Capitolo 39

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«Da quanto che non vedevo una donna in questo negozio!» Esclama la ragazza d nome Jennifer. I capelli biondi le ricadono fino alle spalle incorniciando un viso che da l'idea di essere angelico, ma sotto sotto credo ci sia un'anima decisamente forte e combattiva. E' esuberante, ma molto accogliente. Mi avvicino per salutarla e mi stringe subito in un abbraccio, facendomi abbassare leggermente visto che è più bassa di quello che mi aspettavo. Mi prendo qualche secondo per osservare il piercing al sopracciglio e constatare che le sta davvero bene. Gli occhi scuri mi guardano con curiosità, come se mi stesse analizzando con l'accuratezza e la delicatezza di un bambino.
«Jennifer, giusto? Sono Hazel.» Sorrido, sentendomi già più a mio agio.
«Preferisco che mi chiamino Jen, è anche più sbrigativo e...» Si interrompe posando la borsa a tracolla sullo sgabellino rialzato dietro la scrivania della segreteria «... Hai un nome molto carino!» Esclama, sorridendomi ancora. Inclina di poco il capo, come per squadrarmi meglio. «e sei molto bella.» Arrossisco appena, ringraziandola per un complimento che trovo fin troppo esagerato.
«Davvero, non lo direi se non lo pensassi.» Fa spallucce, la sincerità che apprezzo molto sulle persone. Non riesco a trattenere una risata e mi segue, ritrovandomi a non essere l'unica ad avere il mal di pancia per una risata.
«Sempre molto schietta, eh... ?» Kyle passa per l'ingresso, prelevando un taccuino su cui legge qualcosa.
«E tu sempre tra le palle, forza, sloggia!» Con una mano gli fa segno di andarsene e, dopo avermi rivolto un ghigno di divertimento, si volta di spalle ritornando nella sua stanza da lavoro.

Mi fa sedere sui divanetti e parliamo per diversi minuti, raccontando l'essenziale della nostra esistenza, senza scendere nel dettaglio. Jennifer fa la segretaria del salone, ma anche la piercier... spiega perché Kyle li abbia, visto che li ha fatti lei. E' una ragazza in gamba, la trovo concreta nelle cose e vera, senza nessun filtro.
«Dimmi un po',» si lega i capelli a coda di cavallo, «sbaglio o sei la ragazza di Kyle? Se ti mette a disagio la domanda, non fa niente» Sorride e riconosco in questa espressione tranquillità, una curiosità ingenua, senza particolari interessi dietro.
«No.» Butto la parola fuori, tutto d'un fiato come se me ne volessi sbarazzare, di questa risposta. Attorciglio le dita le une dentro le altre, sentendomi più accaldata del dovuto. Dovrei alzarmi e allontanarmi perché mi da fastidio la facilità con la quale arrossisco, quasi sembrando una bambola. Almeno ci sono le lentiggini che non mi fanno apparire di porcellana.
«Non si direbbe ma... va bene, okay, sto zitta... non ritorno sull'argomento.» Alza in alto le mani, con un'espressione divertita in volto. Ridacchio, cercando di alleggerire qualcosa che già pesa abbastanza di per sé.
«Anche perché non ci sarebbe niente di cui parlare perciò...» Lascio in sospeso la frase, vagando tutt'intorno a me con lo sguardo.
«Eccome che ci sarebbe da parlare! Comunque, rispetterò la tua decisione...» Alza gli occhi al cielo sospirando, quella faccia furba che in un certo senso mi fa divertire, come se non ci fosse niente a schiacciarmi, come se con lei non esistessero i problemi. E' un grande spirito libero, da quanto posso dedurre.
«Immagino tu abbia già conosciuto Mr. Simpatia» Mima le due virgolette, tornando seria.
«Chi sarebbe?» Anche se un'idea già ce l'ho.
«Jake... chi vuoi che sia!» Sbuffa, abbassando di un'ottava il tono per non farsi sentire, nonostante stia lavorando. Mi sembra di aver capito che sono tutti all'opera tranne Kyle che sta aspettando un cliente, perché sento gli aghi ronzare. Pensandoci, verrebbe da dire che sia il suono più fastidioso che esista, ma alla fin fine ti ci abitui e neanche lo senti.
«Ah, si...» Mi sistemo meglio sul divano, non trovando nessuna parola per continuare una frase che non ha alcun senso compiuto.
«Giuro che se si è comportato male, gli tengo uno schiaffo da tirargli stasera» La cosa che mi colpisce è che è tremendamente seria.
«In realtà non ha fatto nulla, sono io che probabilmente non dovrei trovarmi qui.»
«Non direi proprio, certe volte mi chiedo se sia meglio mandarlo all'asilo» Sospira, riavviandosi i capelli indietro. La guardo e mi chiedo come mai diventa nervosa non appena si parla di lui...

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