Capitolo 51

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KYLE

Ci dirigiamo verso il negozio, visto che il mio turno comincia nel pomeriggio. Avrei preferito restarmene a casa in compagnia di Hazel, ma...
«In teoria ci sono sempre stato.» Ficco le mani nelle tasche dei jeans, tengo fisso lo sguardo sul marciapiede. Fa male pensarci, nonostante gli anni. Mi sono sempre convinto che fossi condannato ad una vita che non implicasse la compagnia di nessun altro, visto come tutto si era sgretolato sotto i miei occhi non appena intorno a me si creava una famiglia. Ora che ho accanto Hazel mi sono spaventato all'idea di perderla, perciò ho preferito allontanarla ancor prima che succedesse qualcosa. Ma ho sbagliato a pensare che fosse bene per lei, se l'ho fatto solo per me, ho proprio confuso quello che voglio con quello che avrei voluto per Hazel.
«In pratica...» Mi corregge con quella voce che non mi stancherò mai di sentire.
«... In pratica mi nascondevo. Sono stato io a chiedere a entrambe di non cercarmi.» Soffio tra i denti, le ultime parole le sputo via quasi sentissi ancora quella rabbia salirmi fino alla gola mentre scrivevo quel biglietto. Avrei voluto vedere le loro facce, lo ammetto, avrei davvero preferito restarmene lì per constatare quanto non gliene importasse della mia assenza, ma forse è successo tutto nella mia mente. Sono rimasto dell'idea che preferivano che me ne andassi, Scarlett ha cercato di ostacolarmi fin da subito, ma non avevo tenuto conto che non ero l'unico ad aver sofferto. Credevo che solo io potessi permettermi di stare male, solo io potessi capire il mio dolore... ma lei aveva perso ben due persone. Hazel ha tentato di farmi capire che non hanno mai voluto che me ne andassi e mi sento male all'idea di aver fatto soffrire qualcun altro, che le lacrime di Scarlett erano causa mia. Non sono capace, mio malgrado, di risistemare le cose. Temo che sia troppo tardi.
«Come hai fatto a nasconderti per questi due anni?»
«Be', si parla sempre di New York e... conosco Elizabeth da sapere che posti frequenta. Per questo ho cercato spesso di stare alla larga da te.» Sospiro. Non riuscirò mai a chiamarla 'mamma' perché di madre ne potrò avere solo una e a causa di uno schifo di cancro mi sono ritrovato in una realtà che un bambino di nove anni non doveva vivere. Solo che se ci penso, probabilmente non avrei mai incontrato lei.
«Ora capisco.» Annuisce, prendendomi a braccetto, appoggiando la testa sul mio braccio. La guardo senza che lei se ne accorga, mi soffermo su quei capelli morbidi, su quelle guance arrossate e cosparse di lentiggini che credo non avrei mai potuto apprezzare in questo modo. Sorrido pensando che un momento così non l'avrei mai vissuto senza di lei, e non lo dico per essere sdolcinato. E' che ci rendiamo conto di quanto le persone possano darti, quando le stiamo perdendo. Apprezziamo istanti tanto banali quanto fondamentali per costruire qualcosa di solido. Per uno dei miei soliti stupidi sbagli, l'avrei persa, avrei rovinato un attimo come questo e mi sarei trovato ancora davanti a quel cazzo di sacco a spaccarmi le nocche delle mani senza provare assolutamente nulla.
E' così: non me ne sono mai andato in realtà. Non ho avuto il coraggio di spostarmi in un'altra città perché comunque Elizabeth si era presa cura di me, aveva creato una parte di risparmi che mi avrebbe lasciato per il futuro o quando mi sarebbero serviti e... be', Scarlett non volevo lasciarla completamente sola a se stessa nonostante non mi avesse realmente mai fatto sentire parte della famiglia. Comprensibile, del resto.
Ogni tanto mi è capitato di passare a casa per prendere qualche mio risparmio e altre volte sono semplicemente venuto per vedere come cresceva Scarlett, se andasse tutto bene. Non mi sono preso cura di lei, non potevo, ma in qualche modo mi sono assicurato che non si lasciasse mai a se stessa come avevo ben pensato di fare io quando credevo di aver perso tutto quanto.

«Arrivati.» Mi sorride, fermandosi in fondo alla strada.
«Non vieni?» Faccio cenno col capo in direzione del negozio.
«Ho delle cose da fare, volevo accompagnarti.»
La sua dolcezza mi ha colpito in un modo che non so spiegare. Ero sicuro che una persona così non esistesse, dopo tutto il male che avevo conosciuto. La guardo rapito da quel sorriso che si crea sul volto delicato come la porcellana, quegli occhi che luccicano e non smettono di farlo facendomi impazzire.
«D'accordo...» Indugio prima di baciarla, per paura che svanisca, che tutto questo non sia reale. So di non meritarmela, che è troppo buona, troppo vera per stare con uno come me, ma non posso farci niente se è lei che voglio, se è lei che mi fa sorridere. Assaporo il suo profumo, stringendo il corpo magro a me per tenerla al sicuro anche se sono stato io il primo a farle male. Mi vien da vomitare all'idea che quel Thomas possa prenderla sotto i miei occhi, che preferisca giustamente uno come lui a me. Scaccio il pensiero.
Mi da un ultimo bacio per poi allontanarsi.
«A cosa pensi?» Le prendo il mento tra le dita per far si che mi guardi negli occhi, voglio che sia sincera con me.
«Ho un'idea...» Mi sussurra con un sorriso divertito, una specie di ghigno. Sta tramando qualcosa, e odio le sorprese.
«Sono tutto orecchie.» Incrocio le braccia al petto.
«Ah no, non te lo posso dire.» Mi da un colpetto sulla spalla. Le afferro il polso e le bacio il palmo delle mano.
«Mmh, perfida.» La bacio un'ultima volta, per poi dirigermi verso il salone.

Prima di entrare saluto Luke che si sta fumando la solita sigaretta.
«Come fai a stare fuori con questo gelo?» Lo spintono prendendolo in giro.
«Come fai a farti perdonare così in fretta? Aspetta no, basta un bello sguardo e un bel bacio, no?» Scoppia a ridere e capisco che ha assistito alla conversazione, o meglio, alla poca conversazione tra me e Hazel in fondo alla via.
«Rimani sempre lo stesso coglione.» Scuoto la testa, spingendo la porta, il campanellino che trilla al mio arrivo.
«Ehi, guarda che non riesco a cambiare grazie ad una ragazza. Se me ne trovi una come Hazel, fammi uno squillo!» Mi grida dietro e alzo li occhi al cielo. Dopotutto, non sta dicendo proprio una delle sue solite cazzate.

Capitolo revisionato.

// spazio autrice //
Ehi😍
Ok, prometto che la smetto con tutte queste scene dolciose, ma le ragazze con cui ho creato il gruppo whatsapp mi hanno fatto diventare troppo dolce ahahahah
Vi piace questo capitolo? Non sono granché soddisfatta, ma dettagli...
Siete d'accordo con Kyle?
Che avrà in mente la nostra Hazel?
Il motto di noi ragazze (del gruppo whatsapp): "siamo tante, siamo diverse, ma siamo uniche"
Adoroooo😍
E poi volevo ringraziare Cinzia per aver fatto questo disegno per la storia

Siete d'accordo con Kyle?Che avrà in mente la nostra Hazel?Il motto di noi ragazze (del gruppo whatsapp): "siamo tante, siamo diverse, ma siamo uniche"Adoroooo😍E poi volevo ringraziare Cinzia per aver fatto questo disegno per la storia

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Non smetterò mai di ringraziarti e di dirti che sei bravissima😘
E niente, pensavo che il gruppo non potesse funzionare e invece... siete un gruppo stupendo! Meraviglioso! Grazie ragazze!😍
Chi desidera aggiungersi e ancora non l'ha fatto non esitate a mandarmi il vostro numero nei messaggi privati!😘

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