Capitolo 23

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Senza dire niente, vado via poco dopo. Se sarei rimasto un attimo di più, lo avrei preso a pugni in quella faccia da cazzo, dandogliene talmente tante che non lo riconosceva neanche la madre.
Arrivo a casa e guardo verso la porta di casa di Camilla. Forse dovrei ringraziarla per aver preso le mie difese. Starà dormendo?! Domani dovrebbe andare a scuola. Vabbè ci provo, è giusto. Anche se sono ancora incazzato per questa storia delle foto e di come mi ha lasciato lì.
Suono.
"Chi è?" Mi dice dopo poco.
"Io"
"Che c'è?!" Mi chiede scazzata.
"Niente ecco. Io volevo ringraziarti per quello che hai detto al locale.. È la prima volta che qualcuno prende le mie difese.." Dico.
Lei apre la porta.
"Prego, figurati. Hanno rotto le palle" mi dice.
"Eh beh un po'.."
"Un po' tanto" mi dice.
"Già e penso che se non ti fossi messa in mezzo molto probabilmente avrei usato le mani, quindi ti ringrazio, sei stata molto carina.." Continuo grattandomi la testa. Non so mai come comportarmi. Ho sempre paura che scappi.
"Si lo so, ti ho visto. Basta ringrazià. L'ho fatto perchè mi andava" mi dice facendo spallucce.
"E niente volevo dirti questo"
Lei mi guarda e mi scruta. Non capisco cosa sta pensando adesso.
Poi mi chiede una cosa che non avrei voluto sentire.
"Ti sei stranito per le foto?"
"Veramente lo ero già prima.. Lo sapevo che eri con lui, è stato un insieme di cose" rispondo.
"Capito.." Mi dice.
Ora è il mio turno di fargli una domanda. Mi dispiace litigarci. Ceh così partiamo male.
"Ce l'hai ancora con me?" Chiedo.
"Non è un avercela con te. Sono alcuni tuoi atteggiamenti che non mi piacciono. Non mi faccio comandare, non accantono la mia vita, i miei amici per una frequentazione, non sto a di che non sia importante, peró non mi dimentico di chi c'è sempre stato." Mi dice.
"Forse ho esagerato prima.." Dico "ceh non è che mo sono arrivato io e tu a lui non lo devi vedere più eh non è così!"
"Ma ovvio, anche perchè sei tu che perdi me e non lui. Non succederà mai. È il mio più caro amico" mi dice.
Gli deve volere tanto bene a quello. Si ma io devo fare qualcosa, sennò qua non ne usciamo più.
"Non voglio farlo infatti"
Lei annuisce. Spero sia tornato tutto apposto.
"Ti lascio dormire dai, domani c'hai scuola no?" Chiedo.
"Si purtroppo" dice sbuffando.
Mi avvicino e allungo una mano sulla sua guancia per tirarle su il viso.
"Ordino il pranzo domani, così non cucini?" Chiedo.
Mi guarda e dopo un attimo di esitazione mi dice che va bene.
Mi avvicino e la bacio. La voglia di conoscerla è più forte di tutte le incazzature. Non mi interessa niente. Devo scoprirla piano piano. Era una vita che non mi sentivo così. Non posso buttare via tutto dall'inizio perchè sono un coglione. Ma è complicato da spiegare. Sono frenato. Confuso. Non so come comportarmi.
Lei ricambia il bacio e ci stacchiamo.
Vedo la sua faccia un po' confusa, quasi come la mia. Solo che io non mostro i sentimenti e le espressioni. Invece lei lo sa fare benissimo.
"Buona notte allora" mi dice.
"Buona notte, a domani" dico.
Chiude la porta ed io vado a casa mia.
Mi ero dimenticato che gli sportelli della credenza erano in mezzo, non ho acceso la luce, quindi ci inciampo e cado, facendo casino e lanciando un bestemmione megagalattico.
"Che hai fatto??" Mi chiede Camilla dall'altra casa. Ste pareti di carta velina oh.
"Sono caduto"
Lei attacca a ridere: "Perchè??"
"I sportelli della credenza, proprio dietro la porta. Sono inciampato. Cazzo che dolore!" Mi massaggio la coscia.
"Sei il peggio!" Mi dice. "Mettici il ghiaccio. Vuoi la crema??"
"Ma no tranquilla. Grazie comunque" dico.
"Vaffanculo sportello del cazzo!" Gli do un calcio. Così impara, mh.
"Povera me. Dove sono capitata!" Sento bisbigliare. Non continuo sennó sta giornata non finisce più. Mi faccio una doccia e mi metto a letto. Domani metto apposto.
"Buona notte"
Non la sento più. Forse si è addormentata. Mi giro e mi copro e mi addormento anche io pensando a cosa comprare domani per pranzo.

~

Ho chiamato per il pranzo tra poco lo portano a casa anche perchè Camilla è a momenti.
Sono un po' teso devo dire. Boh. Penso che qualcosa andrà storto. Calmati. In compenso ho dato una sistemata a casa. Almeno ho spostato gli sportelli.
Ho lasciato pure la porta aperta di casa così almeno fa corrente. Fa caldissimo oggi.
Le scrivo che ho ordinato e mi risponde con un okay.
Ho già apparecchiato. Ceh ci ho provato, almeno. È la seconda volta che lo faccio. È venuto un po' male ma dovrá accontentarsi.
Arriva il pranzo e dopo poco anche Camilla. Ho ordinato un po' di pasta con della carne. Speriamo vada bene.
Entra.
"Eccomi! Uh già è apparecchiato! Dove mi siedo?" Mi chiede.
"Beh dove vuoi."
"Ah pensavo avevi il posto!" Si siede.
"No non ci sto mai seduto qua" dico. Non so perchè ma l'imbarazzo si taglia con il coltello.
"Giusto. Stai sempre da me!" Mi dice.
Apro la roba e mi siedo. Lei si fa il piatto ed io la imito poi ieri non ho mangiato un cazzo.
La guardo sembra pensierosa.
"Come è?!" Chiedo. Non so cosa dire.
"Buona.."
"Ce sta pure il dolce dopo, se lo vuoi.." Dico.
"Che dolce?"
"Il gelato.." Rispondo. Qualcosa non va è di poche parole. Non mi screzia neanche.
"Come è andata scuola?" Chiedo e mi alzo a prendergli il gelato Oreo.
"Tutto ok. Uh l'Oreo. Buono" lo scarta e mangia.
"Mi piace anche a me.." Poi mi decido a domandarglielo "Qualcosa non va?"
"No perchè?" Chiede.
"Non parli molto oggi"
"Non so cosa dire.."
Mh, boh non mi convince.
"Che fai oggi?" Chiedo.
"Niente."
"Vuoi venire con me?!" Chiedo.
"Dove?!"
"A Fiumicino. Nikos mi porta Thor. Si è deciso"
Lei mi guarda.
"Non vorrei farvi litigare.. Se magari fa una battuta, sai per quello che mi hai detto.." Mi dice.
"È tutto sotto controllo, ma se non vuoi venire è uguake.." Faccio spallucce.
Finiamo di pranzare e lei si alza.
"A che ora ci devi andare?"
"Verso le quattro.." Dico.
"Allora okay.. Così mi posso guardare uomini e donne. Oggi c'è la scelta" mi dice.
"Vengo pure io.." Voglio scoprire cos'ha e perchè non me lo dice.
Andiamo a casa sua e ci sediamo sul divano. Lei con le gambe sul tavolinetto. Accende la tv.
Mi arriva un messaggio e prendo il cellulare. Mi viene spontaneo sorridere davanti alla foto. Mi guarda.
"Chi è?" Mi chiede.
"Nikos" e le faccio vedere la foto che mi ha mandato. Kostantina.
"Carina" mi dice.
"Me le manda lui ogni tanto le foto.." Dico. Mi manca mia figlia. Quello si.
"Te la poteva portate.."
"La madre non vuole" rispondo. Già ci devo combattere tutti i giorni che non ha voglia di farmela vedere, figurati se la lascia partire.
"Vai tu in caso"
"Certo che ci andró. È buona. Non piange quasi mai. Imbruttisce un po'.." Dico.
"Come il padre! Da qualcuno ha ripreso!" Mi dice.
"Eh già ma solo a chi non gli sta simpatico. Stamattina ho preso il numero di maglia" dico.
"Ah si?! Quale??" Mi chiede.
"44"
"Bel numero"
"Il mio preferito.." Dico e ci mettiamo a guardare la scelta.

Improvvisamente, tu.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora