Bambola di Pezza

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Da quella strana sera in poi Lorenzo mi stette attaccatto per tutto il tempo in cui non mi addestravo.
Ogni sera lo sentivo passare davanti la porta della mia stanza finché non mi addormetavo, il suono dei suoi passi a disturbare i miei incubi, finché una mattina...
<<Come sta andando l'addestramento?>>
<<Sta andando bene.>>
Ogni mattina durante la colazione non faceva altro che domande ed io ero costretta a rispondere.
<<Kay dice che all'inizio hai avuto delle difficoltà. Spero che vada sempre meglio perché abbiamo davvero bisogno che tu sia pronta.>>
<<Non potremmo parlarne un'altra volta?>>
Chiesi supplichevole ma lui sembrava sempre divertito quando vedeva cedermi, cosa che provavo a non fare.
<<Prima di andare a dormire. Dalle otto e mezza fino all'orario in cui il parco sprofonderà nel lago, a quel punto dovremmo per forza andare via.>>
<<Detesto l'acqua, e tu pensi bene di portarmi sulle rive di un lago nell'ora più pericolosa di tutte?>>
Lo guardai trionfante pensando che si sarebbe rifiutato e per un po' mi avrebbe lasciata mangiare in pace ma alla fine optò per il dovere.
<<A partire da questa sera però.>>
Annuii rassegnata di dover subire la pena inflittami da sola.
<<Va bene.>>

* * *

<<Lei è Federica una Pesius Moratis.>>
Un pesce grande tanto quanto il palmo della mia mano nuotava beata nella sua bolla. Squame rosee ricoprivano un corpo munito di quattro pinne e due code, tutto il corpo attorcigliato in corna robuste che partivano da sotto il mento.
Questa fu la prima immagine che vidi entrando nella piccola palestra condotta dalle guardie.
Kay ammirava il famiglio di Acquamarine quasi meravigliato di poter osservare uno dei pesci più rari di Myeki.
Andai verso la grande vasca allestita per la lezione e vi immersi le mani toccando leggermente il legame e risvegliando così il potere, più vivo di prima.
I due si girarono a guardarmi e la Pesius Moratis scomparve.
<<Oggi inizierai a muovere l'acqua nello spazio. Dovrai trasportarla da questa vasca...>>
Indicò la vasca davanti a me e inviò il dito verso una seconda situata dall'altra parte della stanza.
<<A quella.>>
Passai tutta la lezione a riempire la vasca d'acqua ma alla fine metà del liquido si trovava a terra e il contenitore era quasi vuoto.

