Il Famiglio

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La mattina seguente mi alzai di buon ora ed ebbi abbastanza tempo da dedicare a me stessa prima che Sara e le altre potessero entrare e trascinarmi via di peso come fecero in seguito.
<<Per la prima parte della giornata ci tocca subirci il professore Brus, una vera noia.>>
<<Io trovo che invece sia molto bravo a spiegare.>>
Uno sbuffo fu l'unica risposta di Uma per Sara.
<<Lo stiamo per scoprire.>>
Dissi e con un respiro agitato entrai in classe per poter sedermi al primo posto libero.
<<Salve ragazzi, oggi parleremo dei compagni dei maghi.
<<Due cose non devono mancare ad un mago: la padronanza del proprio potere e il famiglio. Quest'ultimo è un animale che può variare a seconda della persona, può essere una mosca o un elefante, uno scarafaggio o una balena. Questo poi dipende anche da che tipo di magia si possiede, se quella dell'acqua allora i famigli saranno di tipo acquatico se di aria  allora saranno uccelli. I famigli di terra fuoco e magia sono molto simili tra loro ma si può riconoscere da varie caratteristiche chi è chi.
Il primo famiglio della storia fu un gatto nero ma come saprete nessuno di essi ha piú camminato su Myeki da quel giorno e questo fu dettato anche dallo sterminio e dall'estinzione dei myeki. Lui o lei verrà da voi quando sentirà la magia da voi sprigionata, dovrà essere molto forte perché possa sentirla poiché non è un semplice animale terreno ma viene dal profondo della vostra anima, è in contatto con essa sempre e per richiamarlo a voi c'é bisogno che lui vi senta forti, pronti a diventare effettivi maghi con il bisogno di una guida. Ognuno di voi potrà parlare con il proprio famiglio capire cosa dice e cosa pensa ma solo un famiglio può parlare e comprendere un altro famiglio di un altro mago.
Lui è il vostro migliore amico, un confidente, un consigliere...tutto quello di cui avrete bisogno, non vi tradirà mai, l'unico di cui potete fidarvi e su cui potete contare...sempre.
Se per la fine dell'anno scolastico non avrete evocato una magia abbastanza potente da richiamare il vostro famiglio, dovrete ripetere l'anno.>>
Lina alzò la mano per chiedere parola al professore e lui le diede il permesso di parlare.
<<Quindi il nostro famiglio non dipende da quale animale preferiamo?>>
<<No, il famiglio è ciò che ci rappresenta di più, guardate...>>
Non capivo cosa dovessi guardare specialmente perché il professore indicava un punto vuoto della cattedra ma quando una strana polvere terrosa inziò a materializzarsi nell'aria capii cosa stava succedendo. In un attimo comparve una tartaruga dall'aspetto raggrinzito ma di un verde vivace e con il suo collo lungo fece un cenno a tutti noi.
<<Lui capisce e può comunicare, non è un semplice animale.>>
Le sue parole divennero come elisir per tutti noi e lo stavamo bevendo con stupore e ammirazione più di prima.
<<Lui è Jeod, il mio famiglio. In verità la sua è una figura ridotta, essendoci molti famigli di grandezze oltre il concesso da molti spazi questi ricorrono  alla capacità di rimpicciolire la loro forma e di adattarsi al meglio allo spazio.>>
Il suono di prima mattinata interruppe bruscamente la lezione riportandoci a respirare e non più a bere elisir.
L'ora del pranzo era arrivata ed io non avevo affatto fame.
Durante il tragitto per arrivare in mensa Lina e Uma fantasticarono su quale animale potesse assomigliarle di più quando come al solito Sara si intromise parlando sopra la voce delle altre due. 
<<Io so perfettamente quale sarà il mio famiglio. Dovete sapere che la mia famiglia proviene dalla stirpe della prima maga. A casa la più brava sono io, quindi mi sembra ovvio che il mio famiglio sarà un gatto siamese bianco.>>
<<Come fai a dire che sarà
bianco?>>
<<E come fai a dire che sarà siamese?>>
Chiesero Uma e Lina una dopo l'altra.
<<Io sapevo che il primo famiglio era nero.>>
Dissi perplessa.
<<Si è vero, ma il gatto siamese è tra i più eleganti come me, poi il bianco è così puro e appariscente.>>
Tutte noi cercammo di trattenre le risate per il suo sguardo spiritato ma poco dopo scoppiammo facendola innervosire. Ci superò di molto finché non scomparve dietro il primo angolo del corridoio.
<<Sara sembra così...>>
Lasciai la frase in sospeso non sapendo bene cosa pesare e lasciai  interpretare alle due ragazze al mio fianco.
<<Tranquilla, è sempre stata così, al centro dell'attenzione, ricca e specialmente bellissima. All'inizio non se ne vantava e non le importava, era una persona come le altre.>>
<<E poi?>>
Incalzai Uma volendone sapere di più.
In risposta ebbi un solo e lungo sospiro però ci pensò Lina a soddisfare la mia sete di sapere.
<<Quando a dodici anni è riuscita a fare il suo primo incantesimo è iniziata a diventare come è adesso. Ma noi le vogliamo ancora bene, come non potremmo?>>
Il sorriso che le rivolsi era di ammirazione ma scomparve subito facendomi ripensare alla mia di amica, Teresa con cui non parlavo dalla sera prima della partenza.
Continuai a cammianare cercando di non pensarci e di non pensare al fatto che anche lei non avesse ancora scritto. Forse anche a Wuta, città del fuoco non era permesso scrivere piú di una lettere al mese e cosí aveva scelto la sua famiglia. Forse anche lí c'era stata una ragazza impazzita per amore con le mani contorte.

* * *

Una nuova agitazione si impadronì di me subito dopo pranzo, con la consapevolezza che forse avrei vomitato per l'agitazione alla mia prima vera lezione di magia.
Come da protocollo bisognava indossare una tuta intera, per evitare danni gravi durante gli allenamenti, nera e con delle strisce viola a delineare i bordi del corpo. Dopo essermi cambiata all'agitazione si aggiunse il disagio di portare una stoffa troppo aderente che sembrava stare bene a tutti tranne che a me.
La palestra era gremita di gente da sembrare quasi che durante il pranzo ci fossimo duplicati.
In molti stavano già facendo vedere qualche mossa di autodifesa all'amico vantandosi, altri invece stavano ridendo ai fallimenti di altri.
Forse una cosa sarei riuscita a farla, forse non ero senza speranza.
Non molto tempo prima Chiara era  stata aggredita da un uomo per le strade di Ruwa e se non fosse stato per un passante non se la sarebbe cavata. Da quel giorno mio padre ci fece seguire dei corsi di autodifesa e combattimento in cui, devo ammettere, me la cavavo molto bene.
Una ragazza del nostro anno ci corse incontro come se fosse questione di vita o di morte e questo suo comportamento mi incuriosì a tal punto da origliare la sua conversazione con Sara.
<<Credo che non rimarremo deluse dal professore che ieri è stato assente...>>
La sua voce affannata era in contrasto con il tono di voce volutamente suadente e lo sguardo furbo.
Non capii subito cosa intendesse dire ma ne intuii comunque il senso.
<<L'ho appena visto per il corridoio diretto qui. Per fortuna ero in ritardo altrimenti non avrei mai potuto avvertirti.>>
Ridacchiarono entrambe sommessamente,  la loro conversazione si fece ancora più fitta e sussurrata e così non potei sentire altro.
Di colpo la palestra piombò nel più totale dei silenzi e allora capii che il professore di cui aveva parlato la ragazza era arrivato, tuttavia sulla soglia della porta non vidi ciò che mi aspettavo di vedere e cioè un anzianotto dalla folta barba e lo sguardo attento.
No, l'uomo che camminava lentamente per la stanza osservandoci tutti era completamente il contrario.
Non poteva avere più di una ventina d'anni, i capelli nero corvino e gli occhi azzurro ghiaccio in contrasto risaltavano il suo viso affilato, sembrava quasi quello di un bellissimo elfo delle favole.
Di sicuro, come avevo ascoltato poco prima, non sarei potuta rimanere delusa così come altre ragazze in quella stanza.
Il suo sguardo vagava tra tutti noi soffermandosi di tanto in tanto, come se stesse cercando qualcuno ma senza trovarlo, perché non appena passò in rassegna tutti si voltò, facendo mostra delle sue spalle allenate.
<<Non vi aspettate che sia un insegnante tollerante, voglio vedervi lavorare fino allo sfinimento e oltre se non doveste ottenere risultati o miglioramenti.>>
Ancora voltato di spalle la sua voce creava aspettativa ma infondeva anche ansia assolvendo il suo compito alla perfezione perché subito mi sentii insicura e non all'altezza, ma una strana sensazione si accompagnò alle altre. La voglia di mettermi alla prova.
<<Io sono Kay Foster e sarò il vostro insegnate fino alla fine dei vostri anni scolastici.
Iniziamo.>>

Myeki: I Segreti Della MagiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora