Capitolo 18

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Torno di la e lui non si è mosso dal divano. Pensavo che sarebbe venuto a spiarmi, sinceramente. Ma meglio così.
"Vie aiutami, apparecchia"
"Come?!" Chiede sorpreso sbarrando gli occhi.
"Con la tovaglia, i piatti, i bicchieri.." Spiego mettendomi a cucinare intanto.
"E dove li prendo? Non l'ho mai fatto, ti avverto"
"C'è sempre una prima volta" dico e gli preparo le cose.
Eh scusa, mangia sempre qua, una mano me la puo dare benissimo.
"Damme qua, ci penso io" prende la roba e va al tavolo.
"Ecco qua. E danno fu!" Commento.
Lo sento borbottare sottovoce. Mi giro a guardarlo e noto che ha messo la tovaglia tutta storta. Me lo guardo mentre bestemmia sottovoce. Lui non mi vede perchè mi da le spalle. Si tira su e la sistema un po' meglio, per lui.
"Meglio" bisbiglia sempre sottovoce.
"Hai fatto?" Chiedo. Ma lo so benissimo.
"Si tutto a posto" mi risponde. Faccio i piatti. Ho fatto una cosa veloce perchè è un po tardi e non mi andava di cucinare stasera.
Porto a tavola.
"Oh bravo Obbi" dico.
Obbi, diminutivo di obesotto.
"Come mi hai chiamato scusa?" Mi chiede.
Faccio la foto alla tavola apparecchiata da lui e la pubblico su instagram con scritto: "Si è imparato ad apparecchiare! 💪🏼"
"Niente, tranquillo. Servimi" gli dico sorridendo mentre ci sediamo e gli do il piatto.
"Facciamo le persone per bene, stasera!" Dico.
"Perchè le sere prima non eravamo per bene?" Mi chiede.
Rido e lo vedo intento a mettermi il cibo nel piatto senza farsi cadere niente sulla tovaglia. È un po impedito. Mi scompiscio. Che razza di soggetto!
"Fermo. Faccio io dai. Ti vedo un po teso, stai a sudà ceh!" Dico ridendo.
"Sto cercando di non sporcare la tovaglia. Faccio io con calma, aspetta!" Risponde.
"Tra un po' famo colazione!" Gli dico.
Lui tira fuori la lingua tutto concentrato e inizia a mettere la roba nel piatto. Gli faccio piedino per aumentare il livello di difficiltà. Mi sembra giusto.
"Camilla. Per favore, sporco tutto" mi dice.
"È la prova Kostas, ti devi impegnare" rispondo salendo col piede sulla coscia.
Mi mette altro nel piatto e si sbriga a ridarmelo.
"Bravo. Ora tocca a te" dico.
"Faccio da solo?" Mi chiede.
"Eh si. Io ti servo sempre, stasera ti tocca da solo"
"A modo mio peró" dice inclinando la ciotolona e col cucchiaio fa scivolare tutto nel suo piatto.
Quanto è folle! Per firtuna dovevamo fare le persone per bene! Delicatezza in persona.
Mi scrive Lukasz ed io gli rispondo. Lui non mi dice niente e mangia. Continuo per un po'.
"Chi è?" Mi chiede.
"Lukasz"
"Che vuole? Non cena lui?"
"Certo che cena, peró mi scrive uguale" rispondo.
"Non sembra" fa la scarpetta nel piatto.
"Ha detto che sta a cena. Ti saluta anche"
"Si pure io. Non lo conosco peró vabbe, risalutalo" mi dice.
A me me fa tajà st'omo! Sorrido davanti al telefono.
"Perchè ridi?"
"Ti vuole conoscere" dico.
"Perchè? È gay?" Mi chiede.
"No scemo! Ti vuole dare degli avvertimenti" rido.
"Mh cosa?"
"Che devi fare il bravo, non mi devi trattare male, far soffrire... Ste cose qua" spiego.
"Mh"
"Ceh è mio amici. Mi è stato vicino in un momento difficile non vuole che soffro ancora.."
"Raccontami, se vuoi" mi dice appoggiandosi allo schienale della sedia. Forse è atrivato il momento di aprirmi un po'.
"Stavo con Ashley. Ci siamo lasciati e presi. Ci siamo sempre detti le peggio cose, lui negli ultimi tempi ci andava molto pesante. E l'ultima volta invece di stare con me è scappato a Ibiza con un amico suo, dovevamo andarci insieme.." Spiego.
"Ti ha lasciata così?"
"Si... Io l'ho amato tanto. Lo so, sono pesante, una rompi cazzo, tutto quello che vuoi peró non me lo meritavo.." Dico con una punta di tristezza.
"Beh alla fine io non so dei vostri problemi.. Peró è uno stronzo"
"Ma un po' di macello. A gennaio l'hanno venduto e niente. Non so più niente di lui"
"Meglio che ci devi fare?"
"Niente.." Rispondo.
"Comunque okay se quello vuole parlare con me"
"Bene. Allora andiamo al locale dopo!" Dico.
"Al locale?! Ma vieni pure tu si?!" Mi chiede allarmato. Brutta esperienza per lui.
"Certo che vengo scemo!"
"Ah. Senno da solo sicuro li meno"
Rido e sparecchio.
"Comunque grazie per oggi. Non me lo aspettavo" mi dice.
"Lo so, anche Lu non se lo aspettava" rispondo ridacchiando.
"Ah. Perchè non lo hai mai fatto?!"' Mi chiede.
"No mai"
"Allora vale doppio"
"Si. Mi sono vergognata troppo. Infatti sono scappata" dico ridendo.
"Pure io un po eh.. Non sapevo che dire e che fare"
"Ti impanichi facile, eh"
"Si nota tanto?!" Mi chiede.
"Un po'.. Vado a prepararmi dai sennó non usciamo più"
"Si anche io" dice e passa dal balcone per andarsi a preparare.
Mi metto un vestitino e tacchi. È sabato ci sta.
Esco e me lo trovo sul pianerottolo.
"Kostas la bava" dico.
"Cosa?"
"Stai sbavando come una lumaca!" Rido.
"Non è vero!" Dice lui. Ma mi piace prenderlo in giro.
Scendiamo, saliamo in macchina e partiamo. Stasera guida lui. Accendo lo stereo.
"Ma sto CD?" Mi chiede.
"Me lo sono dimenticarto. Domani te lo faccio, ricordami" dico.
Mentrw guida gli metto la mano sulla coscia per torturarlo un po'. Apre il finestrino e faccio un sorrisetto. Non ti faccio schifo Kostas, anzi. Continuo per tutta la durata del viaggio con grattini nell interno coscia e qualche volta lo sfioro.
Cami, se ti salta addosso e ti rompe poi non lamentarti. Te lo sei meritato.
Quando Parcheggia mi rimetto al posto mio scendiamo ed entriamo al locale.

Improvvisamente, tu.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora