Capitolo 53

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Sono passati dieci giorni dalla viglia e mi sembra ieri di trovarmi in quella sala con accanto l'unico ragazzo per il quale valga la pena di lottare. Sapevo che sarebbe stato difficile, che ancora quel dolore lo consumava dentro anche se cercava di non mostrarlo. Sapevo che gli sarebbe costato esporsi così, ma la luce che vedo negli occhi di Scar, il sorriso sul volto di Beth... ripaga tutto quanto. Credevo sarebbe stato difficile adattarsi ad un Kyle che non era più l'adolescente sedicenne ribelle, alla ricerca di una libertà individuale. Pensavo sarebbe stato un duro colpo sapere che aveva vissuto questo tempo sempre qui e che si era ricostruito interamente una vita. Elizabeth ha dimostrato di essere la donna speciale che avevo sempre immaginato. Dopo ciò che ha passato è in piedi, e va avanti. Quel dolore che l'ha attanagliata ora sembra essersi dissolto. Certo, non lo sarà mai del tutto, ma di sicuro Kyle ha riportato viva la speranza di ricreare una vera famiglia.
Mia madre è rimasta scioccata non appena ha collegato i fatti e non so se fosse per il fatto che credeva non sarebbe più tornato o perché l'avessi frequentato per tutto questo tempo. Resta il fatto che continuiamo ad uscire e mi viene da ridere quando, a volte, la vedo dalla finestra che mi guarda mentre salgo in macchina con Kyle.
Spesso mi viene a prendere a scuola e la prima volta mi sono meravigliata di vederlo lì, in tutta la sua bellezza e il suo fascino, appoggiato alla macchina in attesa che lo raggiungessi. Sta succedendo tutto così velocemente che quasi non me ne accorgo dei mesi che sono trascorsi, dei passi avanti che stiamo facendo.

Entro nel parco e comincio a pensare a Chris e alla sua assenza a scuola che mi da motivo di credere che le cose non vadano bene. Da un lato preferisco non trovarmi davanti la sua chioma azzurra o i suoi occhi ambrati, mentre è in compagnia dei suoi due amici: Evan e Amanda. Quest'ultima sembra avermi lasciata in pace, visto che ero andata addirittura all'ospedale per colpa sua e del biondino. Evitarli è ciò che mi riesce meglio e ringrazio che ci sia Kyle, molte volte, così da poterli veder camminare ben distanti da me.
Sospiro, scuotendo la testa. Le cose si sono riaggiustate, ma non tutte. So che c'è ancora questa cosa in sospeso ma non trovo il coraggio di affrontarla nonostante ci stia male. Ho riflettuto sul fatto che quel pomeriggio ho fatto male ad allontanarmi da lei perché una possibilità potevo dargliela, ma basta ripensare a ciò che mi ha fatto, alla sua indifferenza quando avevo bisogno d'aiuto, e alla sua totale assenza quando poteva cercare di rimediare la situazione.
Mi appoggio al tronco d'albero trovando una pace che mi conferisca la libertà assoluta di leggere Orgoglio e Pregiudizio senza che niente e nessuno mi distragga. Ultimamente ho trascurato questo libro per il poco tempo che ho dato a me stessa, ma voglio senz'altro recuperare. Ormai sono assorbita completamente nelle vicende che riguardano scambi di frasi taglienti da parte di Elizabeth e i comportamenti arroganti di Mr. Darcy che in realtà sembra solo nascondere ciò che è realmente confondendosi con come vuole apparire agli altri.

Vengo interrotta dalla presenza di una ragazza che si siede accanto a me. Mi volto, sorpresa, costatando che il suo volto non mi è nuovo. La guardo confusa, chiedendomi cosa ci faccia qui, perché mi stia cercando.
«Scusami, ci conosciamo?» Chiedo con un cipiglio, chiudendo il libro dopo aver inserito il segnalibro.
Mastica assiduamente il chewing gum ed è un'azione che mi ricorda qualcosa, i capelli biondo ossigenato che ricadono liberamente oltre le spalle. I suoi occhi mi fanno rabbrividire per una somiglianza che ora non riesco ancora a collegare.
«Ti avevo prestato il mio cellulare a quella festa...» Un sorrisetto divertito si fa largo sul viso ben curato. Ricordo come cercassi in tutti i modi di andarmene da quel posto e lei aveva rappresentato l'unico modo per risolvere le cose.
Annuisco, trattenendo un sorriso imbarazzato per come devo esserle apparsa.
«Scommetto che vuoi sapere come mi chiamo, Hazel.» Indugia sul nome alla ricerca di una mia reazione. Resto a bocca aperta non capendo più la situazione.
«Ma tu...» Boccheggio senza saper cosa dire, come reagire.
«Sono Juliet, ma per gli amici d'infanzia Juls.» Sogghigna e, non appena sento il suo nome nascere sulle sue labbra, quasi perdo un battito.
«Non ci posso credere... voglio dire, Juls!! Come... sei cambiata moltissimo dall'ultima volta che ti ho vista.» L'abbraccio, non capendo più nulla. Come ho fatto ad essere tanto stupida da non riconoscerla? Sapevo che quegli occhi non mi erano nuovi...
«Per tutto questo tempo, d-dove sei stata?» Le chiedo stringendola forte per poi allontanarmi per guardarla bene alla ricerca di quei ricordi lontani.
«Avevo bisogno di andarmene.» Sospira, appoggiandosi all'albero, alzando gli occhi al cielo che sembra un lenzuolo azzurro macchiato di tempera bianca per le poche nuvole che lo costellano.
Guardo il suo profilo, gli stessi e identici occhi ambrati.
Juliet, la sorella maggiore di Chris.

Eravamo bambine quando ancora giocavamo alle bambole tutte e tre assieme, lei che con noi ci stava sempre nonostante avesse tre anni di più. Mi ricordo ancora quando, all'età di quattordici anni, aveva deciso di trasferirsi in Europa dai genitori di sua madre. Chris e Juls hanno perso la mamma e il papà in un incidente e non mi capacito di quanto sia simile questa vicenda a quella di Scarlett. Ad occuparsi di loro fu la zia Lucy, che c'è ancora tutt'ora, ma non ha mai rappresentato una figura dalla quale ispirarsi, una donna da amare in modo tale che riempisse quel vuoto. Hanno sofferto molto anche loro, nessun bambino si merita una sofferenza così grande, una perdita fondamentale che occorre per poter imparare a vivere. Così Juliet ha preferito trasferirsi e allontanarsi da una città che le ricordava tutto ciò che non aveva. Per questo io e la mia famiglia abbiamo accolto Chris, cercando di farla sentire a casa, circondata da persone che le volevano bene. Questo è il motivo del perché sto così male ad averla persa, a sapere che ha tradito quegli anni di amicizia costruiti pezzo per pezzo superando piano ogni momento.
Sono felice di sapere che ora è tornata, che è qui.
«Avevi detto che in Europa ci saresti stata solo un anno...» Sussurro, ricordando quanto fossi legata a lei, nonostante non fosse mia sorella. La guardo e cerco di ricordarmi come fosse l'ultima volta, i tratti più morbidi, più bassa e il fisico meno slanciato e sinuoso. E' diventata una donna ed è passato così tanto che faccio ancora fatica a pensare di averla accanto.
«Sapevo di non dover lasciare Chris, ma c'eri te... e poi non riuscivo a tornare, era troppo.» Si porta le gambe al petto, lo sguardo fisso dinnanzi a sé.
«Da quanto sei tornata?»
«Tre mesi circa, dal giorno della festa...»
«Perché non mi hai cercata? Sapevi che ero qui.»
«Avevo paura della tua reazione, so di essermene andata così all'improvviso promettendoti di tornare, senza farlo. Solo che ne avevo bisogno e ora sono pronta a tornarmene definitivamente qua.» Mi sorride dolcemente.
Mi racconta delle sue avventure, di un viaggio che si è trasformato in qualcosa di più. E' andata alla ricerca di se stessa, di quella Juliet che aveva bisogno di ritornare ad una realtà che assomigliava molto di più ad un incubo che alla vita vera. I nonni le hanno raccontato molto della madre, tenendo vivo il ricordo di lei anche di quando era piccola, senza dimenticare una donna che ora non c'era più. Per suo padre si è dovuta accontentare di qualche foto del matrimonio, di qualche storia di quando i suoi genitori si erano conosciuti, amandosi perdutamente l'uno dell'altro. L'ascolto, rapita dalle sue parole, dalla soddisfazione che le ha dato andarsene per poi tornare più forte di prima.
«Ho bisogno di raccontarti di Chris...» Ingoio un groppo di saliva, non volendo io stessa affrontare l'argomento, ma credo sia l'unico modo parlarne con sua sorella. Magari sa che le è successo, potrebbe aiutarmi a recuperare un rapporto che ha sempre valso la pena per me.
«Le ho parlato una settimana fa.» Annuisce sovrappensiero, divenendo seria. Evita il mio sguardo come se sapesse molto più di quello che immagino io.
«Aspetta, ma quindi sa che sei tornata»
«L'ho lasciata per troppo tempo da sola.» Abbassa gli occhi sulle dita che giocherellano con un anellino che ha al pollice.
«Comunque ho deciso di venirti a parlare di questo. So quando mi mente e l'ho costretta a raccontarmi tutto quanto.»
Questo 'tutto quanto' mi spaventa abbastanza da farmi rimanere ancora in silenzio.
«Ho ascoltato ciò che mi serviva per capire che sta agendo per costrizione, non di certo perché lo voglia veramente.» Sospira, voltandosi per guardarmi. Sono certa stia vedendo la delusione nei miei occhi per ciò che ho perso, l'amara tristezza di non poter riaverla, la rabbia di essere arrivata a questi punti, il rimorso per vederla allontanarsi sempre più e un filo di speranza per una Chris che forse non ho perso del tutto.
Juliet si ammutolisce, negandomi domande e risposte. Credevo mi desse delle spiegazioni che sua sorella non mi ha mai dato, ma mi accontento di quelle poche parole che mi hanno fatto capire che, forse, qualcuno l'ha portata davanti a delle scelte più grandi di lei.

Capitolo revisionato.

// spazio autrice //
Ehilà!😍
Come state?!
Allora... BIG NEWS! Ve lo aspettavate che Chris avesse una sorella... e che fosse proprio la stessa ragazza della festa alla quale Hazel aveva chiesto il cellulare? Ve lo ricordate? (Sennò trovate questa scena al capitolo 10)
Spero vi sia piaciuto e lo so che purtroppo è un po' noioso, ma ormai tutti i segreti di questa storia stanno venendo a galla! Quasi tutti eh!😂
Vi mando un grande bacione😘 e ci vediamo al prossimo capitolo amori mieiiii❤️

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