Capitolo 54

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La campanella segna la fine dell'ora di letteratura con il professor Bennet. Mi avvio verso l'uscita in compagnia di Thomas, dopo aver salutato le mie amiche. Lancio uno sguardo al ragazzo che mi cammina accanto notando quanto sia pensieroso e molto tra le sue. E' strano vederlo così, sono abituata a ricevere i suoi sorrisi smaglianti e a sentire la sua dolce voce.
«Qualcosa che non va, Thom?» Chiedo con discrezione, senza voler apparire pressante, nonostante sia preoccupata.
«Mmh, tutto okay» Mi risponde distrattamente, come se non mi stesse ascoltando e lo sento distante. So come ci si sente a voler desiderare di stare soli con i propri pensieri -lo faccio spesso- ma non è il Thomas che conosco. Si confiderebbe con me, mi racconterebbe cosa succede senza vergogna, senza timidezza... proprio come quando io l'avevo cercato affinché mi potessi sfogare con qualcuno che mi avrebbe capita.
Gli chiedo di sedersi accanto a me, sul muretto che precede l'entrata della scuola che sta chiudendo. Devo aspettare Kyle perché ha detto che sarebbe passato a prendermi, perciò colgo l'occasione di parlare col mio amico, nel frattempo che lo aspetto.
«Con me puoi parlare, lo sai...» Gli mormoro dolcemente, permettendogli di aprirsi con me senza paura, cercando di dimostrargli che sono qui per aiutarlo, se lo vuole.
«Si, ma non di tutto, Hazel.» Si schiarisce la gola, allontanandosi dal mio sguardo confuso che lo segue alla ricerca di una risposta più chiara di questa.
«Cosa vuoi dire?»
«C'è una cosa che non ti ho detto e...»
Il rombo del motore del pick up di Jake irrompe tra di noi. Lo guardo interrogativa mentre ci raggiunge e, al tempo stesso, avrei voluto che non arrivasse proprio nell'esatto istante in cui stavo riuscendo a capire cosa avesse Thomas.
«Ehi Jake!» Esclamo non appena lo abbraccio. In queste settimane abbiamo imparato a comprenderci, ad ascoltarci, a parlarci. Avremmo dovuto farlo molto prima, ma forse è destino se poi ci siamo ritrovati. Ho visto in lui molto più di quello che crede di essere. Sotto i tatuaggi, la mole imponente e lo sguardo che trafigge, si nasconde un ragazzone che ha bisogno di affetto. E' tenero dentro, nonostante cerchi di mostrarsi indifferente a tutto e a tutti... tranne che ad una ragazza.
«Ciao ragazzina» Mi lascia un bacio tra i capelli, stringendomi forte senza che se ne accorga.
«Ho capito che ti manco ma, voglio dire, il passaggio lo aspetto da Kyle. Non è ancora arrivato.»
Ridacchia, una risata fragorosa che ti riempie il petto, ti influenza facendo incurvare gli angoli della bocca spontaneamente.
«Lo sappiamo tutti che sono meglio di lui, se non più bello.» Si pavoneggia, facendo spallucce come se dovessi arrendermi davanti alla sua constatazione. Inarco un sopracciglio, cercando di rimanere seria.
«Oh, va bene. Sta finendo un tatuaggio e mi ha chiesto se ti davo un passaggio. Per sua grandissima fortuna passavo di qui.»
«Non ce n'era bisogno, bastava avvertirmi.» Posiziono meglio i libri tra le mani.
«Su', ammettilo che non aspettavi altro che un passaggio da me...» Sghignazza divertito dalla mia espressione sbigottita.
«Ti presento un mio amico... Thomas» Mi scosto. Si scambiano una stretta di mano veloce.
«Jake, un collega di Kyle» Sorride appena.
«Piacere» Thom annuisce un po' imbarazzato.
«Ti aspetto in macchina» Mi fa l'occhiolino prendendosi gioco di me, divertendosi.
Ritorno al mio amico.
«Allora...»
«Ci vediamo a Central Park domani, sempre se ti va.» Alza una spalla, abbassando un po' lo sguardo.
«D'accordo, ci sentiamo!» Gli do un veloce bacio sulla guancia e raggiungo Jake. Sono contenta che abbia deciso di parlarmi, voglio che non ci sia niente di irrisolto tra noi, o qualcosa che gli metta agitazione.

