Capitolo 13

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Torniamo a casa.
"No cazzo, le chiavi" do una botta alla porta.
"Chiamo i pompieri?" Propone.
"No passo dal balcone, rompo la finestra" dico. Entriamo e mi da una vecchia coperta.
"Non te fa male, Fantó!" Dice. Faccio una smorfia per il nomignolo. 
"Grazie" mi faccio su il pugno con la coperta. Esco fuori, scavalco e do un primo cazzotto al vetro. Poi un secondo più forte, ma la coperta mi si sposta e colpisco i vetri col pugno scoperto. Esce fuori anche lei.
"Cazzo" bisbiglio.
"Allora?!" Mi chiede
"Fatto.."
Abbassa lo sguardo e vede tutti i vetri per terra e il sangue che mi cola dalla mano.
"Ma che ti sei fatto????? Oddio!!! Vieni ti porto all'ospedale!!" Mi dice.
"Ma quale ospedale!"
"Allora ti disinfetto vieni" mi dice preoccupata.
Butto il borsello dentro, ormai è aperta. Torno a casa di Camilla e la seguo fino al bagno. Apre l'acqua.
"Mannaggia" dice.
"Fa niente, sono matto io.." Metto sotto il getto la mano.
Me la sciacqua con l'acqua fredda, poi me la asciuga e ci mette la crema. La guardo.
"Sai fare un sacco di cose"
"Ovvio, sono una donna, non lo scordare mai" mi fascia la mano.
"Mh, grazie. Vabbe dai vado che da oggi che ti rompo il cazzo" dico.
"E dove ceni?" Ride.
"Giusto... Allora sopportami un'altra oretta"
Scuote la testa e va in cucina. Prepara una cosa al volo, così co sbrighiamo dico ma la mia frase viene fraintesa.
"Perchè hai da fare?!"
"Uh tantissimo. Ho l'agenda piena, senti come squillano i tre telefoni che ho!" Rispondo.
"Sento sento" ride "ti fa male?!" Mi indica la mano.
"Poco"
"Sei un matto!" Mi rimprovera.
"Lo so ma questo è niente" dico.
"Ah bene.."
"Beh, mi hanno ricostruito lo zigomo.." Spiego.
"Ho letto su Internet" mi soprende.
"Ah mi stalkeri!"
"Dovevo sapere chi ho vicino, no?!" Mi dice.
La guardo mentre prepara. Si china per vedere le bruschette nel forno e mi sorprendo anche io che le sto fissando il culo.
"Non ho mai ucciso nessuno ancora, puoi stare tranquilla"
Ha un bel culo peró. Due botte gliele darei a st'acidume. Si ritira su e faccio finta di niente.
"Pronto" dice e leva la teglia.
Porta a tavola e mi ritrovo davanti a lei con una scollatura da mandare in tilt anche un prete.
Dai oh, me lo fa apposta. Non è possibile.
Mangio in silenzio pensando a culo e tette e cosa potrei farci... Ma Kostas cazzo!! Che pensi???
Eh ma se te metti così peró figlia mia, se uno poi ti castiga è un maniaco!
Ma non ci potevo avere una vicina vecchia tipo mia nonna!?
Pensa a nonna, Kostas. Pensa a nonna!!
"Mi stai fissando le tette!" Mi dice.
"E porca troia sono in bella vista!" Mi difendo.
"Sei un porco"
"Ti potresti coprire ceh! Senno non lamentarti che guardo! So un uomo eh"
"Ah si incazza pure! Mo te ne do una!!" Mi dice.
"Di tetta?!" Mi mozzico la lingua.
"Una cinquina, deficiente!" Risponde.
"Allora no" continuo a mangiare.
Finiamo di mangiare poi dopo un po mi chiede cosa faccio stasera.
"Vado a ballare" dico. Lei si blocca e mi guarda.
"Dove vai te??"
"In discoteca, sai quel posto con la musica e che c'è tanta gente che a me piace tanto!" Dico sarcastico.
"E dove?!"
"Consigliami"
Mi dice un po di discoteche che non conosco, non frequento sti tipi di posti anzi mi fanno pure schifo.
"Ti sembro un tipo che va a ballare?? A me la gente mi snerva, la musica mi infastidisce"
"Ma allora che dici!" Mi dice spacecchiando. "Allora che fai?!"
"Sto a casa te?!"
"Io esco" mi dice e va verso la camera per prepararsi e maledetti occhi mi cadono sempre lì, sul lato B.
"Le lastre quando?!" Mi chiede.
"Te le porto domani a pranzo.. Ma comunque stai bene eh tutto apposto!" Dico.
La sento ridere. Torna di la in pigiama. Ma non doveva uscire??
"Non dovevi uscire?!"
"Il mio amico ha da fare rimango a casa" mi dice. Prende la mia felpa e la carica in lavatrice. Poi si mette sul divano.
"Oh la smetti de guardamme le tette?" Sbotta.
"Non sto mica a guarda eh"
"Sono tre volte che ti becco!"
"So uomo è normale! Mica ho toccato eh" dico in mia difesa.
"Con te tutto normale! Ma che vieni s fa qua?! A guardà?? Va a casa tua, va" dice.
"Ma vaffanculo va"
"Vacci te" mi dice.
"Te sai le scorciatoie arrivi prima!" Ribatto.
"Tu sei il primo cittadino! Vieme de qua per mangià e guardà!!" Borbotta.
"Non è così"
"Per me si, buona notte" mi dice.
Aaah fanculo. Esco, scavalco e mi metto a letto.

••••

Ma guarda un po' questo! Per chi mi ha preso oh. Maledetto il giorno che t'hanno portato a Roma!! Domani la felpa se la ritrova sul muretto mica no.

Il giorno dopo...

Torno a casa dopo la scuola. Sento rumori fuori al balcone. Mi affaccio un attimo. Kostas sta montando la finestra sul balcone e la insulta borbottando.
Si gira mi vede e rientro ma dopo poco eccoti lui.
"Oh mi dispiace per ieri, mh" mi dice.
Non me lo filo.
"Dai cazzo. Non sto qua perchè mangio e guardo"
"E perchè?" Chiedo.
"Perchè mi piace la tua compagnia" mi dice piano.
"Non sono la tua serva" gli lancio la felpa.
"Non uso le persone, non sei la domestica"
"Ok" dico. Mi augura buon pranzo e torna fuori a birbottare con la finestra.
Continuo a cucinare. Mi fa trnerezza peró! Ufffffff. Cosa faccio?!
Preparo due piatti e glielo porto appoggiandolo sul muretto. Lo spio dietro la finestra. Sembra un muratore profugo.
"Aia" si lamenta. Fa fatica a chiudere la mano. No dai, non sono così perfida.
"Ti devo aiutare?" Chiedo.
"Mh!?"
"Vie di qua!" Gli dico e rientro.
Lui scavalca e lancia un bestemmione. Si siede e lo aiuto a mangiare. Boh mi dispiace che sta così, che sta solo.. È un tipo strano e il battibecco di ieri mi è quasi passato.
"Perchè fai questo se ti ho trattata male?" Mi chiede.
"Perchè sono una cogliona"
"Non è vero"
"Un po si.." Rispondo.
"Io apprezzo anche se non lo so dimostrare"
"Ognuno ha i suoi modi" faccio spallucce.
"Ah" mi dice e tira fuori un pacchetto di sigarette "sono tue"
"Perchè?"
"Perchè ti rompo sempre il cazzo, è un modo di ringraziarti. Tutto qui.."
Sorrido e sparecchio.
"Ti ho preso la fascia nuova, dammi la mano ti medico" dico.
"Ah grazie, sei proprio una brava ragazza. Quanto ti devo dare?! Dai sembra che me ne approfitto" mi dice. Che scemo questo.
"Ma shhh" lo medico e lui fa le smorfie di dolore ma non si lamenta. Faccio più delicata.
"Vorrà dire che se hai bisogno di qualcosa ci saró.." Mi dice.
Sembra tipo la favola de "La Bella e la Bestia" quando lui l'ha salvata e il lupo gli ha morso la mano. Solo che lui non mi ha salvata ha solo rotto la finestra. Rido male! Finisco.
"Ti aiuto a montare la finestra?!" Chiedo.
Non parliamo più di ieri sera per fortuna.
"No, sei una donna, poi ti fai male anche tu. Senti hai da fare?" Mi chiede.
"Mh, no non credo" lo guardo di sottecchi "perchè?"
"Non fare quella faccia.. Così per sapere" mi dice. "Usciamo allora"
"Uh uh uh! Appuntamento numero due!"
"Smettila non è un appuntamento" dice.
"E cos'è?" Chiedo.
"Un'uscita. Andiamo al mare" dice.
"Okay"
Lui si va a mettere il costume e anche io. Scendiamo, saliamo in macchina e partiamo verso Ostia. Vediamo come lo posso far impazzire oggi.
Accendo la radio.
"Poi ti faccio un CD così sentiamo musica figa!" Dico
Annuisce. Parcheggio e arriviamo al mare. Gli rubo le chiavi della macchina e le tengo io.
"Ti sei rubata le chiavi?!" Mi chiede.
"Le tengo io, tanto al ritorno guido io" dico soddisfatta.
"Tanto fai come ti pare, no?!"
"Ovvio" gli faccio l'occhiolino e andiamo in spiaggia. Sistemiamo i teli sui lettini e ci sdraiamo.

Improvvisamente, tu.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora