non mi recai come al solito al mercato di Mayu ma rimasi chiusa in camera per tutto il tempo con Artù che ripeteva il piano semplice ma pericoloso.
"Ricorda appena arriveremo tu mescolati con tutto il resto degli invitati e non appena vedrai fare qualche passo falso a Lorenzo va da lui e bloccalo."
<<Ma se dovessi chiamarmi io verrò di corsa da te e grazie al nostro legame saprò dove trovarti.>>
Annuì deciso una volta e scomparve solo per ricomparire più tardi con del cibo rubato dalla cucina.
Passammo il resto del pomeriggio a ridere, scherzare e conoscerci ma la costante ansia nascosta dietro i sorrisi spensierati non scomparve mai.
La sera arrivò  in fretta e così mi vestii al meglio con un semplice abito rosa carne e i capelli raccolti.
Non credo che sarei mai riuscita ad aprire la porta della stanza se Artù non mi avesse ricordato l'importanza di mantenere le apparenze con Lorenzo se volevamo scoprire qualcosa.
Il castello non era troppo lontano e lo raggiunsi in una ventina di minuti costeggiando le strade gemmate su cui solo poche persone ancora passeggiavano.
Quando arrivai all'immensa struttura non potevo non chiedermi una cosa.
<<Dovrò entrare dalla porta principale o da quella sul retro?>>
"Credo dall'unica porta aperta."
Più mi avvicinavo più notavo che il grande portone principale era spalancato e mostrava solo poco dell'interno, protetto da due guardie per lato.
Mostrai l'invito e con strane occhiate da parte delle due entrai seguita e preceduta da molti altri.
Non sapendo bene dove andare seguii la folla per il corridoio di pietra identico a quello del trono.
Esso sfociava in una spaziosa sala già colma di persone, pietanze e strumenti musicali.
"Non pensavo che Lorenzo potesse avere una posizione a palazzo talmente elevata da permettersi una festa del genere."
Dissi ad Artù ma di lui non c'era più neanche l'ombra scomparso già da tempo nei meandri del castello spinto dal nostro folle piano.
A disagio mi spostai verso il tavolo delle bibite, versate con grande maestria da una dominatrice dell'acqua in bicchieri di vetro.
Ne presi uno e lo bevvi tutto d'un fiato e così ne presi subito un altro.
Una mano sulla mia spalla e una voce che speravo di sentire il più tardi possibile mi fece quasi cadere di mano il bicchiere.
<<Lorenzo...>>
Lo guardai per un attimo ipnotizzata ma mi ripresi quasi subito.
<<Auguri! Ti stavo cercando, volevo darti il regalo di persona ma lo hanno preso e poggiato su uno di questi tavoli insieme agli altri.>>
Lui sorrise, occhi che luccicavano per la tanta luce riflessa sulle pareti.
<<Tranquilla, il tuo sarà il primo che aprirò.>>
Gli sorrisi a metà forzatamente e a metà come se fosse ancora tutto normale.
<<Devo lasciarti, ho altri invitati da accogliere ma più tardi tornerò da te.>>
<<Non vedo l'ora.>>
Ma lui era già partito, con il calice in mano e tutti e due i miei occhi sulla sua schiena, almeno finché non lo persi di vista.
Artù non si fece sentire per un bel po' e così io cercai di mettermi a mio agio su una delle poltroncine ad ascoltare i pettegolezzi delle altre donne.
Mi alzai per prendere dell'altra acqua ma l'unica bevanda che servivano in quel momento era una spremuta di frutti esotici provenienti da Iska. Ne presi un calice e iniziando a sorseggiarlo scoprii che era la cosa più buona che avessi assaggiato quella sera e non appena lo finii andai a prenderne un altro. Stavo cercando di tenermi alla larga da gruppi di persone troppo affollate per evitare di sbattervi ma fu una ragazza a urtare me. Tornò a camminare come se non se ne fosse accorta ma il suo bicchiere continuava a cadere e all'improvviso accade l'unica cosa che non doveva accadere.