<<Verrai accompagnata dalle guardie a casa. Io e Lorenzo dobbiamo parlare con un messaggero.>>
Stavo per chiedergli di chi fosse il messaggio ma lo immaginai presto.
Il Consigliere voleva sapere. Che cosa, era un mistero.
Finalmente ero sola, in riva al lago con le guardie a controllare i dintorni per lasciarmi un po' di spazio.
Sospirai e nonostante il freddo pungente immersi i piedi nell'acqua dolce.
Un brivido mi attraversò tutta ma iniziando a muovere le gambe divenne più sopportabile.
"Secondo te quale sarà il mio ruolo in questa guerra? Una merce di scambio, una garanzia, forse solo un simbolo di potere..."
Artù comparve accanto a me con il pelo ritto sulla groppa e si accovacciò sul mio ventre in modo da scaldarci a vicenda.
"Credo che sarà più di questo. Non ti allenerebbero mai per così poco."
Sospirai.
Non sapevo nulla della guerra incombente, dei piani riservati per me o per quale fosse il mio ruolo in tutto quello. Vagavo nell'ignoto affiancata da un gatto più nero del buio.
"Se provassi a spiarli forse saprei più di quello che mi dicono."
"Se li spiassi saprebbero anche loro che li stai spiando."
Lo guardai furba poggiando un polpastrello sul suo naso umido.
"Non li spierò io."
Artù mi guardò male.
"Cosa vorresti che facessi?"
Ci pensai un attimo, schizzando con i piedi dell'acqua.
"Potresti seguirli adesso e scoprire che cosa vuole sapere il Consigliere."
Neanche mi guardò mentre andava via ma sapevo che avrebbe fatto come gli avevo detto e così rimasi a pensare da sola ma non per molto.
Sentii dei passi dietro di me così mi alzai pensando fossero le guardie venute a portarmi a casa. Non erano le guardie e non era neanche Lorenzo per le sue domande.
Davanti a me vestito della tunica tipica degli studenti di Ruwa, si trovava John.
Non si era fatto vivo quella sera ma si era fatto vivo in quel momento, pronto a rompere la mia tranquillità.
Mi sentii vacillare non sapendo cosa fare o dire.
Mi sentivo come se potessi vederlo solo io ma lui mi stava guardando e non bene.
Sembrò confuso, arrabbiato, quasi sul punto di gridarmi contro.
<<Che cosa ci fai qui?>>
Deglutii e non risposi.
<<Sei tornata e non hai detto niente a nessuno. Quelle guardie che ti porti dietro in continuazione davvero non le capisco.>>
Mi guardò aspettando che rispondessi ma di nuovo tacqui.
<<Sei nei guai? Ti hanno arrestata? Ho bisogno di una risposta perché il tuo amico mi ha minacciato di morte per intralcio agli affari del Consigliere.>>
Quasi gridò pronunciando quella frase.
Sciocco Kay. Ma dopotutto come poteva sapere che lui era John?
Aprii la bocca ma non sapevo cosa dire.
La verità? Una bugia?
<<Io sono venuta per ordine del Consigliere ma solo per aiutare il mio professore.>>
Ed eccola la bugia. Una verità apparente.
Di nuovo deglutii sperando ci credesse.
<<Non ti credo. Tu l'aiutante di un insegnante?>>
Questo però era vero. John non pensava che fossi all'altezza.
Lo guardai arrabbiata ma lo feci continuare per sapere cosa pensasse davvero di me.
<<E cosa sarebbe venuto a fare qui il tuo insegnante? Sappiamo entrambi che non saresti in grado di diventare assistente quindi dimmi la verità.>>
<<È questa la verità! Tu però mi credi solo una bugiarda, incapace. Magari pensi anche che sono stata solo fortunata e che dovevo risultare umana!>>
La sua espressione era una risposta molto chiara.
Pensava davvero quelle cose.
<<Lo pensavo. Pensavo che saresti stata come Laila e che saresti rimasta qui. Pensavo che non mi avresti mai mentito e invece l'hai appena fatto. Pensavo tante cose sbagliate una volta.>>
Ero allibita dalla sua risposta e così dopo tutte quei giorni di confusione, rabbia repressa e stanchezza le riversai addosso a lui in un impeto di rabbia.
<<Credi che io sia una stupida? Una bambola di pezza che possa essere sporcata, usata, con cui puoi giocare fino a romperla perché tanto si può ricucire?! Credi davvero che io sia così?! Sono stufa di essere usata da te e dai tuoi amici, e sono stufa anche di ricucire le mie ferite, perché ogni volta che lo faccio mi pungo con l'ago che uso. Ma certo tanto le bambole di pezza non hanno sentimenti quindi andiamo pure in giro a dire che in pratica sono un inetta. Ma sappi John che con l'ago con cui a volte mi pungo posso ferire anche le altre persone, quindi stai attento se non vuoi essere punto!>>
A quel punto arrivarono di corsa le guardie. Una provò a trascinarmi via e l'altra allontanava John verso il bordo del lago.
<<Pensavo che almeno tu saresti rimasto mio amico, che non saresti cambiato insieme a tutto il resto.>>
A breve avrei pianto ma volli aspettare la sua riposta, impaurita e desiderosa di sapere cosa pensasse in realtà.
<<Qui l'unica che è cambiata sei tu Tal.>>
Allora mi ribellai dalla presa ferrea della guardia e corsi verso l'unico luogo sicuro. L'unico luogo che speravo sarebbe rimasto come prima e mi avrebbe accolta sempre a braccia aperte.
Casa mia.

Myeki: I Segreti Della MagiaTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon