Capitolo 11

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La macchina si muove sull'asfalto, il motore che sembra ruggire nella notte e il vento che ti scompiglia i capelli, mentre passa dal finestrino, impetuoso.
Abbiamo lasciato Scarlett a casa sua e ho approfittato per chiamare mia madre, ma evidentemente è ormai a dormire visto che parte la segreteria.
Siamo rimasti che Zack riporterà il veicolo alla mia amica non appena mi avrà accompagnata, dato che lui abita nei dintorni e ha detto che deve incontrare altra gente.
La notte sembra essere il vero giorno. Sembra essere il momento in cui le persone si trasformano, estrapolando se stessi dalla gabbia e scatenandosi, sentendosi liberi, nel cuore del buio.
«Ecco, gira a destra» gli indico la stradina con la mano tesa davanti a me. I fari del veicolo che illuminano tratto per tratto.
«Certo, sergente» stacca una mano dal volante per posizionarla sulla fronte in segno di ascolto, come è solito in ambito militare. Ridacchio imbarazzata, sentendo la sua attenzione puntata su di me.
«Cosa c'è? E' divertente... cioè... tu... tu sei divertente» il tono della voce si abbassa man mano che arrivo al termine della frase. Posizioni una ciocca di capelli dietro l'orecchio, per poi appoggiare la testa al finestrino. Ho preso posto di fianco a lui, giusto per tenergli più compagnia.
«Sei molto carina» mi riserva un'occhiata divertita per qualche secondo, riportando poi gli occhi sulla strada.
«... Non arrossire» aggiunge, puntandomi il dito contro, scuotendo il capo.
Automaticamente, ad un complimento come questo, le mie guance si colorano di un rosa più accesso rispetto alla mia carnagione pallida. Merito delle lentiggini che non la fanno sembrare così pallida.
«Non lo faccio apposta!» esclamo. In risposta si spettina i capelli castani tendente al ricciolo, riservandomi un sorrisetto compiaciuto.

La macchina si arresta. Le luci della casa sono spente, fantastico! Sveglierei comunque i miei genitori dato che mio padre ha il sonno leggero e so già che in qualunque modo vada dovrò subirmi una serie di domande per il mio esagerato ritardo senza avviso. Mi sento sinceramente dispiaciuta, ma la cosa che mi logora dentro è il fatto che non potevo prevedere tutto questo, tanto meno un ragazzo, che conosco a malapena, riaccompagnarmi a casa.
«Grazie... grazie davvero» mi volto per guardarlo negli occhi.
«Ma di che» le sue labbra sottili e ben definite si allargano in un sorriso rassicurante, ciò di cui ho davvero bisogno e che bramo fin da quando tutto sembra essere andato a rotoli. Almeno ho la soddisfazione di aver chiarito con Scar.
Zack si protrae verso di me e mi pietrifico sul sedile, senza muovere un muscolo. Mi lascia un bacio sulla guancia e proprio in quel punto, appena si stacca, sembra essere una fonte di calore che piano piano si allarga su tutto il mio viso... facendomi arrossire come una scema.
«Non guardarmi così» ridacchia, passandosi, per la seconda volta, la mano tra i capelli tirandoli indietro.
«Così come?» domando incuriosita.
«Potrei finire per darti un vero bacio.»
Tossicchio, abbassando lo sguardo, chiaramente agitata da tutta questa strana atmosfera che si è creata.
Per fortuna il suo cellulare squilla e risponde, interrompendo così la nostra conversazione che sta veramente sfociando in qualcosa che mi crea un'ansia interiore crescente.
«Scusa era un mio amico che ha combinato un casino... Devo andare, Hazel.»
«Ma ci mancherebbe! Anche io ora devo andare» gli sorrido timidamente.
Apro la portiera e l'aria fresca mi pervade, provocando una deliziosa sensazione dal momento che stavo quasi soffocando per il troppo imbarazzo. Mi abbasso al livello del finestrino.
«Grazie davvero per... per tutto» gli riservo un sorriso riconoscente.
«Sarà la decima volta che mi ringrazi,» scuote la testa ridendo «ora vado a portare la macchina alla tua amica.»
«Okay, perfetto.»
Mi volto verso l'entrata e sospiro, non appena il rombo del motore scompare, come se in realtà non volessi muovermi da qui. C'è qualcosa che mi frena, forse la colpa di aver mentito, o il fatto di aver fallito in una delle poche regole che mia mamma mi aveva detto chiaramente di rispettare.
Sto per posare la mano sulla maniglia quando d'un tratto realizzo di non avere con me le chiavi. Perfetto.
Ma come'è possibile?!
Continuo ad incolpare me stessa e la mia sicurezza che ha deciso di non prenderle, certissima che sarei rientrata in pieno orario. Di certo non mi metto ad arrampicarmi sugli alberi o sui muri per arrivare alla finestra di camera mia, come succede nei film o nei libri. Perciò l'unica soluzione sembra essere quella di suonare e certamente... non lo farò.
Mi metto le mani nei capelli, frustrata per come sia andata la serata e insieme anche la mia ragione in compagnia ovviamente del mio controllo.
Scarlett sembra l'unico modo, anche se si trova a due isolati da qui. Sono nel pieno della notte, sola, con la paura di come potrebbero arrabbiarsi i miei. E' come se solo ora le forze mi abbandonassero del tutto non avendo neanche il coraggio di suonare alla porta. Questo perché non ho mai dovuto affrontare una cosa simile e non saprei dare delle spiegazioni riguardo a tutto ciò che è successo, dato che non riesco a rispondere nemmeno a me stessa.
Quindi andando da lei, tutte le scuse avrebbero un senso logico e mia madre non dovrà arrabbiarsi per come l'abbia realmente delusa.
Se mi incammino subito, eviterò di arrivarci all'alba.

Capitolo revisionato.

//spazio autrice //
Hei gente!!!😍
Allora, ho pubblicato con un giorno di ritardo perché aspettavo le 30 letture...e dato che sono arrivate adesso ho pubblicato.
Spero vi piaccia questo capitolo, anche se a me fa schifo...ma dettagli😂
Il prossimo lo adoro e spero che anche voi lo adoriate. Succede una cosa davvero bella, ma non esaltatevi troppo ahahah😂
E...niente ci vediamo al prossimo aggiornamento!!

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