Capitolo 32

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Piccole goccioline si riversano sul vetro, si rincorrono, scendono verso il basso attirate dalla forza di gravità che non ha pietà per loro. Cadono come tutte le cose di questo mondo e bagnano la strada che diviene più scura, umida e appiccicosa. Picchiettano come a voler entrare, riflettono il viso che  sta guardando e lo scrosciare ricorda un grido muto e non compreso. Piano piano diventa più impetuosa, la loro discesa, e sembra che il cielo voglia dire qualcosa. Ogni goccia è piena di rabbia, ma ha un'eleganza che rende una parte profonda di te... tranquilla.

"La pioggia scrive come un bambino sdraiato sulla sua pagina, con linee oblique e lente, diligenti"
Christian Bobin

Accenno un piccolo sorriso, mentre continuo a guardare ciò che accade fuori. Ripenso al messaggio di poco fa chiedendomi come possa sentirmi sollevata dopo che qualche lacrima è scesa anche a causa sua. Mi pento di aver pensato che fosse assurdo e insensato, il suo comportamento, e che lo facesse apposta ad allontanarsi da me. Probabilmente ha avuto degli imprevisti e io l'ho giudicato per così poco. Stupida.
La gioia però si contrappone all'ansia perché non ho la benché minima idea di cosa dirgli, di come reagire in merito a due giorni fa. Quella sera a Central Park non è stato un incontro come gli altri, sembrava proprio che il destino si fosse divertito a metterci nello stesso posto, come aveva detto Kyle tempo fa. Il bello è che eravamo così carichi di emozioni che abbiamo fatto esplodere tutto in un bacio bisognoso, uno di quelli che vorresti sempre dare, ma non ne hai mai l'occasione. Quel sentimento che ti logora piano piano, quella voglia matta di azzerare delle distanze non più tollerabili, il bisogno di sentire il calore divampare nel petto non soltanto con l'incrocio dei nostri sguardi.
Scuoto la testa, odiandomi per essere così ridicola, pensare cose del genere nel proprio silenzio piuttosto che prepararmi per uscire. Scendo le scale per tornare al piano terra dove c'è Hanna che parla con un signore, un libro tra le mani di quest'ultimo. L'ho costretta a tornare a lavorare per non tenere il negozio chiuso a causa mia e, dopo aver provato varie volte rassicurandola che stavo bene, ha acconsentito.
Rileggo la mia risposta via SMS che reca il nome della libreria, ossia Hanna's Bookshop. Non mi ha risposto e deduco abbia capito.

Infilo la giacca e metto la borsa a tracolla. Cammino tra gli scaffali dando qualche occhiata qua e là per ammazzare il tempo. Il piede, di tanto in tanto, fa su e giù esprimendo tutto il mio nervosismo. Comincio a pensare a quando mi ritroverò davanti le sue iridi che non riesco a fare a meno di guardare e la sua bocca calda che ho potuto toccare una sola volta. 
«Cara... ci terrei che lo leggessi» Mi porge un libro tra le mani, per poi sorridermi. Lo guardo bene e leggo Orgoglio e Pregiudizio. E' da tempo che pensavo di leggerlo, ma tra la scuola, i vari impegni e ciò che è successo, non ho preso il giusto tempo per dedicarmi alla lettura e alla scelta di nuovi libri da mettere sui ripiani.
«E' una buona idea, visto che avevo proprio intenzione di prenderlo...» Sorrido, guardando la copertina che reca una foto dei prati dell' Hertfordshire, dove si svolgono le vicende.
Il cellulare vibra nella tasca.

Puoi uscire.

Solamente due parole che mi fanno vibrare dentro e accapponare la pelle per l'emozione forte che sento all'idea di rivederlo. Sono proprio più ridicola di quello che cerco di ammettere, ma pensarci non fa altro che farmi sorridere e fregarmene di quello che provo ogni qual volta che questo ragazzo è con me.
Mi reco verso la cassa e appoggio il libro per prendere il portafoglio, ma la signora Hanna mi ferma ancor prima che lo prelevi da una tasca interna.
«E' un pensiero da parte mia.» Mette una mano affusolata e grinzosa sul romanzo e me lo avvicina.
«Io... non voglio che tu lo faccia perché oggi non stavo bene con me stessa... non sono venuta qui per farmi consolare, Hanna.» Cerco di spiegarle, non volendo accettare questo regalo. Ha già fatto fin troppo ad ospitarmi e offrirmi il tè.
«Non è certo per oggi, cara! Sei una mia cliente abituale, sei giovane, bella e brava... anche io posso, ogni tanto, fare qualcosa di buono!» La seguo nella risata, ringraziando di averla conosciuta.
Prima di aprire la porta, mi volto.
«Hanna, perché mi hai consigliato di leggere proprio questo libro?» Domando, con curiosità.
«Oh, non credo ci sia un motivo...» Alza una spalla per poi sfoggiare un sorrisino che non me la racconta giusta.

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