Allungai il braccio cercando di afferarlo prima che si frantumasse e l'attenzione volasse su di me ma nonostante non ci arrivassi il liquido si fermò, al contrario del suo contenitore. Prima che il rumore di cocci potesse distrarmi rimasi ad osservare esterrefatta, agghiacciata e incredula l'informe liquido a mezz'aria.
Persi la concentrazione dopo meno di due secondi e solo allora anche l'acqua cadde.
Mi rialzai guardandomi intorno ma nonostante mi sentissi osservata nessuno mi stava prestando attenzione.
"Artù...?"
Lo chiamai allarmata.
"Dobbiamo andare via subito. Adesso!"
Con passo svelto e sguardo basso mi avviai alla porta d'ingresso ma presto la sensazione di essere seguita divenne realtà.
Quando mi girai indietro vidi chiaramente delle persone che puntavano verso di me e tra quelle, la prima che riuscii ad identificare come faccia conosciuta, fu quella del professor Kay Foster.
Solo allora iniziai a correre senza guardare più indietro.
Trovai la porta bloccata e così corsi verso l'unico posto che conoscevo. La sala del trono.
Mentre correvo tra le statue dei myeki mi sentivo al sicuro ma non durò a lungo perché a bloccare la mia seconda via di fuga c'era proprio Lorenzo.

<<Stai calma, non vogliamo farti del male.>>
Io ansimavo e non sapevo bene cosa stesse accadendo e così non dissi niente.
Lui iniziò ad avvicinarsi cautamente, il ticchettio degli stivali sulla nuda pietra dettava il tempo che mi rimaneva per trovare una via di fuga.
<<Noi sappiamo cosa sei, vogliamo aiutare te ma anche le persne che ti sono vicine.>>
Con una strana determinazione nella voce allungai una mano verso di lui minacciandolo.
<<Stai fermo. Non andare oltre o giuro che ti colpirò.>>
Ero infuriata e la rabbia trasudava dalle mie mani incandescenti di potere.
Alle mie spalle altri rintocchi a segnare il tempo che passava mi agitarono. Ma dov'era Artù? Che fosse già uscito dal castello e mi stesse aspettando?
"Non mi lascerebbe così. Mai."
<<Che cosa volete da me?>>
<<Te l'ho detto...>>
Di nuovo Lorenzo provò ad avvicinarsi ma lo fermai facendo comparire una sfera viola nella mia mano.
<<...voglio aiutarti. Forse non hai ancora capito cosa sei ma se venissi con noi allora ti insegneremmo e così compiresti il tuo destino.>>
<<Ho capito che non dovevo fidarmi di te dal momento in cui ti sei tradito da solo. Non ti avevo detto quel giorno perché stavo scappando, eppure tu lo sapevi.>>
Una nuova voce si insinuò nel discorso.
<<Sapevo che alla fine avresti fatto un passo falso. Dovevi lascire a me il compito.>>
<<Eppure sono io che l'ho portara a fidarsi di me e a portarla nel castello in nostra presenza.>>
In quel momento generale di distrazione colpii Lorenzo più forte che potevo e imboccai la porta dietro il trono.
Vagai alla cieca nel buio finché delle lanterne non si accesero lungo tutte le pareti e allora capii che quello era stato solo un inganno.
Dietro la porta non si trovavano le strade di Mayu ma solo una stanza dal soffitto alto e pieno di altre porte sigillate.
Ero in trappola e mi ci ero messa con le mie stesse mani.
Prima che potessi tornare indietro un dolore acuto alla testa mi fece cadere a terra e così svenni nella tana del lupo, nella trappola dell'uomo.
Nella stanza del tradimento.

Myeki: I Segreti Della MagiaDonde viven las historias. Descúbrelo ahora