Capitolo 52

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Chiudo la zip della gonna rossa a vita alta, cerco di sistemarmi meglio che posso le collant nere e posiziono alcuni ciuffi dei capelli sciolti dietro le orecchie.
«Sei pronta?» Le urla di mia madre provengono dal salotto e mi affretto a scendere le scale.
«Eccomi. Pronta.» Sospiro, alzando un angolo della gonna per farla ruotare leggermente, cercando di abituarmi ad un capo di vestiario che di solito non uso.
«Papà e Benny sono in macchina...» Parla, indaffarata a raccogliere i sacchetti da portare via. «... bene, direi che ho preso tutto!» Esclama, avviandosi verso la porta, e mi limito a seguirla.
Una volta che mi siedo sul sedile, resto in silenzio per tutto il viaggio guardando ciò che c'è oltre il finestrino. Inutile dire che l'atmosfera natalizia non si faccia sentire, visto tutti i negozi addobbati, lucine ovunque e i giardini preparati a dovere. E' una di quelle giornate grigie, fredde e ventose... proprio tipico di dicembre. Ti fa sentire coccolata il fatto di trovarti in casa, davanti ad una bella tavola imbandita a conversare con i familiari e gli amici, mentre fuori il tempo sembra volerti rattristare. E' così che ci si immagina la vigilia di Natale, ma mai avrei pensato di trascorrerla a casa di Elizabeth e Scarlett. Uno strappo alla regola perché come tutti gli anni, per tradizione, il ventiquattro ci riunivamo a casa con Chris senza la compagnia di sua zia Lucy visto che non ha mai apprezzato alcun tipo di feste. Sorrido al ricordo di quell'anno, a quel pranzo che aveva nel menu le patate al forno. Quel giorno si rovesciò il vassoio e, piuttosto che raccoglierle e buttarle, io e lei abbiamo preferito tirarcele addosso. Mio padre probabilmente cercò di rimanere serio, ma alla fine ci esortò a continuare con la sua piena e calda risata. Sorrido impercettibilmente, con una malinconia che ora dovrei seppellire sotto ai piedi. Mi manchi Chris, non lo voglio negare, non voglio essere bugiarda con me stessa. Ci sei spesso nei miei sogni, mi appari così lontana che non riesco mai a tenderti la mia mano o semplicemente parlarti, perché ti volti sempre scomparendo nel buio. Non ho mai voluto questo per noi, lo sai benissimo... ma ho dovuto farlo. Mi manchi e credo tu lo sappia bene. Voglio solo che torni ad essere quella bambina con la quale avevo giocato a tirare le patate al forno.

«Ehi!!» L'abbraccio di Scarlett è forte, tanto che mi chiedo come possa esserlo dopo tutto quello che ha subito, quel dolore che non ha mai smesso di incanalare in questi anni. Saluta anche mia sorella con una luce negli occhi che mi induce a pensare che la veda come sua sorella Holly, come quella bambina che era legata a lei e che se n'era andata troppo presto.
Ci accomodiamo nella grande tavolata ben imbandita con il profumo, proveniente dalla cucina, dell'arrosto sicuramente ripieno. Abbiamo deciso di trascorrerlo in compagnia, questo giorno, visto che il venticinque andiamo fuori città, come ogni anno. Sulla tovaglia classica ci sono dei segnaposto che ha realizzato Scar con le sue mani grazie alla fantasia meravigliosa che ha e alla creatività che tiene un po' nascosta, da quanto posso capire.
Sono parecchio agitata, anche se so che non dovrei. Sento questo vuoto alla bocca dello stomaco e le gambe tremano in modo ripetitivo e ansioso. Trattengo un respiro mentre guardo per la centesima volta il display alla ricerca di un solo messaggio che tarda ad arrivare. Mi chiedo se sia stata una buona idea, se si concretizzerà mai.
Mangiando cerco di dimenticarmi della ragione del mio nervosismo, alternando lo sguardo tra il piatto e l'immensa sala. Un albero imponente spicca in un angolo, il camino accesso. Immagino come dev'essere stata la vigilia anni fa, in una villa che ospitava una famiglia perfetta che è stata distrutta dal dolore. Immagino Scar senza sua sorella, l'arrivo di Kyle in un luogo che non l'ha aiutato a superare la sua perdita come avrebbe voluto, per il freddo rapporto con la ragazza dai capelli rosso fuoco. Immagino tanto, troppo, rendendomi conto che certe volte la nostra mente crea dei veri e propri scenari che ti assorbono al loro interno, ti fanno dimenticare di cosa ti circonda... persino dell'arrivo del fatidico messaggio. Mi sudano le mani quando lo prendo, cercando di non farmi vedere dagli altri che sono impegnati a chiacchierare. La cameriera paffutella va in cucina e lancio uno guardo allo schermo coperto dalla tovaglia pesante. Mi alzo, attirando l'attenzione di tutti.
«Scusate, ho dimenticato una cosa in macchina...» Improvviso, la scusa più banale che esista.
«Hazel, stiamo mangiando.» Il tono confuso di mio padre.
«E' urgente, scusatemi.» Scosto la sedia e mi volto di spalle, maledicendomi per come mi sono allontanata. Ne varrà la pena, però.
Oltrepasso il cancello, dirigendomi verso la macchina nera posteggiata lungo il vialetto. Mi stringo nelle spalle non appena mi trovo davanti a lui. E' appoggiato al veicolo, le braccia incrociate al petto e lo sguardo perso.
«Kyle» Lo richiamo, facendogli alzare lo sguardo dal marciapiede.
«Non ce la faccio.» Scuote il capo, mordendosi il labbro inferiore facendo di tutto per non guardarmi.
«Non lo dire finché non ci provi.» Lo incoraggio, legando una mia mano alla sua.
«Da quando fai la moralista?» Alza il sopracciglio, un piccolo ghigno gli si forma in viso.
«Da quando sei così simpatico?» Inclino il capo, poggiando le mani sui fianchi, sdrammatizzando, e in tutta risposta mi bacia attirandomi a sé.
«Andrà tutto bene, vedrai.» Sussurro sulle sue labbra, guardandolo negli occhi per fare in modo che si fidi di me. Non mi basta altro.
Mi prende il mento, congiungendomi di nuovo con lui facendomi sentire il desiderio e la passione che c'è tra noi e che sembra ardere come fuoco; non è più una scintilla. Lo guardo interrogativa, al tempo stesso divertita dal gesto improvviso.
«Ho costantemente bisogno che tu mi stia accanto.» Sussurra piano, al mio orecchio. Brividi che mi riscuotono, mi rendono viva e libera come ogni volta che sono con lui. E' come essere tra le nuvole, aldilà di qualcosa che non esiste, oltre una realtà monotona.

Varchiamo la soglia di casa con le nostre mani intrecciate per fargli capire che gli sono vicina più di quanto pensa, che resto, che farei questo ed altro per cercare di rimettere insieme i pezzi, medicare quelle ferite sotto pelle che mi ha nascosto fin da subito.
Il fatto è che nessuno ci si aspetta che qualcuno gli stravolga la vita, rendendo ogni giorno un enigma. Ho sempre pensato di convivere con la sicurezza, che gli orologi andassero solo in senso orario, che non sapessimo toccare le stelle. Sono rimasta costantemente dell'idea che tutto accada per una ragione, ma  molto spesso non c'è: accade e basta, no?
Solo che non siamo abituati a cavalcare l'onda, a domarla, e ci facciamo sopraffare, credendo di non potercela fare, che l'unico modo sia quello di scappare. La realtà è che basta semplicemente stare accanto a chi  crede di farcela, ma da solo non si salva, che 'restare' non è altro che la forma più bella per esprimere il coraggio che abbiamo dentro.
Un silenzio assordante cala nella sala, non appena ci presentiamo davanti agli occhi di chi ha sempre pensato al ragazzo che ho accanto.  Lo percepisco irrigidirsi, un sospiro che trattiene tra le labbra. Elizabeth strabuzza gli occhi, come se non ci credesse davvero. So che l'ha riconosciuto, ma immagino che in tutto questo tempo sia cambiato, divenendo un uomo... non più il sedicenne che aveva deciso di andarsene. Scarlett boccheggia, senza riuscire a muoversi che quasi credo non respiri nemmeno. Accade tutto in qualche secondo, un istante che sembra accadere lentamente, come se fossimo una fotografia di un video.
«K-Kyle...» Elizabeth lascia che la sedia cada, dato che si è alzata bruscamente. Le mani davanti al viso che nascondono la commozione, la gioia, un dolore represso e quella fragilità che richiama le sue lacrime. Si avvicina piano, quasi avesse paura che scompaia, che non ci sia realmente suo figlio qui, nella sala da pranzo, il giorno della viglia. Cade in ginocchio non reggendo l'emozione che si è scatenata su di lei non appena ha incontrato quello sguardo che avrà sognato e visto un milione di volte.
Kyle si avvicina e mi scoppia il cuore dal petto, gli occhi che pizzicano. Si inginocchia vicino a lei con cautela, prendendole le spalle e racchiudendole nel suo abbraccio lasciando che lei si sfoghi, che un pianto quasi disperato e colmo di felicità l'assalga rendendola impotente, piccola.
«Ciao mamma.» Gli sento sussurrare e vorrei che questo attimo non terminasse mai, che la vita fosse sempre così: uno scappare e un ritornare da chi ci vuole veramente bene. Quel bene che non può essere comparato a nessun altro, quell'amore incondizionato che sa sempre farti essere te stesso.
Scarlett sembra più confusa di mia madre che fa fatica a collegare cosa sta accadendo. Fa qualche passo e si butta tra le braccia del fratello ripetendogli le scuse che non ha mai avuto la possibilità di dirgli, gridandogli che tornerebbe indietro per sistemare tutto, che non ha smesso un solo istante di pensare a lui... visto che era l'unico fratello che poteva realmente compensare quella grave perdita.
Si abbracciano, si stringono fino a soffocare i singhiozzi e sorridersi a vicenda. Non ho mai visto così Kyle e confidavo proprio nel fatto che sarebbe andata esattamente come l'avevo immaginato. So che non riusciva ad ammetterlo, ma aveva bisogno di ritrovare un porto sicuro che avrebbe sempre significato un posto in cui rifugiarsi per qualunque cosa, in qualsiasi momento. Se solo ci avessi pensato prima, avrei aggiustato le cose, avrei permesso a questa famiglia di ricostruirsi da capo dimenticandosi alle spalle quel dolore. Se solo avessi immaginato che mi sarei trovata davanti l'esempio dell'amore, della felicità e della sofferenza, avrei agito prima.
Li guardo con le lacrime agli occhi che asciugo subito con la manica del maglioncino color panna. Tiro su col naso, sorridendo come non ho mai fatto prima, percependo un calore, una leggerezza e una gioia che va ben oltre, che non si riesce a descrivere con semplici e banali parole.
E credo non ci sia felicità migliore di quando ne sei te l'artefice.

Capitolo revisionato.

// spazio autrice //
Ma ciauuuu😍
BUON NATALE A TUTTI!!!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! È un po' più lungo degli altri. E scusatemi se non ho aggiornato prima, ma tra feste e scuola non ho avuto molto tempo.
Finalmente Kyle trova il coraggio, grazie ad Hazel, di tornare dalla sua famiglia... cosa ne pensate?
Spero di aver descritto la scena decentemente ahahah e di non avervi annoiati😅
Siete fantastici e siamo ormai a 73.7k letture... una cosa incredibile! Davvero!😍 e questo solo ed esclusivamente grazie a voi!
Ricordatevi che vi voglio un mondo di bene!!!!😍

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