Capitolo 17

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La radio rimbomba all'interno del veicolo e da un lato preferisco, in modo tale che non sia costretta a parlargli. Il silenzio viene rimpiazzato dalle note dei Queen, creando un'atmosfera decisamente più rilassante e tranquilla... per quanto riguarda me. Appoggio la testa al finestrino, osservando il resto della città che scorre a gran velocità. Inoltre la musica permette al brontolio del mio stomaco di essere soffocato, sarebbe davvero imbarazzante. Ogni tanto, con la coda dell'occhio, guardo il suo profilo, i tratti ben definiti e la mascella quadrata che, qualche volta, si contrae. Se avessi un carboncino e il mio solito album da disegno, comincerei a disegnare le ombre e le luci che si creano sul suo viso. Con linee decise rappresenterei il contorno del volto, le labbra increspate, il naso che qualche volta si arriccia, i solchi morbidi e dolci sulle guance dagli alti zigomi. E' senz'altro un pensiero stupido, ma una volta che apprezzi l'arte, coltivi la passione per il disegno, mi riesce impossibile non poter trasformare, ciò che mi attira, in bianco e nero, con una buona grafite. Scaccio quest'idea assurda, ritornando a guardare la strada.
Noto che abbassa di poco il volume, magari rendendosi conto che forse è esagerato. Probabilmente è abituato e apprezzo il gesto, anche se novantanove su cento non l'ha fatto per uno scopo preciso.
Approfitto della situazione cercando tra i tanti argomenti uno che possa andare bene.
«Che modello è?»
Mi riferisco alla macchina, guardandomi intorno. Non me ne intendo in questo campo e, visto quanto ci tiene, può essere motivo di conversazione... giusto per rompere il ghiaccio.
«Non sei costretta ad affrontare argomenti come questi, facendo domande di cui probabilmente non ti interessa la risposta... solo per parlare»
Continua a guardare davanti a sé, sicuro, una determinazione disarmante nello sguardo penetrante. Rimango sorpresa dal tono strafottente che ha appena utilizzato, ma cerco di non darci molto peso nonostante muoia dalla voglia di rispondergli in malo modo.
«I-io...» Farfuglio, agitando le mani.
Arriviamo a destinazione e la scritta al neon indica un fastfood. Scendiamo dall'auto e chiudiamo entrambi le portiere.
«Comunque è una Chevrolet Camaro» Ghigna, per poi dirigersi per primo verso l'entrata, facendomi rimanere un attimo intontita in seguito al suo atteggiamento. Respira, Hazel. Sembra si diverta davvero a lasciarmi ogni volta col fiato sospeso, l'ultima parola che rimane intrappolata tra le corde vocali. Scuoto la testa chiedendomi se abbia fatto bene ad accettare o no.

Ci sediamo ad un tavolino, con tanto di sedie rialzate, e percepisco subito l'odore di unto e di fritto. Guardiamo il menu plastificato che abbiamo tra le mani: ci sono vari tipi panini e alette di pollo a volontà, ma opto per un semplice e banale cheesburger.
«Cosa mangi?» Mi sorride e rimango sempre più confusa dai suoi repentini cambi d'umore.
«Questo...» Indico l'immagine sul cartoncino colorato.
«Davvero? Ti piace il classico, tutto ciò che non rientra nel diverso» Mi osserva accuratamente per poi ridacchiare. Si pizzica con due dita la punta del naso per poi dirigersi verso la cassa. Sbuca dal retro un uomo sulla trentina con la maglia arancione e il logo del negozio. Si salutano dandosi una stretta di mano e una pacca sulla schiena. Da quanto vedo si conoscono.
«Hei amico»
«Hei» Risponde il ragazzo di cui non so ancora il nome. Non posso continuare a chiamarlo 'ragazzo misterioso senza nome', non è proprio possibile. E per di più non posso uscire a mangiare un panino in compagnia di una persona che neanche si presenta. Devo scoprirlo oggi, non posso aspettare ancora per identificarlo. Devo ammettere che, però, scoprire piano piano il carattere di un individuo è interessante, curioso.
Non riuscendo neanche a sentire cosa dicono tra loro, me ne vado in bagno per lavarmi le mani, approfittandone per risistemare un po' i ciuffi dei capelli che non stanno a posto. Spero almeno di trarre qualcosa di positivo da questa giornata, di estrapolare nuove informazioni sul ragazzo dagli occhi color smeraldo.

Addentiamo entrambi un morso al nostro panino e pregusto l'esplosione di sapori che tanto adoro. Se fosse per me vivrei di pizza e di questo.
«Davvero buono» Sussurro.
«Già, sono ottimi» Concorda con me.
Tra di noi ritorna il silenzio, ma presto viene rimpiazzato dalla sua voce calda e roca. Il suono sembra oltrepassare il corpo, sembra penetrare fin sotto la pelle, scuotendoti come quando si muovono le corde di un violino. Questo è: lui riesce a manovrarmi in modo bizzarro, giocando con il significato di parole che probabilmente non riesco a comprendere nel mio piccolo essere. Il fatto è che sono abituata ad analizzare libri, non le persone che mi stanno vicine. Sembra lui, invece, che mi stia analizzando, cercando di inquadrarmi probabilmente in una sua classifica personale. Della mia classifica? Sinceramente? Non so dargli né un titolo, né un'opinione decisa. Continuo a cambiare idea. E' un personaggio, nel suo.
«Sei al liceo giusto? Hai già le idee chiare su cosa fare dopo?» Mi chiede e rimango sorpresa da questa domanda. Da lui mi sarei aspettato altro, non di certo che toccasse questo argomento, ma mi piace come sia sempre un mistero, come mi continui a sorprendere. L'imprevedibilità, in qualche contorto modo, è seducente agli occhi di chi cerca di dare una spiegazione logica all'inspiegabile.
«Pensavo di iscrivermi all'università e frequentare corsi mirati principalmente alle materie letterarie. Sono un'appassionata di letteratura inglese, soprattutto dei suoi esponenti, dei suoi pilastri. Ciascuno, con filosofia, chi con maestria o poesia... ti può insegnare tanto nella vita e la cosa buffa è che sono solamente parole. Inoltre spero di poter passare lo scritto per essere ammessa a questo corso extra di questa materia per poterla studiare più a fondo e... chissà! Magari innamorarmene più di quanto già non lo sia. Sarà importantissimo per il mio futuro scolastico e lavorativo, se rimango su questa strada... -sospiro- ... Non mi aspetto che tu capisca» Concludo, abbassando gli occhi sul mio panino che, morso dopo morso, sta terminando. Gocce di salsa sul piatto di plastica, una foglia di insalata caduta che sembra incorniciare un quadretto di cibo. Cavolo, stiamo parlando per caso di un nuovo tipo di arte moderna che implica l'uso del cibo? Okay, non credo sia una buona idea.
Arrossisco notando come abbia in qualche modo -chissà come!- attirato la sua attenzione. Il suo verde fa da scudo di fronte ai pensieri che gli vorticano attorno, maschera le emozioni che prova in questo momento.
«Invece capisco... perché non dovrei?» Attento ad ogni mia esitazione, scruta l'espressione incerta dipinta sul mio volto.
«N-no, ecco... Forse sono troppo ambiziosa e il fatto di avere la testa tra le nuvole e mai i piedi per terra, porta chi mi ascolta a non credere ad ogni singola parola che dico, ad ogni mio sogno futuro»
«Allora cavoli loro se non hanno coraggio di sognare, non tutti lo sanno fare» Alza di poco il lato sinistro della bocca, la piccola fossetta che compare a completare la sua espressione furba.
Nota il mio silenzio, la timidezza che mi ha rubato ogni parola.
«Cosa ci facevi alla festa?»
Questo suo 'andare dritto al punto ed essere più conciso possibile' mi destabilizza ogni volta, mi mette in imbarazzo.
«Ero stata invitata...» Rispondo solamente, senza accennare al fatto di Scarlett.
«Si, certo, ma non mi sembrava il luogo adatto a te» Risponde serio. Be', questo lo so, ma non ho certo bisogno che me lo dica lui. Insomma, l'ho capito da sola: prima e ultima volta ad una festa del genere.
«Allora quale sarebbe il posto adatto a me?» Mi irrito leggermente, ma allo stesso momento sono troppo curiosa di sentire la sua risposta.
«Ah, questo lo devi chiedere a te stessa» Incrocia le braccia al petto, accasciandosi un poco allo schienale dello sgabello.
Sorrido, anche se in verità non devo dargli questa soddisfazione. Arrossisco, scoprendo di essere l'argomento della conversazione e non amo essere al centro dell'attenzione.
«Non devi arrossire per le mie parole, ma mi piace la reazione che scateno in te»
Alzo lo sguardo, ritrovandomi davanti un paio di smeraldi.

Ho cercato di pagare il mio pranzo, ma niente. Si è intestardito e alla fine ha vinto lui. Non sopporto la convinzione irremovibile dei ragazzi che pagano al posto tuo solo perché è normale che sia così. Volevo pagare almeno la mia parte, ma ho smesso perché so che non l'avrebbe sopportato.
Come aveva detto una volta, ciò che vuole lo ottiene.
Nel mentre che eravamo alla cassa, si era presentato Harlan, il tipo del negozio che poi si è rivelato il figlio del proprietario.
Il viaggio in macchina sembra durato neanche la metà dell'andata e ci troviamo già davanti alla mia modesta casa. Indecisa su cosa fare, apro la portiera e scendo, avviandomi lungo il corto vialetto, tallonata da lui. Inserisco la chiave e apro la porta ma, prima di entrare, mi volto.
«Grazie mille» Sussurro.
«Per un panino?» Ridacchia, alzando il sopracciglio sinistro col piercing,
«P-per tutto...»
«Non devi ringraziare» Si limita a dire, cacciandosi le mani nelle tasche dei jeans. Mi rivolge un'ultima occhiata, per voi voltarsi e dirigersi verso il veicolo, lo stesso in cui mi sono seduta più di una volta.
«Posso almeno sapere il tuo nome?» Grido, richiamando la sua attenzione.
«Perché ti interessa tanto?» Ghigna divertito.
«Credo sia la prima cosa da sapere di una persona» Mi affretto a rispondergli.
«Ah, ma davvero?» Chiede con tono ironico.
Sta per entrare e mettersi al volante, quando sento la sua voce pronunciare la tanta e attesa parola, la risposta alla domanda che mi ha tormentato i pensieri.
«Mi chiamo Kyle»

Capitolo revisionato

// spazio autrice //
Hei😍
Come state?!
Allora... Amo questo capitolo anche se non so il motivo. Ci voleva proprio un capitolo solo su di loro.
Avete appena scoperto il suo nome, ci ho ragionato tantissimo ed ero combattuta con un altro nome, ma poi mi sono decisa ahahah😂. Ho scelto Kyle perché è un po' diverso rispetto agli altri. Se non sapete come si dice, si pronuncia "Kail".
Spero vi piaccia come a me! Fatemelo sapere!
Ci vediamo al prossimo capitolo💕

P.s non so davvero come ringraziarvi per i 2k😍😍😍😍 VI ADORO❤️😘

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