Il campanellino trilla non appena entriamo. Jen mi viene incontro per salutarmi e Jake, in tutta risposta, si passa una mano tra i capelli sbuffando.
«Non lo sopporto.» Mi sussurra all'orecchio, appena ci abbracciamo. Ridacchio, consapevole del fatto che non rimarrà per molto di questa idea. Ancora mi meraviglio di quanto stiano distanti, quando inconsciamente vogliono tutt'altro. L'unica cosa che mi chiedo è quando lo capiranno da soli.
Entro nello studio di Kyle, dopo essermi accertata che il cliente se ne sia andato. Faccio un primo passo bloccandomi sulla soglia per osservarlo mentre realizza uno dei suoi tanti schizzi.
«Ti ho sentita.» Ghigna, ancora voltato di spalle. Mi avvicino lentamente, pentendomi di averlo disturbato. Lo guarderei per ore disegnare.
Poggio una mano sulla sua spalla, trattenendo un respiro non appena vedo le linee di grafite sul foglio.
«E'... bellissimo» I miei occhi corrono lungo gli intrecci di fiori che danno vita a due uccellini, i rami che si intersecano, i petali caduti e quelli rimasti.
«Lo finirò domani...» Posa la matita e vorrei che sapesse apprezzare di più il suo lavoro. Non è un male essere umili con noi stessi ma, ogni tanto, fa bene complimentarci per il nostro lavoro, il lavoro che c''è dietro, ciò che abbiamo provato realizzandolo.
«Per me non c'è alcun problema, potrei guardarti per ore.»
Mi afferra i fianchi, premendo le mani tatuate sulla mia pelle. Mi attira a sé facendomi sedere sulle sue gambe.
«Kyle» Ridacchio, guardandolo divertita negli occhi.
«Ho di meglio da fare che stare a fare un disegno. Tipo... stare con te per ore. Non mi stancherei mai.» Si avvicina alle mie labbra, rubandomi un bacio, mordendomi leggermente il labbro inferiore. Sento il freddo del suo anellino e una scia di brividi mi percorre la schiena, bloccandomi il respiro.
La mia attenzione cade sulle nostre mani intrecciate, la mia pelle nuda e chiara, la sua cosparsa d'inchiostro. Mi è sempre piaciuto molto il contrasto che si crea tra noi, la fragilità di chi ha deciso di mascherarsi e di chi ha deciso di esporsi.
Il respiro mi si incastra in gola non appena il mio sguardo si focalizza su certi disegni. Mi appoggio al suo petto mentre, con un dito, accarezzo le linee di confine tra un tatuaggio e l'altro. Lo sento irrigidirsi, per poi appoggiare la sua guancia sul mio capo, sentendolo vicino, creando un'intimità tra noi che mi fa sorridere spontaneamente.
«Cosa significa?» Sussurro, delineando sulla sua pelle il contorno di un piccolo teschio. Ho bisogno di conoscerlo anche attraverso questi segni, vorrei sapere cosa l'ha spinto a farseli, la ragione dietro le sue scelte.
«L'enigma tra la vita e la morte. Simboleggia quest'ultima... che alla fin fine è un mistero esattamente come la vita. Nessuna risposta, se non vivendo giorno dopo giorno.» Si schiarisce la gola.
«... E questo?» E' bello poter leggere il suo corpo, conoscerlo sotto un altro punto di vista, chiedendogli il perché di qualcosa che gli appartiene soltanto, svestendolo delle sue fragilità.
Ammiro il drago che si attorciglia attorno al braccio, la pelle calda che sento sul polpastrello, le vene che sembrano ramificarsi attorno a lui.
«E' un drago cinese. Vuol dire raggiungere i propri scopi,» Mormora piano vicino al mio orecchio «ed è un animale affascinante.» Sorride compiaciuto e posso immaginare le sue labbra incurvarsi creando quelle fossette meravigliose.
Continuo a vagare tra l'inchiostro del suo braccio sinistro, perdendomici dentro. D'altronde è come un codice che solo una persona può leggere perché sa le risposte, sa che emozioni si nascondono dietro ad ognuno di essi e la paura superata del per sempre. Lui, evidentemente, ha scelto di oltrepassare quella linea di confine che ti blocca per un secondo, quando si deve scegliere di ricordare qualcosa, per un tempo molto lungo, sulla propria pelle.
«Una chiave?» E' piccolina, posta tra altri due tatuaggi, come se l'avesse voluta nascondere agli occhi altrui.
Esita prima di parlare.
«Molto più di una chiave.» Sospira, avvolgendo l'altro braccio attorno al mio fianco per inglobarmi in lui, abbracciandomi fino a sentire entrambi i nostri cuori battere, i respiri fermarsi e la voglia di aversi.
«Sai, mi sono sempre piaciute le chiavi... banali oggetti che hanno il potere di aprirne altri. Così da sola non ha alcun valore. Basta solo aspettare un lucchetto da aprire, la giusta serratura che combaci perfettamente.»
Rimango senza fiato davanti alle sue parole, alla spiegazione di un qualcosa che si è sempre tenuto per lui, la speranza di trovare qualcuno che riesca a scovare l'importanza di questa piccola chiave tatuata proprio qui, nascosta da altri disegni, ma non con meno valore.
«Deduco che tu non abbia ancora trovato quello che cerchi...» Abbasso lo sguardo, il suo respiro caldo sul collo che mi fa rabbrividire.
«Non esserne poi tanto sicura...» Si limita a dire, lasciando che la sua frase vaghi tra noi. Mi mordo l'interno guancia per evitare di dire altro, sperando che lui torni a parlare perché ha appena dato libero sfogo ai miei pensieri.

Capitolo revisionato.

// spazio autrice //
Ma ciao bella genteeeee😍
Sono euforica da matti perché... SIAMO ARRIVATI A 102k LETTUREEEEE. Siete pazzi😍
Voi non capite la felicità che ho provato quando ho visto questo numero e la gioia solo e pronunciarlo e scriverlo. Siamo anche a #8 in classifica!!!😍
No, vabbè... un bellissimo sogno😍
Cooooomunqe...
Cosa deve dire Thomas ad Hazel?
Chissà! Lo scoprirete nel prossimo capitolo...
E poi... il tanto atteso momento!
Moltissime di voi mi continuavano a chiedere se potevo fare un capitolo dedicato ai tatuaggi di Kyle e proprio ieri mi è venuta l'ispirazione! Spero vi sia piaciuto!😍
Chiamiamolo: "Speciale 100k"😍
Ci vediamo al prossimo capitolo!

Resta come inchiostroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora