Capitolo 15

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Decisamente non mi sarei aspettata una reazione del genere da parte di mia mamma e ammetto che questa volta la bugia è stata detta col fine di non deluderla. E' sempre molto importante il suo giudizio, in qualunque cosa faccia, e non sopporterei che venga a sapere di ciò che ho affrontato nella notte, non so neanche se mi crederebbe e, se fosse così, avrebbe da dire molto più di quello che mi immagino. Avrebbe ragione, d'altra parte, ad arrabbiarsi.
Gli occhi sono senz'altro stanchi e le mie palpebre minacciano di chiudersi, ma cerco di sorridere e parlare il più possibile in modo da rimanere sveglia e vigilante. Sicuramente non ho una bella cera, ma sembra che questo particolare sia sfuggito agli occhi attenti di mia madre.
«Vi va di venire a casa? E' una bella giornata, approfittate del giardino»
Elizabeth ci propone, mentre si rimette la giacca e prende la ventiquattrore. Acconsentiamo entrambe e saliamo in macchina. Mi abbandono sul sedile, guardando oltre il finestrino, soffermandomi poi su una macchina similissima a quella che guidava il ragazzo col cappuccio. Peccato che ci sia una donna di mezza età con un bambino sul sedile. Rido dentro di me. E io che pensavo, anzi speravo, fosse lui...
Per quale motivo, non lo so nemmeno io francamente.

Inevitabilmente ripenso alla notte, in quel esatto istante in cui ho appoggiato il cotone in un punto vicinissimo alle sue labbra. C'era silenzio, soltanto il vento smuoveva qualche pianta e sembrava sussurrare come qualcosa tra di noi. Il suo corpo pareva emanare calore, energia e di certo i tatuaggi gli davano un aspetto più misterioso di quanto già non fosse, nonostante indossasse già una felpa nera con tanto di cappuccio sopra la testa. Mi ha sorpreso come mi ha respinta, come cercasse di allontanarsi dal mio tocco, da me. Se n'è andato così, lasciandomi perplessa, dubbiosa. Prima di addormentarmi mi sono chiesta anche varie volte se avessi fatto qualcosa di sbagliato, ma se ci rifletto in teoria l'ho solo aiutato. Mi spiace si sia fatto male, immischiandosi in una situazione che avevo creato solo io, però devo riconoscere che se non fosse intervenuto, probabilmente, ecco, sarei... preferisco non dirlo neanche, solo il pensiero mi fa inorridire.

Mentre Scarlett si fa una doccia, ne approfitto per prendermi il telo, portato da casa, e Cime tempestose. E' una giornata soleggiata e nel giardino c'è la solita atmosfera tranquilla che mi aveva incantata fin da subito. Tolgo il tappo alla penna e, su una pagina bianca alla fine del libro, annoto un'altra frase che mi ha colpito. Faccio sempre così, in modo che, dopo un po' di tempo, ritrovandomi ad aprirlo, ricordi le parole più belle e significative di certe pagine.

«Lui è più me di me stessa»

E' incredibile quanto queste parole possano trasmettere benissimo ciò che provava Catherine mentre le pronunciava. Fa intendere perfettamente come Heathcliff fosse capace di capire ogni sua emozione, come sapesse con certezza cosa fosse giusto per lei. Sembrava avesse la capacità di leggerle dentro, di vedere ciò che gli altri non notavano. Comunque rimane sempre molto romantico come lui si aprisse, rivelando chi fosse veramente, solo con lei. Si toglieva la corazza da uomo scorbutico, per diventare dolce e tenero. C'era qualcosa tra loro due, un legame che nessuno capiva, come se solo loro lo potessero leggere. Ed era questa la cosa meravigliosa: che facessero parte di un mondo a parte, che fossero in una bolla lontano da tutti.
Ed è così che io leggo, o meglio, analizzo ogni particolare del libro, specialmente un capolavoro della letteratura come questo. Soprattutto bizzarro come riesca a distaccarmi dalla realtà, non percependo neanche l'arrivo e la presenza di una persona.

«Vedo che ami leggere... specialmente in questo giardino»
Il suo solito ghigno compare sul viso. Rimango colpita notando che sia ritornato. Non mi aspettavo si ripresentasse qua e che soprattutto mi parlasse, dopo il modo in cui mi ha piantata in asso. Sicuramente non aveva nessun diritto a parlarmi, ma un 'grazie' o qualcosa che mi facesse capire che almeno non avevo fatto tutto per niente, poteva concederselo. Nonostante sia passata qualche ora, ho il piacere di vedere che la ferita si è rimarginata molto facilmente.
«Uhm... si»
Sono chiaramente in imbarazzo sotto i sui occhi divertiti e attenti. Si mette la mani nelle tasche dei jeans scuri con disinvoltura, per poi spettinarsi i capelli corvini quasi fosse un gesto istintivo.
Ridacchia vedendo le mie guance colorarsi. Mi concentro nel poggiare il libro a terra, giusto per non dover sostenere il suo sguardo.
«Cosa... cosa ci fai qui?»
Tento di domandare, troppo curiosa. Rivederlo per la seconda volta qua mi stupisce.
«Perché te ne dovrebbe importare?»
Il tono brusco e acido. Quanto è lunatico? Sinceramente non avevo mai incontrato una persona che potesse cambiare umore in meno di un minuto. Qualche secondo fa scherzava, per modo di dire, prendendomi in giro e ora... be', ora ha come un'espressione scocciata, irritata. D'altra parte dovevo aspettarmelo e mi maledico per essere stata invadente nei suoi confronti. Se non avessi fatto questa domanda, di certo non sarebbe così turbato.
«Scusa... ecco, non... non volevo»
Comincio a balbettare e mi guardo intorno, non sapendo bene cosa dire. Sembra quasi che mi analizzi, che scavi a fondo ogni santa volta che posa gli occhi su di me e si morde il piercing al labbro, per poi sospirare. Alzo lo sguardo, notando che sta venendo nella mia direzione. Trattengo il respiro, incapace di dire o fare nulla. Si abbassa, piegandosi sulle ginocchia, all'altezza del mio viso.
«Sei curiosa come ragazza»
Sussurra cautamente, lentamente. Il respiro caldo arriva al mio collo, provocando una serie di brividi. Mi irrigidisco e mi accorgo di rilasciare le spalle e la schiena non appena sparisce dal mio campo visivo.

Ripenso al suo sguardo profondo e attento ad ogni particolare. Ai suoi occhi che vagavano lungo il mio corpo, soffermandosi su ciò che avevo tra le mani e che un attimo prima stavo leggendo. Il suo silenzio mi imbarazza, mi agita. Sembra sempre che voglia dire qualcosa, ma poi si limita ad osservarsi attorno.

"Ci sono due modi per guardare il volto di una persona. Uno, è guardare gli occhi come parte del volto, l'altro, è guardare gli occhi e basta... come se fossero il volto"
Alessandro d'Avenia

Vorrei davvero riuscire a comprendere questo ragazzo. È complicato, ma è proprio questo che mi incuriosisce di lui.

Capitolo revisionato.

// spazio autrice //
Hei😍
Non sono riuscita ad aggiornare entro martedì e poi ho visto che le letture per capitolo... Stanno diminuendo. Non so perché, ma sarò paziente.
Non vi garantisco che gli aggiornamenti arriveranno due volte a settimana.
Intanto ho aggiornato di sabato. Scusate per tutto perché quando ero in vacanza, tra mare e tutto... Avevo davvero poco tempo.
Oltrepassando ciò...
Cosa vi sembra il capitolo?!
Lo so... Mi odierete perché non sapete ancora niente del ragazzo, però vi garantisco che da adesso... Comincerete a sapere di più.
Vi piace il ragazzo? 😍
Spero di sì ahahah😂
Ci vediamo al prossimo capitolo!!!

Resta come inchiostroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora